Ecco uno scenario rovesciato. La schiena di Federer, la forma di Wawrinka, Gasquet sostituisce Tsonga

Editoriali del Direttore

Ecco uno scenario rovesciato. La schiena di Federer, la forma di Wawrinka, Gasquet sostituisce Tsonga

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TENNIS COPPA DAVIS – Il pronostico è sempre sull’altalena. I favori sono passati tre volte da un team all’altro. Oggi nessuno immagina Tsonga capace di battere Roger Federer vittorioso sul proprio “fantasma”. Ieri lo credevano in tanti. Le colpe di Arnaud Clement…e di Jo Wilfried Tsonga

DA LILLE – Ora daranno tutti addosso a Arnaud Clement. Perchè al cospetto dei due svizzeri il duo francese formato da Gasquet e Bennetau non è proprio esistito.
E’ così la vita degli allenatori quando possono scegliere. Chi perde, con il senno di poi, fa sempre la scelta sbagliata. Lo sport è uno dei pochi settori delle attività umane dove gli assenti hanno quasi sempre ragione. Infatti tutti potrebbero in teoria aver fatto meglio dei presenti che hanno appena perduto. Gli sportivi nell’esprimere le loro opinioni…del senno di poi, sono purtroppo spesso crudeli. Manca la controprova naturalmente…e allora già da stasera Clement è sulla graticola. Salvo miracoli congiunti di Tsonga e Monfils sarà il capitano di una Coppa Davis che pareva raggiungibile e che sarà invece più probabilmente persa. Ma forse chi ha scelto la formazione del doppio non è stato tanto lui – ecco il destino dei capitani-allenatori che non possono dire tutto per non tradire la fiducia dei propri giocatori – quanto proprio Jo Wilfried Tsonga che da tutta la settimana si allenava male, diceva di non sentire bene la palla e in effetti contro Wawrinka aveva dimostrato di non riuscire a spingerla come al solito neppure di dritto.
Eppure fino a ieri Clement sembrava orientato – lo dicono i colleghi francesi – a schierare Tsonga e Gasquet, coppia imbattita in Davis …al posto di questa che in Davis invece non aveva mai giocato. La cosa sembrava confermata quando in mattinata Tsonga si era allenato insieme a Gasquet, proprio come avevano fatto insieme Wawrinka e Federer. Ma la differenza deve essere stata che mentre i due svizzeri sono usciti dal campo soddisfatti (dopo che già ieri sera Severin Luthi e loro due avevano deciso che quella sarebbe stata la formazione odierna), Tsonga apparantemente non lo era affatto.

Si è tirato indietro lui? Al 100 per 100 non siamo in grado di dirlo, il giornalista dell’Equipe Vincent Cognet mi diceva: “Ci piacerebbe saperlo anche a noi, ma certezze non ne abbiamo!”
Tsonga appariva rabbuiato, questo sì, e per la prima parte del match non è nemmeno venuto in panchina ad incoraggiare i suoi compagni. Perchè? Magari fra qualche anno lo scopriremo.
Fatto sta che nell’arco di 24 ore le cose si sono rovesciate. Ora la Svizzera è tornata favorita e per più ragioni. Difficile forse stabilire l’ordine di priorità di queste ragioni. Le scriverò in ordine sparso.
Una: Roger Federer non sta male, ma stasera è stato benissimo. Ha ceduto solo 8 punti in 9 turni di servizio e ha servito costantemente le prime, quando ha voluto, sopra i 200/210 km orari.
Due: Roger deve giocare contro Tsonga che invece è apparso teso, molto teso, e anche abbastanza fuori forma e poco convinto. Tre: il morale è tutto dalla parte degli Svizzeri.
Quattro: i francesi si sono “bruciati” Gasquet, il peggiore in campo nel doppio, e quindi anche uno Tsonga sottotono non può probabilmente essere sostituito da un giocatore che stasera aveva il morale sotto le scarpe. Giocasse Gasquet il singolare e lo giocasse male come ha giocato il doppio, beh Clement potrebbe dare le dimissioni.
Cinque: avendo preferito un doppista, Bennetau, a un quarto singolarista, Gilles Simon, Arnaud Clement non ha alternative. Purtroppo non ha due Monfils, ma uno solo.
Sei: Stan Wawrinka è in uno stato di forma eccezionale. Stasera nel doppio è stato decisivo con le sue risposte fulminanti, dai due lati, così come per i colpi di sfondamento giocati dal centro del campo: quando la palla arrivava in mezzo fra il suo dritto e il rovescio di Federer la scelta su chi doveva tirare è caduta quasi sempre su Wawrinka. Un paio d’anni fa non sarebbe stato così. E stasera Wawrinka sembrava ispirato perfino a rete. Non ha sbagliato una volee facile.

