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Australian Open

Australian Open italiani: Bolelli non può nulla, bene Seppi e Errani, Vinci out

Last updated: 21/01/2015 17:00
By Giulio Gasparin Published 21/01/2015
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17 Min Read


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

Nella terza giornata degli Australian Open non è riuscita l’impresa alla Vinci, battuta in due set da Ekaterina Makarova, e a Simone Bolelli, sconfitto in quattro set da Federer. Vincono Errani e Seppi.

[2] R. Federer b. S. Bolelli 3-6 6-3 6-2 6-2 (Da Melbourne, Ubaldo Scanagatta)

In tre duelli Simone Bolelli non aveva mai strappato un set a Roger Federer. Ma alla fine (36 63,62,62), il bolognese di Budrio, che pure aveva giocato alla grande il primo seppellendo di dritti vincenti lo svizzero n.2 del mondo, ha perduto questo match in maniera netta quanto gli altri precedenti. E non lo si può considerare un risultato sorprendente se si pensa che contro i top-ten Simone ha un record a dir poco catastrofico: 34 sconfitte in 34 incontri!
Il quarto set Federer avrebbe potuto chiuderlo anche 61 e se non è successo è stato perchè Bolelli ha chiesto un “Falco” dopo che Roger aveva già le braccia alzate dopo un matchpoint che credeva di aver chiuso.
Eppure il modo in cui Simone aveva conquistato il primo, strappando la battuta a Roger nel quarto game, mi ha illuso per i primi 3 quarti d’ora in cui lui è riuscito a non perdere la propria, prima del crollo, e cioè di quando l’ha ceduta per la prima volta sul 3-4 (dopo aver salvato due palle break consecutive nel game precedente) e per la seconda subito dopo, nel primo game del terzo set, in pratica compromettendo anche quello.
Simone ha giocato un primo set da fenomeno nei games in cui serviva e da.. Bolelli in quelli nei quali rispondeva, salvo che in quel quarto game del break a Federer. L’unico conquistato contro Roger che, senza contare i 5 punti persi in quel frangente, sul proprio servizio non ha concesso praticamente niente fino a che il match poteva complicarsi, riuscendo a tenere in 13 turni di battuta 5 games a zero, 5 a 15, e 3 a 30. Insomma Soltanto sul 4-1 nel quarto set, già avanti di due break, lo svizzero si è distratto un po’ e si è concesso i vantaggi.
Ma già nel primo set Federer aveva ceduto solo un punto negli altri tre games di servizio. Nel secondo set vinto 6-3 da Federer Roger ha perso appena 4 punti in tutto in quattro turni di battuta. Bravo Federer a servire, certo, ma pessimo Bolelli alla risposta.
Per quanto Federer abbia servito certamente bene, al di là dei 15 aces e delle discese a rete dietro al servizio o alle prime occasioni utili, un Bolelli più reattivo con i piedi ed efficace con la risposta avrebbe dovuto cogliere più di 8 punti in 13 games.
Un bel braccio è importante, per carità, e Simone ha servito anche a 211 all’ora, e sparato cannoballs di dritto -soprattutto nel primo set- che facevano paura. Ma nel tennis sono altrettanto importanti anche le gambe, il footwork, la reattività. E Simone, che pure ha fatto progressi rispetto a tanti anni fa anche in quel settore, è davvero esageratamente lento per competere a questi livelli, e con un campione come Roger che a 33 anni e mezzo si muove 10 volte meglio di lui.
Si è notata questa sua lentezza in mille occasioni, ma a volte è stata anche pura pigrizia. Come quando, mi sono appuntato nelle note, già sul 2-3 e 15-30 gli è arrivata una palla non velocissima sul centrosinistra e lui ha preferito giocare un colpo di rovescio anziché girare attorno alla palla e lasciar partire quel dritto che era stato esplosivo fino a quel momento. Finendo per perdere il punto. Visibilmente lentissimo – a occhio nudo – è stato poi quando una sua palla si è fermata subito la rete, quasi fermata dal net. Federer ha fatto uno scatto che Bolelli si sogna, c’è arrivato e l’ha buttata come poteva…ma Simone si era fermato a metà campo, come spesso fanno le ragazze, invece di avanzare per tagliare angolo e visuale. Così si è fatto infilazare da una palla lentissima, che gli sarebbe stato facilissimo chiudere se avesse fatto prima un paio di passi avanti invece di dormire.
Quel record di 33 partite su 33 contro i top-ten, che ora sono diventate 34, la dice lunga urtroppo sui limiti di Simone.
Nella conferenza stampa post partita Federer ha risposto alla mia domanda sulla qualità del gioco espresso nel primo set da Simone: “Credo che già in Davis Simone abbia giocato due ottimi set contro di me .Mi sono reso conto che il suo piano era quello di imporsi da fondocampo e che oggi il dritto gli funzionava molto bene e così come il rovescio con l’opzione dello slice. Non sono tanto sorpreso del fatto che abbia giocato bene, ma piuttosto del fatto che abbia mantenuto un livello molto alto a lungo e che ha servito benissimo. Forse avrei dovuto evitare di perdere il servizio nel primo set, i campi sono molto veloci e in queste condizioni perdere il servizio corrisponde a perdere un set. Sono stato sotto pressione per oltre metà del secondo set, ma sono contento di aver ritrovato il mio gioco e di aver vinto”.

