4 maschietti al secondo turno: primo "en plein" nella storia dei nostri Slam

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4 maschietti al secondo turno: primo “en plein” nella storia dei nostri Slam

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Simone Bolelli, US Open 2014 (foto LUIGI SERRA)
 

TENNIS US OPEN – Quattro uomini su quattro al secondo turno: Fognini, Bolelli, Seppi e Lorenzi. Un “en plein” che, a livello maschile, non era mai successo a New York e, più in generale, in un torneo dello Slam.

Buone notizie da Flushing Meadows per i colori azzurri. Dopo anni in cui ci siamo lamentati del fatto che solo le ragazze riuscivano a raggiungere
buoni risultati (a volte ottimi, come la Pennetta a New York, altre eccezionali come la Errani a Parigi e altri ancora leggendari come la Schiavone, sempre a Parigi) improvvisamente il primo turno del’ultimo Slam del 2014 ha promosso ben quattro maschietti al secondo turno. Alle vittorie tutt’altro che scontate di Seppi e soprattutto di Bolelli, si sono aggiunte quelle più prevedibili di Fognini e Lorenzi. Ma quel che conta è che non si era mai verificato in nessuno Slam un 100% dopo il primo turno. O meglio, non si era verificato quando si erano presentati in 4 ai nastri di partenza.

Come purtroppo è noto la storia degli italiani nei tornei più prestigiosi non è certo assimilabile a quella di altri sport, in cui l’Italia è abituata a primeggiare. Nell’era Open solo Adriano Panatta è riuscito a vincere uno Slam (nel 1976 a Parigi) ma nessuno fuori dal Bois de Bologne è mai riuscito ad arrivare neanche in finale. A Wimbledon Pietrangeli nell’ormai lontano 1960 e a Melbourne il nostro miglior risultato è un quarto di finale, mentre a New York, prima sulla terra verde di Forest Hills, Barazzutti raggiunse una semifinale contro Connors nel 1977. Ma al di là di questi picchi, sono stati anni di cocenti delusioni sin dall’inizio, proprio sin dai primi turni. In Australia solo una volta è successo che non abbiamo perso nessuno dei nostri giocatori al primo turno: fu quando nel 1987 il solo Pistolesi batté 9/7 al quinto tal Robertson, misconosciuto tennista
sudafricano. Il buon Claudio venne sconfitto nel secondo turno da Pat Cash che quell’anno arrivò in finale contro Edberg.
Inutile dire che a Wimbledon le soddisfazioni non sono state maggiori.
L’ultima volta che gli italiani non conobbero sconfitte al primo turno fu nel
1997 quando Furlan battè Siemerink recuperando da due set a zero e Martelli sconfisse abbastanza nettamente il tedesco Karbacher. Entrambi non fecero molta strada, perdendo il secondo turno rispettivamente contro l’olandese Van Lottum e il tedesco Radulescu. Agli Us Open già una volta riuscimmo a mandare 4 giocatori al secondo turno, ma non fu un “en plein”, perché nel main draw avevamo addirittura 7 giocatori. Nel 1992 infatti Camporese, Nargiso, Pescosolido, Pozzi, riuscirono tutti a superare il primo turno; mentre Caratti, Furlan e Pistolesi furono costretti a lasciare subito il torneo, sconfitti da Kuhnen, Larsson e Champion. Camporese arrivò fino al terzo turno; dopo aver superato il francese Raoux e lo statunitense Davis venne sconfitto nettamente da Carlos Costa, che gli lasciò appena sei game. Nargiso superò lo spagnolo Gorriz ma poi
capitò tra le grinfie dell’ultimo McEnroe da Slam; Diego riuscì a vincere il primo set ma finì travolto negli altri tre. “Pesco” fece fuori uno di tanti Lopez spagnoli, prima di cedere a Siemerink, mentre Pozzi superò Mansdorf e poi si arrese all’australiano Fromberg.
Un po’ migliore, come prevedibile, la nostra storia parigina. Infatti il
record di 5 su 5 venne realizzato proprio all’ombra della Tour Eiffel nel
1978, quando i 4 moschettieri superarono tutti quanti indenni il primo turno.
Alle vittorie di Panatta (fuori al secondo turno) Barazzutti (semifinalista),
Bertolucci (fuori al terzo) e Zugarelli (secondo turno) si aggiunse quella di
Gianni Ocleppo che superò l’indiano Menon prima di cedere nel derby con Corrado Barazzutti. Ma anche nel 1975, ne 1989, nel 1998 e nel 2007, con 8 italiani in tabellone, riuscimmo a tagliare il traguardo dei 4 rappresentanti al secondo turno.
Insomma, forse non c’è niente da festeggiare, ma nel loro piccolo Bolelli,
Fognini, Lorenzi e Seppi si sono conquistati un piccolo traguardo che potrebbe essere ricordato.

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