Se anche Tsonga dovesse resuscitare e sconfiggere Federer un Wawrinka così va considerato favorito sul pur straordinario Monfils visto ieri anche se Mats Wilander ha scritto oggi per l’Equipe (dopo aver detto che lui avrebbe scelto la stessa coppia di Clement, Gasquet e Bennetau…sebbene non avessero più giocato insieme da India Wells 2013!, però aveva detto anche che avrebbe fatto giocare Federer e Chiudinelli!!! Formazione cui nessuno aveva pensato…) che un Monfils così sulla terra rossa è imbattibile per chiunque, e soprattutto per un match che arrivi al quinto set. “Con il braccio di Monfils e il cervello di Clement…Gael diventa imbattibile sui campi rossi!” Poi ha aggiunto, probabilmente per pararsi un po’ le spalle: “Forse anche per Wawrinka”.
Quel forse lo mette al riparo, mah…forse Wilander ama stupire.

Sono cose, queste, che succedono in Coppa Davis, dove spesso le emozioni e le tensioni prendono il sopravvento su altre questioni, anche quelle purament tecniche. Ieri dopo il Federer disastroso osservato di fronte a un grande Monfils, chi propendeva per schierare il duo Federer-Wawrinka, dava l’impressione di volerlo fare soprattutto perchè un Federer così mal ridotto sembrava in grado di coprire dignitosamente forse metà campo, ma non uno tutto intero in un singolare che – sull’eventuale 2-1 per una Francia vittoriosa in doppio – sarebbe stato decisivo per mantenere in vita le speranze di un trionfo svizzero.
Invece abbiamo visto che il Federer di stasera non aveva nulla da invidiare al miglior Federer. Quindi lo scenario è cambiato completamente. I soli aspetti che non sono cambiati, a mio avviso, sono le valutazioni che si possono fare sull’eterno incompiuto Richard Gasquet, ex n.7 del mondo da sempre afflitto da problemi di personalità, e su Bennetau che – sempre a mio avviso – non è di questa categoria. E’ un giocatore modesto che non ha mai vinto un torneo pur avendo disputato 11 finali. Non può essere un caso. Anche nel suo caso è un problema sia di classe sia di personalità. Pretendere che due giocatori con quelle caratteristiche potessero battere due campioni in forma come Federer e Wawrinka era folle. L’unica chance l’avrebbero avuta se Roger Federer fosse stato il campione timoroso di venerdì, quando come ha detto lui stesso non era stato il dolore ad handicapparlo quanto la paura che il dolore si manifestasse, “il fantasma” che poteva apparire in ogni momento.
Ancora una volta ho provato a chiedere a Severin Luthi, provocandolo un po’, se lo avesse più sorpreso il grande “ritorno” di Federer capace di perdere così pochi punti sul servizio (prima ne avevo contati 9, poi in realtà erano 8…perchè avevo scritto un puntino poi cancellato nel mio blocnotes …) o la prestazione magistrale di Wawrinka che ha risposto alla grande, ma come al solito lui ha glissato, facendo nuovamente ridere Federer…
“Non è una domanda che mi pongo. Penso che abbiano giocato molto bene entrambi, onestamente. A volte uno gioca meglio in un momento, a volte un altro…”.
Nemmeno Albert Einstein mi avrebbe dato una risposta più illuminante. E quando allora gli ho chiesto: –Puoi provare a darmi una risposta?-
Lui: “Fai sempre domande…”
Come ieri interrompe il siparietto Roger Federer per aggiungere: “Funky questions…” (e ride).
Luthi: “Esattamente, onestamente non ci interessa. Ma una cosa che è stata davvero buona oggi….- evviva una piccola risposta la sta per dare! – è che a volte ci sono periodi nei quali uno risponde bene e l’altro invece no. Oggi hanno giocato bene insieme allo stesso tempo. E l’hanno fatto in certi momenti contemporaneamente che così hanno potuto fare i break. Sono semplicemente felice che abbiamo vinto”.