Simone Bolelli: “Sono calato dopo 45 minuti, non sono abituato a giocare 3 set su 5”

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/Bolelli-1-sono-calato-dopo-45-minuti1.mp3

Simone Bolelli: “Non riuscivo a leggere il suo servizio e non rispondevo bene, devo migliorare nella gestione delle partite lunghe”

 

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/Bolelli-2-non-riuscivo-a-leggere-il-suo-servizio.mp3

 

A. Seppi b. J. Chardy 7-5 3-6 6-2 6-1 (Da Melbourne, Roberto Cappuccio)

Sono passati esattamente due anni da quando Seppi perse agli ottavi con Chardy il 21 gennaio 2013, in 4 set, sotto un sole cocente. Oggi le condizioni di gioco erano identiche, con in più un vento che faceva sembrare lo Show Court 2 un forno ventilato.

E i primi due set sembrano la replica di due anni fa in punteggio e schema tattico: bombarde di servizio a 200 km/h per il francese, solidità e ragnatele di dritto e rovescio per Seppi. Si va avanti punto a punto senza troppe emozioni fino al 5 pari con parecchi errori da entrambe le parti, poi break di Seppi che chiude 7-5.

Nel secondo set entrambi i giocatori continuano ad essere molto fallosi, forse a causa del vento che porta via palle che atterrano buoni due metri oltre la linea di fondo. Andreas parte bene e si porta 2-0 e break-point che però non converte. Chardy si salva con un ace (9 nel secondo set, 17 in totale) e il momento del match gira dalla sua parte. Sul 4-3 approfitta di un passaggio a vuoto di Seppi e strappa il servizio all’altoatesino per poi chiudere il set con 3 ace e una risposta sbagliata di Andreas. 7-5 3-6: appare lo spettro del 2013 quando Chardy vinse poi facilmente i due set successivi per 6-2.

Seppi ritrova se stesso nel terzo set: risponde bene, tesse le sue ragnatele e non dà ritmo a Chardy giocando sul suo rovescio e alternando rovesci in piatti e tagliati. Seppi fa il break quasi subito e si porta sul 3-1. Chardy sembra in difficoltà su un campo veloce che non gli piace come affermerà poi in conferenza stampa. È in ritardo col dritto e si trova spesso a doverlo forzare inanellando errori (71 errori non forzati in totale contro 41 vincenti). Aggrappandosi al servizio fa ancora un gioco, fino al 4-2, che è il punto di svolta del match: entrambi i giocatori sembrano nervosi, entrambi chiamano un challenge su palle nettamente fuori. Seppi però mantiene la calma e il tempo sulla palla, servendo discretamente (65% di prime palle e 8 ace alla fine della partita) e portandosi a casa il gioco. Da quel momento il francese sparisce dal campo e con un game disastroso perde il servizio, il set e manda Seppi a servire in apertura di quarto set.

“Via col braccio” gridano ad Andreas dal box. L’altoatesino li ascolta e tira piattoni di dritto che fanno vacillare Chardy, il quale, da parte sua manda un paio di palle in tribuna. Sembra manchino le idee al francese, che spara a tutto braccio alla “o la va o la spacca”. Anche il servizio non funziona più tanto (44% di prime palle nel quarto set contro 74% nel primo set e un totale di 10 doppi falli) e in pochi minuti Seppi è sul 5-1 con l’ennesimo errore non forzato di Chardy. Seppi serve così per il match. Risposta sbagliata di Chardy su un kick-serve di Seppi: 15-0. Risposta sbagliata su una prima piatta: 30-0. Erroraccio di dritto: 40-0. Ace. Finisce 7-5 3-6 6-2 6-1 in un incontro dove Andreas non ha giocato il suo miglior tennis, ma ha sbagliato meno dell’avversario (40 errori non forzati contro 71), ha risposto bene e si è mosso bene sul campo. Ora lo aspetta Roger Federer.

 

http://s3.postimg.org/r3sc97amr/seppi.jpg

Andreas Seppi: “Una partita buona ma niente di ché, ma nello scambio mi sentivo in vantaggio.”

