NON SOLO TENNIS – L’analisi del Direttore Editoriale di Calciomercato.com, Xavier Jacobelli, sull’addio di Antonio Conte alla Juventus.
Le dimissioni di Antonio Conte sono prima di tutto un atto di coerenza che fanno onore a chi l’ha compiuto. Quando, conquistato il terzo scudetto consecutivo, l’allenatore aveva deciso di rimanere a Torino, ma non di prolungare il contratto in scadenza nel 2015, si era capito che la società avrebbe avuto un solo modo per vincere lo scetticismo dell’ex capitano: mettergli a disposizione un organico degno del sogno europeo.
Se, invece, al secondo giorno di ritiro precampionato il signore di Lecce si dimette, rinunciando peraltro ad un lucroso contratto e senza avere nessuna alternativa alla sua altezza, tranne la Nazionale, questo significa che né Evra né Morata né Iturbe (ammesso e non concesso che possa ancora arrivare) bastavano a Conte o gli sarebbero bastati.
Se si aggiungono la minaccia incombente del Manchester United di portare via Vidal, pagandolo anche 50 milioni; il mancato arrivo di Sanchez, Cuadrado e Berardi, rimasto al Sassuolo; le perplessità del tecnico su Evra, che è sicuramente un veterano di lungo corso, ma non è Lahm, tanto per fare nomi, si trova la prima serie di cause all’origine del terremoto che oggi ha sconvolto la Juve.
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