Anche la Camera si occupa dei conti della Federtennis
Nuova Sardegna del 22.6.2014
In tempi di spending review e di tagli certi “lussi” non potevano passare inosservati e così, dopo una prima interrogazione presentata la settimana scorsa in Senato, anche la Camera si occuperà dei conti della Federtennis. Luigi Di Maio è il primo firmatario di un documento che riassume cose già note e rincara la dose con nomi, cognomi e cifre. Il parlamentare ricorda che «la Fit è un soggetto di personalità giuridica di diritto privato che opera sotto la vigilanza tecnica, amministrativa e funzionale del Coni» e che «non ha fini di lucro». La premessa è indispensabile per capire quelli che diventano veri e propri capi d’accusa per l’ingegnere cagliaritano Angelo Binaghi e la sua giunta. «Il governo sa che la Fit ha costituito tre società partecipate per gestire gli Internazionali d’Italia da cui derivano profitti» chiede Di Maio. E ancora: «Sa che ha deliberato che possano partecipare alle manifestazioni nazionali giovanili solo quei ragazzi che hanno frequentato a pagamento i corsi estivi della Fit? Ed è a conoscenza delle incompatibilità tra i soci, i consulenti e gli amministratori della Federazione e delle società partecipate».
L’interrogazione va avanti con una serie dubbi su alcune operazioni immobiliari («che esulano dalla ratio di una Federazione sportiva») e si conclude con una chicca davvero imbarazzante: «Nonostante una circolare del Coni che chiedeva il rispetto di alcune linee guida in materia di spese Binaghi ha convocato un consiglio federale a Parigi con costi altissimi e ingiustificati a carico della Fit». Che cosa ne pensa il Governo?