Erano chiaramente, e comprensibilmente euforici, gli svizzeri, ma nel finale della conferenza stampa Roger Federer ha voluto mettere le mani avanti: “Niente è ancora stato fatto (sorridendo). Abbiamo vinto il doppio e ci prepariamo a giocare gli ultimi due singolari. Giochiamo contro una squadra molto forte. Il fatto che ci vediate sorridenti non significa che l’indomani vinciamo un match di cinque set. E’ vero che ci sentiamo bene, siamo tutti molto contenti di essere qui insieme a Lille, abbiamo un bellissimo weekend insieme. Naturalmente il risultato creerà emozioni positive o negative a seconda di quel che accadrà nel giorno finale. Ma saremo ben preparati. Sarà un giorno molto importante per tutti noi”.

E, nel nostro piccolo, pure per noi di Ubitennis, unico sito presente qui con due inviati. Alcuni, Gaia, Chiara, Wall 80 ed altri, diranno che sono troppo incline all’ autoreferenzialità, ma solo noi sappiamo quali sacrifici dobbiamo fare, e continuiamo a fare, per raccontare quel che vediamo andando sui teatri degli avvenimenti. Crediamo ancora alla funzione del giornalista non seduto, quello che vede gli avvenimenti svolgersi sotto i suoi occhi e non seduti davanti alla tv. Se i lettori questo lo apprezzino o no, beh, non siamo completamente sicuri. Ma speriamo di sì. Il giornalismo di una volta è in crisi perchè non ci sono più i mezzi di una volta a sostenerlo, gli editori tendono a spendere il meno possibile, a prenderele cose dalla tv. Lo si può fare, certo, ma io credo che si possa svolgere un migliore lavoro andando sul posto. Confrontandosi con i migliori colleghi, scambiando opinioni con i giocatori del presente e del passato.
Raccogliere quel che dicono i Wilander, i Boetsch (guardate il video-intervista che abbiamo messo in home-page, ma anche Jakob Hlasek …che non ama per nulla Federer che lo fece silurare da capitano quando la Federtennis svizzera osò nominarlo dopo Mezzadri senza chiedere il parere dei giocatori e di Roger in particolare.
“Dipendesse da me non accetterei il fatto che Federer possa decidere sempre fino all’ultimo se gioca o non gioa la Davis: è una mancanza di rispetto verso gli altri giocatori, e verso la Svizzera tutta”. Hlasek ha certo il dente avvelenato, Guy Forget infatti dice: “Uno come Federer ha fatto talmente tanto per il tennis svizzero che bisogna concedergli un po’ tutto quel che chiede…Bisogna trovare il modo di relazionasi con lui. Jakob non avrebbe dovuto accettare di diventare capitano di Coppa Davis…calato dall’alto, senza aver prima parlato anche con i giocatori. Non è stato diplomatico insomma…”
E Hlasek, che con Forget ha vinto un Masters di doppio, ha concesso: “Guy ha in parte ragione, ma io non sarei riuscito a coprire un ruolo come lo fa Severin Luthi, che tutti sanno non decide nulla ma mette in campo chi decide Roger…anche se è amico pure di Stan…però non credo che Stan sia sempre contento di essere quello sempre disponibile, l’uomo di scorta anche adesso che è il suo livello non è inferiore a quello di Roger!”.
Concludo ricordando che qui nel Pierre Mauroy Stadium anche oggi Roger Federer ha ricevuto un’ovazione all’applausometro nettamente superiore a quella riscontrata non solo per Wawrinka, ma anche per Gasquet e per Bennetau. Proprio come già ieri. E lo speaker lo ha introdotto del resto così, con questo parole: “Le meilleur jouer de tout le temps est a Lille!”.

C’è bisogno di una traduzione?

 

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