Roman Zoltowski, l'uomo che incide la Storia

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Roman Zoltowski, l’uomo che incide la Storia

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TENNIS – Forse molti non lo conoscono nel mondo del tennis ma non per questo la sua storia non è interessante all’interno delle consolidate tradizioni dei Championships. Henry Wancke, Tennis Today. Traduzione a cura di Francesco Ciaccia.

 

Il suo momento, ironicamente, arriva alla fine dell’ultimo weekend ma ogni anno parte dalla Polonia, al volante della sua MG, per arrivare in tempo prima delle finali. Si sa quanto le tradizioni del torneo debbano essere rispettate.

Dal 1979 Roman Zoltowski è l’uomo che ha l’onore d’incidere il nome del vincitore e della vincitrice sul trofeo prima della consegna. La prima domenica di Wimbledon prepara i bagagli e al volante della sua rossa decapottabile percorre 1.500 km per giungere nella sua piccola bottega, proprio dietro il Centre Court, dove svolge il suo lavoro.

Si narra che con la macchina carica all’inverosimile di puntelli e altri essenziali arnesi, parte da Poznan, dove risiede, e dopo 14-18 ore di viaggio fa tappa a Bruges per trascorre la serata con i suoi amici e riposare. Ripartenza alla mattina presto con destinazione l’All England Lawn Tennis and Croquet Club.

La sua vita è stata difficile e segnata dalla disperazione e tragedia. Dopo che la Russia invase la Polonia nel 1939, suo padre, insieme a migliaia di polacchi, venne deportato in Siberia e morì in seguito in una prigione del KGB. Roman Zoltowski, con la madre e il fratello e la sorella, riuscì fortunatamente a non farsi catturare.

Dopo quattro anni tra la fame e mille peripezie, la famiglia si trasferisce a Gerusalemme ma il conflitto in atto tra arabi ed ebrei, costrinse loro a cambiare nuovamente città. Un’altra lingua, un altro paese. Alla fine del 1947 giungono a Liverpool. E qui che trova lavoro presso la gioielleria Halfhide,  fornitrice dei trofei di Wimbledon, imparando l’arte dell’incisione.

Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, Roman Zoltowski riesce finalmente ritornare in Polonia e riavere la sua vecchia casa dove vive con la moglie e il figlio. Non vuole più andare via dalla sua terra ma all’età di 76 anni e il suo amore per Wimbledon, lo spinge ogni anno a varcare il confine e dare il suo contribuito al torneo più bello del mondo.

 

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