Pagellone Finals. Ha vinto il più forte, Novak Djokovic

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Pagellone Finals. Ha vinto il più forte, Novak Djokovic

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ATP FINALS – Difficile trovare un torneo dei maestri più scontato di questo. L’unico momento di brivido è stato forse il primo game del terzo set contro Nishikori. Solo un Federer in formato Shanghai poteva provare qualcosa, ma non sapremo mai se sarebbe servito.   

Djokovic 10. Però senza lode, perché in semifinale papà Nole ha rischiato molto di più di quanto non dica il punteggio. Gli è andata bene che Nishikori comincia tardi a giocare e che ancora soffre di un qualche timore reverenziale. Ma a parte questo – c’è sempre qualche intoppo nella strada verso la vittoria – poche chiacchiere, il tennis ha il suo numero 1, che a volte è ingiocabile. Adesso il riposo e poi il ritorno nello slam che ama di più, o almeno che ha vinto di più. In attesa di Parigi, chissà se stavolta riuscirà a programmarsi meglio. Ma questo verrà dopo, per adesso c’è una sola cosa da fare: ricordare che nel 2014 nessuno è stato forte quanto il meritato vincitore di Wimbledon, Roma, Indian Wells, Miami, Bercy. E delle ATP Finals. Nessuno è stato forte quanto Novak Djokovic.

Federer 9. L’avevamo detto e lo ripetiamo: impossibile scrivere qualcosa di nuovo su questo 33enne che venerdì prossimo cercherà di far dimenticare a tutti quanti – e a Wawrinka prima di tutti –  quanta spietatezza possa nascondere quell’eleganza del gesto e quella terribile regolarità. In finale forse avrebbe perso e forse no, non lo sapremo mai, ma il fatto che ci sia arrivato per la nona volta, che abbia concesso solo 13 game in tre partite, che abbia annullato 4 match point in una semifinale in cui neanche stava benissimo, che ha concesso un solo game ad uno come Andy Murray che che che….

Wawrinka 7.5. Stan the Man e i suoi fallimenti. Il voto risente di una totale mancanza di obiettività perché sono da amare tutti quelli che arrivano ad un passo dal grande risultato e poi si buttano a rete per non pensare troppo (vero Nishikori?). Ed è giusto che quello lì, l’altro, lo punisca come peggio non si può, estromettendolo e facendosi male, evitando di giocare un match che Wawrinka avrebbe giocato anche con un piede solo. La prossima volta sarà davvero complicato fallire meglio di così, ma Stan è “The man”, e sa come fare.

Nishikori 6.  Ma come? prima apparizione alle finals, arriva in semifinale, strappa un set a Djokovic e ha 2 palle per andare avanti di un break nel terzo e si merita appena una sufficienza? Si, stiamo parlando di uno che è crollato sia contro Federer che contro Djokovic e che ha bisogno sempre di troppo tempo per cominciare a giocare. Giocatore preda dell’emotività, il giapponese vincerà sicuramente uno slam. E non entro 5 anni, perché l’anno prossimo partirà tra i favoriti ovunque tranne che a Wimbledon.

Murray 5. Meglio fare l’endorsement e dire che, per chi scrive, Andy è tecnicamente uno dei primi due di questi ultimi 10 anni. Ma anche per lui vale la regola Berdych: se ti metti a fare lo spiritoso forse non ci credi più. Non è tanto l’umiliazione subita contro Federer (anche se…) ma la resa quasi senza lotta contro Nishikori che dovrebbero far riflettere il suo staff, Mauresmo o non Mauresmo. Anche per lui il 2015 sarà decisivo, non è più un ragazzino.

Berdych 6. Che si sia stufato? Il ceco in fondo ha avuto una buona annata. Da sempre, all’atto finale della stagione, vince un match e straperde gli altri due e anche questa volta non si è smentito. Sembra quello meno convinto di tutti di poter arrivare in fondo ad uno slam, soprattutto se poi di fronte si trova Djokovic o Nadal. L’anno prossimo sarà quello finale, in un modo o nell’altro. O vince uno slam o finisce a fare i selfie. Qualcuno scommetterebbe sul lieto fine?

Raonic 5. Signori il catalogo è questo. Gran servizio, dritto ad uscire che tiene troppo fede al suo nome ed esce spesso, rovescio fragile. E mobilità simile a quella di Cilic. Ma non di quello dei tre giorni che sconvolsero il tennis. Cercheremo magari di capire che speranze ripongono in lui Piatti e Ljubicic ma il canadese non sembra fare grandissimi progressi. Anzi, dopo Roma e Parigi sembra tornato quello di sempre.

Cilic 5. Verrebbe da copiare quanto scritto per Raonic, ma quei giorni di New York sono scolpiti nella memoria di tutti e diventano sempre più inspiegabili. Il croato rimedia 5 game in due partite e poi riesce almeno a dare fastidio a Wawrinka. Sempre meglio di Beratasegui, ci mancherebbe, ma forse Ivanisevic dovrebbe dirglielo più spesso che può vincere. Era questo il motivo dell’esplosione no?  Ma sia lui che Raonic con una superficie come quella dell’O2 andranno sempre incontro a queste figure.

Ferrer 7. L’Oriali del tennis internazionale ancora una volta porta a casa il suo risultato. Impegna Nishikori e mostra che esiste un’altra strada per giocare a tennis, fare sport, vivere. Gli resterà un rammarico, essere nato 3-4 anni troppo presto. Perché il Ferrer di un paio d’anni fa o quello del 2007 a questi qui li avrebbe messi tutti quanti in riga.

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