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Wimbledon

Wimbledon non è un paese per giovani. Roger Federer compone la nona

Ultimo aggiornamento: 05/07/2014 2:17
Di Roberto Salerno Pubblicato il 04/07/2014
6 min di lettura 💬 Vai ai commenti
Roger Federer (FOTO DI FABRIZIO MACCANI)

TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIP – Roger Federer batte chirurgicamente Milos Raonic, brekkandolo una volta per set. Il leggendario campione elvetico torna dopo due anni in finale di uno slam. Da lunedì sarà numero 3 del mondo.

R. Federer b. M. Raonic 64 64 64

Questo è il racconto di una partita difficile da raccontare, e francamente non troppo bella. L’unico momento in cui il pubblico si è scaldato è stato dopo l’ultimo punto, quando ha tributato un applauso da brividi al grande Roger Federer, fuoriclasse immenso che rende del tutto vani – perché inutili e poco importanti – le continue tiritere sul più grande di sempre. Lui è Roger Federer, il resto conta davvero poco. E il pubblico del Centre Court è disposto a perdonargli tutto, anche il fatto di avergli regalato una semifinale davvero non all’altezza della precedente. Perché se questa partita è andata com’è andata, il colpevole è proprio lui, il vecchio Re che non vuole abbandonare il suo regno. E che già al primo game si è accorto che Raonic non è ancora cresciuto al punto da non tremare al cospetto di qualcuno che gli deve sembrare qualcosa a metà tra una divinità mitologica e un extraterrestre, affrontato  per giunta a casa sua, nel suo orticello, tra la sua gente, altro che Murray. Il doppio fallo e il dritto fuori che hanno consegnato a Federer il primo set – ops! game… – ha praticamente chiuso il match. Mai Raonic è sembrato poter tornare in partita e se aveva impostato il gioco sui tre colpi, ebbene, la prossima volta Ljubicic e Piatti faranno bene a spiegargli che per fare questo non devi sbagliare mai. Non “quasi” mai. Mai. Se giochi contro Roger Federer.
Il racconto dei game che via via si succedevano sarebbe una sequenza di “servizio vincente”, qualche raro “servizio e dritto”, qualche rarissimo “servizio e volée”. Per trovare uno scambio più lungo di 5 colpi – ben 9, accidenti – abbiamo dovuto attendere lo scoccare dell’ora. E la cosa si è ripetuta appena tre volte nel match, perché le altre volte era già tanto se si arrivava a 5 scambi.
Così anche la palla break concessa da Federer nell’ottavo game  non solo aveva l’aria di una casualità, ma nessuno dei presenti nel Tempio ha neanche lontanamente pensato che potesse trasformarsi in break. E infatti Roger ha messo tre prime e buonanotte ai suonatori.
Le curiosità riguardavano soltanto aspetti del tutto marginali della vicenda: quanto tempo ci avrebbe messo Raonic prima di prendere il break; a quanti ace sarebbero arrivati; che velocità massima avrebbe raggiunto la prima di Raonic. Ma sulla partita curiosità non potevano essercene.
Al nono game del secondo set Raonic ha cominciato con un doppio fallo, poi ha messo una seconda e nello scambio Federer lo ha lasciato immobile su un rovescio lungolinea, e infine ha regalato uno smash lungo. Dallo 0/40 è bastato aspettare una seconda e un nuovo rovescio lungolinea ha consegnato il break allo svizzero. Se non c’erano dubbi già dopo il primo game provate a immaginare quanto potessero essercene con Federer avanti 2 set a zero. Di nuovo Raonic ha fatto grandinare sulla schiena del povero vecchio – solo Rosewall ha raggiunto la finale di Wimbledon essendo più anziano, nell’era Open – fino al 4 pari, quando ancora una volta si è (clamorosamente? ma no…) incartato. Prima ha sbatacchiato fuori un dritto; poi ha sbagliato completamente direzione su un colpo vicino alla rete provocato da una risposta alla meno peggio di Roger, consegnandosi al più facile dei passanti; e poi ha pensato bene di scambiare con dei rovesci tagliati, finendo inevitabilmente per mandarne uno in rete. Ormai del tutto scoraggiato Raonic ha completato l’opera sbagliando ancora una volta un dritto. La partita è stata troppo facile perché Roger ci offrisse una coda come con Wawrinka e al primo match point è bastata una buona prima per andare in finale e tornare il numero 1 del suo paese, il 3 del mondo. Ma su questi prati l’impressione è che la classifica debba ancora qualcosa a Roger Federer. Speriamo non gli passi la voglia.

Roger Federer (SUI) Milos Raonic (CAN)
6   Aces 17
1   Double faults 4
52 of 80 = 65 %   1st serves in 46 of 84 = 55 %
42 of 52 = 81 %   1st serve points won 37 of 46 = 80 %
19 of 28 = 68 %   2nd serve points won 19 of 38 = 50 %
125 MPH   Fastest serve 139 MPH
117 MPH   Average 1st serve speed 127 MPH
101 MPH   Average 2nd serve speed 106 MPH
24 of 32 = 75 %   Net points won 11 of 21 = 52 %
3 of 7 = 43 %   Break points won 0 of 1 = 0 %
28 of 84 = 33 %   Receiving points won 19 of 80 = 24 %
32   Winners 36
11   Unforced errors 17
89   Total points won 75

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