Wta Birmingham: Chi è Shuai Zhang? Ottima Ivanovic

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Wta Birmingham: Chi è Shuai Zhang? Ottima Ivanovic

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TENNIS WTA BIRMINGHAM – Alla scoperta della sorpresa del torneo, Shuai Zhang, cinesina tutto tranne che erbaiola, che ha sconfitto Sloane Stephens nel primo quarto di finale. Oltre che il solito aggiornamento del torneo. Da Birmingham, Giulio Fedele

Mi sento in colpa a parlarvi solo ora di Shuai Zhang, pur avendola osservata nei restanti 3 incontri giocati qui sui campi verdi di Birmingham. Avrei sicuramente dovuto dirvi qualcosa prima, mea sponte, invece di aspettare che raggiungesse la sua prima semifinale in un torneo per giardiniere, battendo col punteggio netto di 6-3 6-1 Sloane Stephens, 19 del ranking mondiale e testa di serie numero 3 in questo frangente. In verità due righe l’avevo scritte, scherzosamente, dicendo che mi ricordava Maria Sharapova, ma non con le sue dote tecniche-fisiche. La piccola Shuai nasce a Tientsin(che letteralmente significa “Guado del fiume del paradiso“), nel 1989, quarta municipalità più numerosa della Cina (Wikipedia dixit), che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Padre e madre sportivi, inizia a giocare a tennis all’età di 6 anni, all’età di 20 sconfigge Dinara Safina, allora n1 del mondo, in un torneo di casa, conquista il suo primo torneo sempre nel territorio cinese (Guangzhou, 2013) e, proprio con la vittoria odierna, segna il suo best ranking di n33, ad un passo dall’essere testa di serie a Wimbledon. Finito il rapido ripasso della sua BIO, passerei a dirvi le mie impressioni su questa giocatrice. Lei si definisce una ‘baseliner‘, una colpitrice da fondo, e non facciamo fatica a crederle: la prima cosa che risalta quando gioca è la sua posizione in risposta, simile a quella che ha Nadal, almeno due passi dietro la linea di fondo, sia sulla prima che sulla seconda di servizio dell’avversaria. Riesce ad appoggiarsi bene sui colpi dell’avversaria, ha due buoni fondamentali, più il rovescio che il dritto, e riesce a reggere lo scambio prolungato e potente. Non ditele di usare uno slice o di andare a rete, non lo farà, ed in caso contrario sarà un disastro, benché giochi anche il doppio (e sia in semifinale anche là). Ma quello che più secondo me è da rimarcare, parlando di questa giocatrice, è la sua forza mentale. Ribadisco che Shuai Zhang è la Sharapova cinese; è una tennista che vuole mettere pressione psicologica all’avversaria, che gioca la partita anche sul piano mentale, che esulta ad ogni punto per demoralizzarti. Come Maria, e secondo me è interessante sottolinearlo, la Zhang prima di servire lancia un’occhiata di sfida all’avversaria, poi fa i consueti palleggi, esasperandoli, e si lancia la palla per colpirla. (Consiglierei di andare a riguardare cosa ha scritto Daniele Vallotto a tal proposito sulla Sharapova).

Tornando a parlare, finalmente, dell’incontro che ha disputato quest’oggi, inutile dirvi che senza una buona mano di Sloane il punteggio non sarebbe stato così netto. La Stephens oggi ha sbagliato veramente tanto e non è sembrata così motivata. Ma tolto a Cesare, quel che non è di Cesare, bisogna dire che Shuai ha giocato una gran bella partita, non sbagliando mai, sfidando l’americana sulla regolarità, e sfruttando le occasioni ricevute. E dire che io l’ho vista partire contratta, nervosa, spaventata: non urlava mai, come suo solito, e giocava attentamente, quasi in punta di piedi. Eppure questo la ripagava, e la partita è girata dalla sua quando ha saputo procurarsi tre palle break e sfruttare la terza valevole il 3-1. Di lì in poi ero curioso di vedere se sarebbe crollata con il continuare del match, o avrebbe retto alla pressione di dover fare la partita perfetta. Una sola palla break concessa, ed annullata, ed il set lo chiudeva 6-3. Nel secondo se Sloane avesse saputo innalzare il livello del gioco, probabilmente avremmo sottomano un altro punteggio, ma invece la Stephens s’è letteralmente lasciata andare ed ha concesso 3 break all’avversaria, che ha chiuso 6-1. Con questa vittoria la Zhang ha vinto contro tutte le tipologie di giocatrici che si possano incontrare sull’erba: con quelle solide dal fondo (la Stephens e la Peer) e con due erbaiole (la Cetkovska, che lo è un po’ meno, e la Daniilidou, un greca tutti slice e voleé).
”Certo che voglio vincere il torneo, arrivata a questo punto. Cercherò anche di migliorare la mia striscia negli Slam (V-S 0-8 ma l’hanno scorso non vi ha partecipato). Oggi ero così emozionata di giocare sul Centrale!” – dolcissima in conferenza stampa.

