La brutta sorpresa di Federer e lo scontro Mirka-Wawrinka, non tolgono nulla a Djokovic

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La brutta sorpresa di Federer e lo scontro Mirka-Wawrinka, non tolgono nulla a Djokovic

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TENNIS ATP FINALS _ Roger Federer ha sperato di poter giocare fino alle 16,15. La disponibilità gratuita di Andy Murray, John McEnroe, Tim Henman e Pat Cash. Wawrinka se l’era presa per il tifo esagerato della signora Federer. Novak Djokovic n.1 con merito.

Che brutta sorpresa. Bruttissima. Un Masters che aveva deluso per 5 su giorni su 6 si era riscattato sabato sera con una grandissima partita, il derby svizzero.

In tribuna stampa, e sugli spalti della 02 Arena, la stragrande maggioranza dei presenti aveva esultato per la vittoria di Roger Federer perché obiettivamente una finale fra il n.1 e il n.2 del mondo, replay della finale dell’ultimo Wimbledon, pareva molto più eccitante – anche mediaticamente – che non una finale fra il n.1 e il n.4 (anche se in passato, e non qui, Djokovic e Wawrinka avevano offerto show di primissimo livello sia in Australia sia negli Stati Uniti).

Poi è arrivato il fulmine a ciel sereno, per questo torneo che garantisce all’ATP un profitto netto fra i 15 e i 18 milioni di dollari (magari si facessero a Roma…): la mazzata del ritiro di Federer, dopo che le prime notizie sul suo mancato riscaldamento stamattina erano state fatte circolare con qualche preoccupazione dal settore dei giornalisti svizzeri.

Perché hanno aspettato tanto a dare la notizia? Beh, per più ragioni: gli organizzatori hanno dovuto darsi il tempo di correre ai ripari, di contattare Andy Murray, che per fortuna non era partito, di sentire la disponibilità di Tim Henman, John McEnroe e Pat Cash, oltre che ovviamente persuadere Novak Djokovic a far comunque passerella.

Se avessero annunciato già stamani che Federer avrebbe dato forfait, nessuno sarebbe venuto alla 02 Arena e allora non avrebbe avuto senso poi cercare un programma alternativo di riserva. E poi lo stesso Federer ha in effetti preso la decisione finale soltanto verso le 16,15…Prima ha sperato di poter giocare.

Come avrebbe ricordato Djokovic più tardi: “Il record di Roger parla per lui. In migliaia di match non si è mai ritirato e questa è soltanto la terza volta che rinuncia a giocare prima di scendere in campo (Bercy 2008 con Blake e Doha 2012 con Tsonga)…era un’importante finale anche per lui, se non ha potuto giocare è…perché proprio non poteva. Sono certo che non ha fatto calcoli pensando alla Davis. Gli Slam e le finali ATP sono il massimo obiettivo del nostro sport…”.

Dopo aver ricordato che l’unica grande finale maschile a non essere disputata fu quella di Wimbledon 1931, quando lo zio della prima moglie di Agassi, Frankie Shields si ritirò davanti a Sydney Wood, è inutile chiedersi se Roger Federer non avesse avuto sufficienti avvisaglie sabato sera per decidere di ritirarsi magari sul matchpoint a favore.

Lui ha detto di aver sentito dei fastidi alla schiena nelle fasi finali del derby, ma sperava di potersi riprendere. Non ce l’ha fatta, ma il fatto stesso che fino alle 17 non avesse sciolto le ultime riserve sta però a significare che non dovrebbe trattarsi di un problema gravissimo. E che le speranze di vederlo a posto nella finale di Davis a Lille, sono ragionevoli anche se “con la schiena non si può mai sapere” hanno detto nel suo entourage.

Kermode, il CEO dell’ATP, ha chiamato Andy Murray stamani intorno alle 13 dicendogli che non era sicuro che avrebbe avuto bisogno di lui, ma chiedendogli se eventualmente avrebbe potuto contare su lui.

E Murray è stato subito disponibile: “Nessuno, né Murray, né Henman, né McEnroe o Cash ha chiesto una sterlina per venirci incontro” – ha detto Kermode.

Murray, che più tardi con gli spettatori si sarebbe scusato, con grande sense of humour “per aver impegnato al massimo Federer giovedì sera (quando perse 60 61!)” ha saputo intorno alle 16 e mentre era in corso il doppio vinto dai soliti gemelli Bryan – così come Djokovic – che effettivamente Roger non sarebbe stato in grado di giocare. È arrivato in auto alla 02 Arena soltanto alle 17, e non ha solo giocato un long set in singolare ma si è prestato a giocare anche il doppio.

Certo se le finali ATP si fossero svolte altrove, lontano da Londra, sarebbe stata più dura “pescare” al volo una riserva dello status di Andy Murray, ma anche Henman, McEnroe, Cash… sarebbero stati a Pechino, a Doha, in Australia?

Apprezzo molto quel che ha fatto Andy – ha sottolineato Djokovic – perché una volta che credi di aver giocato l’ultimo match dell’anno e a tutto pensi fuorché a giocare una partita di tennis, non era facile in quattro e quattr’otto vestirsi da tennis e correre a giocare di fronte a migliaia di spettatori”.

PICCOLA LITE WAWRINKA-FEDERER PER VIA DI MIRKA?

Piuttosto, voci di spogliatoio hanno riferito che fra Wawrinka e Federer ci sia stata un bel po’ di tensione a fine partita. Colpa, pare, di Mirka Federer che si è lasciata troppo andare negli incitamenti al suo consorte nelle fasi finali del match.

Wawrinka ad un certo punto si era fermato a discutere con lei in modo particolarmente irritato e aggressivo. La gente ha pensato che ce l’avesse con qualche altro spettatore delle prime file, ma io ho parlato oggi con due fotografi che hanno seguito la scena da vicino e mi hanno confermato che Stan se l’è presa fortemente con Mirka.

Dopo di che, si è saputo, la discussione è proseguita negli spogliatoi e, mi ha appena detto un collega svizzero di cui non posso fare il nome: “non è una cosa positiva quella che è accaduta, proprio alla vigilia della finale di Coppa Davis. Stan e Roger sono stati grandi amici per anni, questo incidente non ci voleva! Lo scorso anno erano arrivati entrambi alle semifinali dell’ATP Masters, ma non si erano scontrati. Stavolta sono capitati l’uno contro l’altro ed era meglio se non capitava…”.

Speriamo che la finale di Coppa Davis non ne risenta.

DJOKOVIC MERITA DI CHIUDERE L’ANNO DA N.1 E DA VINCITORE DEL MASTERS

Peccato per l’esito deludente di questo Masters che amareggia Djokovic quasi quanto Federer – lo svizzero però avrebbe dovuto presentarsi in sala stampa, oltre che sul campo, per dirci qualcosa, per rispondere alle nostre domande, invece di affidarsi ad una sorta di comunicato stampa fatto di domande e risposte – ma devo dire che sul successo finale di Djokovic non c’è nulla da dire. A me ha sempre dato fastidio, ed è successo tante volte, quando il Masters di fine stagione non veniva vinto da chi era stato insignito del titolo di number one of the year un paio di giorni prima. Non scrivo questo perché...corrotto dai cioccolatini che, come vuole ormai tradizione, Novak ha offerto a me e a tutti i giornalisti. Lui non li ha mangiati, la sua dieta non glielo consente. Forse farei meglio a farla anch’io.

 

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