Il letargo dopo New York, aspettando Londra…

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Il letargo dopo New York, aspettando Londra…

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TENNIS FOCUS – Il tennis post Us Open stenta a decollare e le tappe asiatiche sembrano essere solo una lenta agonia in attesa del ritorno in Europa dove quantomeno torna il pubblico e la tradizione del tennis

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La stagione è lunga, tanto. I tennisti partono in Australia e arrivano dopo New York con le batterie quasi completamente scariche. Non potrebbe essere altrimenti considerate le corse messe in campo in quasi nove mesi. Cemento, terra, erba, cemento, da un capo all’altro del mondo, per non parlare dello stress che si accumula torneo dopo torneo.

Per molti tennisti, ma anche per i tifosi, la fine del mese di Settembre coincide quasi sempre con la fine della stagione. Solo al Master di Londra torna il fascino del grande evento. I precedenti 1000 in calendario sono una tappa importante ma non fondamentale. Shangai è quasi sempre snobbato da qualcuno che preferisce staccare la spina per ritrovare energie. Il problema del torneo cinese non è solo questo però, nonostante la fantastica struttura infatti il pubblico non sembra apprezzare il tennis disertando quasi le gradinate salvo top ten in azione. Non è razzismo, per carità, tantomeno una discriminazione territoriale tanto in voga negli ultimi anni in Italia, ma lo spettatore medio cinese non capirà mai il fascino delle sfide di “seconda fascia”. Raramente sentiremo un tifoso asiatico dire “Andiamo sul campo 4 a vedere il dritto di Gulbis”, in compenso però attendono ore e ore pur di avere un autografo di Nole o Rafa. “Ogni mondo è paese…”, si dice così?

La situazione migliora in Giappone, dove la tradizione è più forte e soprattutto quest’anno stanno vivendo l’exploit di Kei Nishikori. Tra i tornei asiatici il Rakuten Open è sicuramente il migliore sotto molti punti di vista nonostante debba lottare ogni anno con l’entry list paurosa di Bejing che quasi sempre vede la presenza di Djokovic e Nadal.

Tornare in Europa significa aver quasi finito un’altra stagione. Gli appuntamenti più importanti sono gli Atp 500 di Valencia e Basilea ed il Master 1000 di Parigi – Bercy. L’ultimo mille della stagione negli ultimi anni è sempre stato un torneo aperto alle sorprese, divertente ma non importante come i suoi predecessori. La vicinanza con Londra è stata sempre deleteria sotto l’aspetto top player, troppo spaventati di sprecare energie (nonostante negli ultimi anni ci siano stati i trionfi di Djokovic e Federer) però almeno ha reso la settimana affascinante per la rincorsa agli ultimi posti disponibili per le Finals di Londra. 

In virtù di tutto ciò pensare di modificare il calendario è corretto? Lo è altrettanto dire che dopo New York la stagione tennistica è praticamente finita se non fosse per Londra e la finale di Davis? Una modifica per ovviare a tutto ciò significherebbe stravolgere completamente la stagione del tennis, utopia vera e propria. Pensare di giocare la stagione asiatica in preparazione agli Australian Open spostandola in avanti è forse un’idea plausibile. Facendo così Flushing Meadows inizierebbe l’ultima settimana di Settembre per finire la prima settimana di Ottobre, correndo un certo rischio climatico. Però significherebbe allungare l’interesse nell’arco dell’anno e forse anche i tennisti gradirebbero avendo qualche settimana in più libera durante l’anno. Sono solo supposizioni chiaramente, più che azzardate, ma ad oggi la stagione post US Open è solo una lenta agonia che solo Londra interrompe per una settimana.

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