Una delle migliori Ana Ivanovic so far ha lasciato 5 game a Klara Koukalova. 6-1 6-4, così come contro Barthel (6-4 6-1), così come contro Lauren Davis (6-1 6-4). ”Tutta una questione di confidenza”, – ci aveva detto Ana, ma non credevamo che fosse a tal punto così sicura di sé. La serba è la testa di serie n1, e direi che è più che azzeccata. Davvero molto aggressiva e precisa, ma soprattutto molto concreta anche nella fase difensiva. Un aspetto che mi ha molto colpito è stato anche l’atteggiamento a rete, dove ha colpito alcune magnifiche volée (”Ho allenato tanto il mio gioco al volo” ci aveva detto ieri). La Koukalova davvero non ha avuto niente da fare, benché lamentasse nel primo set di lasciare troppo spesso l’iniziativa all’avversaria ed anche un fastidio che l’ha colpita alla coscia, per cui ha rimediato una fasciatura. Nel secondo set si è combattuto di più, la Koukalova è riuscita anche a rimediare al break subito nel quinto gioco, ma poi nel momento chiave, sul 4-4, la campionessa che c’è in Ivanovic ha avuto il sussulto decisivo per strappare il break e chiudere nel game successivo.

”Sto trovando grande continuità. Oggi ho giocato molto bene, acquisto ogni giorno più confidenza. A differenza degli altri anni, quest’anno sto trovando un buon ritmo, ogni torneo gioco sempre un buon numero di match e questo aiuta a trovare una certa regolarità. Non andrò ad Eastobourne, mi allenerò a Londra la settimana prossima, e poi mi prenderò qualche giorno per visitare la città, visto che durante il torneo non c’è mai tempo, e… per decidere il vestito da indossare al party dei giocatori! (ride) Vorrei portare con me Brad Pitt o l’attore Theo James, che è un mio amico.” – ha detto Ana alla conferenza stampa di fine match.
Kimiko ”Elisir” Date-Krumm ha oggi terminato la benzina. Casey Dellacqua non si è fatta pregare due volte per sconfiggerla con il punteggio netto di 6-1 6-0 in 48 minuti. La giapponese era veramente scarica, purtroppo per i suoi sostenitori (uno tra tutti, io, e una ambigua anziana che urlava ”Let’s go Data, Let’s go Data”), e non riusciva ad attuare il suo gioco fatto di geometrie; molte volte le ho visto sbagliare la misura dei colpi quando li anticipava appoggiandosi,come fa di solito, ed ancora l’ho vista sbagliare molti slice di rovescio, che esegue staccando la mano sinistra all’ultimo. Si vedeva che non era al massimo fisicamente. In continuazione si toccava il gluteo destro, e ci aveva detto in conferenza stampa ieri che quella mattina già sentiva un qualche fastidio. Ma non vorrei sminuire Casey, che sta davvero conducendo un grande 2014, riavvicinando il suo best ranking del 2008, dopo gli ottavi agli Australian Open, i quarti ad Indian Wells e il terzo turno a Miami. La Dellacqua ha giocato un match in maniera molto decisa ,compatta e concreta, con il colpo giusto al momento giusto, così come aveva interpretato la partita contro la Stosur; ha concesso un solo game all’avversaria, sul 5-0 nel primo set, ma non si è fatta incantare da i suoi campi di ritmo. Per Casey è la prima semifinale all’Aegon Classic in 5 partecipazioni; una finale per lei vorrebbe dire avere la chance di vincere il primo titolo in carriera. Ed in più, Casey èanche in semifinale di doppio.

Ed invece la sorpresa che più mi preme analizzare, è la vittoria di Barbora Zahlavova-Strycova, a cui dovremo presto trovare un soprannome decente per permetterci di nominarla con più facilità, contro Kirsten Flipkens, l’ultima vera regina dei prati del torneo. La ceca ha vinto 6-4 6-2, un punteggio abbastanza netto, che da una parte risalta lo stato di forma negativo della belga (che anche ieri aveva vinto una partita giocando male contro la Wozniak, tant’è che ha twittato ”bella vittoria, ma non per come ho giocato”), dall’altra mette in mostra le grandi prestazioni che Barbora sta offrendo. E’ pur vero che la Flipkens dopo il primo set ha chiamato il fisioterapista e s’è fatta incerottare tutto il ginocchio, però la ceca ha giocato un match al di sopra delle righe. Un dato su tutti, che mi preme sottolineare: Flipkens ha perso la metà dei punti in cui è andata a rete, mentre la Zahlavova-Strycova ha vinto più dei tre quarti dei punti in cui ci è andata lei. Ho potuto consolarmi per qualche punto comunque: Kirsten ha osato muovere l’avversaria a destra e a sinistra con il magico slice di rovescio, musica per chi ama il lawn tennis. Per la Zahlavova si tratta della prima semifinale qui in tre apparizioni, scandite da 5 anni di distanza l’una dall’altra, e la chance ghiotta, contro l’australiana, di avvicinarsi al secondo titolo in carriera.

 

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