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/Seppi-pt1.mp3

Andreas Seppi: “Un pò di vento dà sempre fastidio, spesso aspettavo la palla un pò troppo e poi l’avevo un pò lontana e la steccavo. Anche lui però ….”

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/Seppi-pt2.mp3

Andreas Seppi: “Con Federer sicuramente non puoi stare lì ad aspettare o a palleggiare, devi cercare di fare gioco e quando hai la chance spingere e prendere qualche rischio in più.”

 

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/Seppi-pt3.mp3

 

[10] E. Makarova b. R. Vinci 6-2 6-4 (da Melbourne Giulio Gasparin)

Non c’è stato niente da fare per Roberta Vinci contro una Ekaterina Makarova ispiratissima nel primo match odierno sulla Road Laver Arena degli Australian Open. A testimonianza dell’amore della numero 10 del mondo con i campi del Melbourne Park, nelle ultime quattro edizioni la russa non ha mai perso prima degli ottavi di finale, con due quarti consecutivi nel 2012 e nel 2013.

Era quindi chiaro che, nonostante il due a due nei precedenti con l’ultimo vinto dall’azzurra 7-5 al terzo a Pechino lo scorso autunno, fosse la Makarova la favorita e, purtroppo per la Vinci, tale si è dimostrata.

La pugliese era partita bene nella calda mattinata di Melbourne, trovando un break di vantaggio nel secondo gioco al termine dello scambio più lungo del match, un estenuante braccio di ferro tra il dritto mancino della Makarova e il rovescio slice della Vinci, finito con un errore della prima al 22° colpo.

La reazione della semifinalista degli US Open 2014 è però arrivata immediatamente, così che la russa ha trovato prima il contro break con un eccezionale passante lungo linea di dritto, e poi non si è più fermata, conquistando anche i seguenti cinque giochi, dove c’è stata comunque lotta. Emblematico sotto questo punto di vista è stato il settimo gioco, quando la numero quattro d’Italia ha salvato quattro palle break, una delle quali con una pregevole volée alta smorzata di rovescio, ma è stata infine passata sulla quinta, che ha poi concesso alla numero 10 del mondo di servire per il set.

La Vinci è riuscita ad interrompere la seria negativa con un’ottima reazione nel primo game del secondo set, chiuso a zero con un ace al centro. Nel gioco successivo però non è riuscita a sfruttare il fisiologico calo della sua avversaria, che ha fatto tre doppi falli, ma ha comunque tenuto il turno di battuta. Ci sono state altre piccole chance per l’azzurra, ma ogni volta la Makarova ha alzato il livello, trovando accelerazioni ed angoli vincenti anche da posizioni difensive.

L’unico break, conquistato dalla testa di serie numero 10 nel quinto gioco, è stato decisivo per il set e il match, chiusosi seguendo l’andamento dei servizi fino al definitivo 6-4.

Roberta Vinci: “Non ho giocato male, lei è stata bravissima”

 

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/Vinci-R2.mp3

 

 

[14] S. Errani b. S. Soler Espinosa 7-6(3) 6-3  (da Melbourne, Luca Baldissera)
Parte subito forte Sara Errani, testa di serie numero 14, nel suo match di secondo turno contro la spagnola Silvia Soler Espinosa, numero 69 WTA, con un break in apertura. Ma dopo essersi portata sul 2-0, ingaggia con la ventisettenne avversaria una gara perversa a chi regala più turni di battuta. Si arriva così, con poco gioco da parte di entrambe, al tie break, che la Errani recupera e vince per 7 a 3 dopo essere stata sotto 3-0. Primo set mediocre, poche cose belle (qualche dritto di Sara carico e stretto, come il passante che le ha dato la vittoria nel parziale), e tanta discontinuità (tre break subiti a testa).
Il secondo set riparte sulla falsariga del primo, break Espinosa, 2-0, poi recupero di Sara sul 2-2, poi ancora break per la spagnola, poi di nuovo Sara. Sale il caldo del tardo pomeriggio australiano, c’è poca gente sugli spalti, quando finalmente Errani affonda bene due accelerazioni, tiene la battuta e va 4-3 sopra. In una Margaret Court Arena semideserta, Sara va a rete un paio di volte, spinge bene qualche dritto, e alla fine chiude 6-3. 21 game giocati, 11 break: la cosa migliore di queste partite tanto irregolari è portarle a casa.

Simpatico siparietto finale con Errani richiamata sul campo dall’intervistatore per ripetere le dichiarazioni post-match dopo che era già andata via, per un problema al microfono.

 

Stats Errani Espinosa

 

Sara Errani: “Non ho più nessun tipo di fastidio, non sto prendendo antinfiammatori”

 

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/errani-luca-1.mp3

 

Sara Errani: “Oggi ho fatto paradossalmente più fatica di rovescio, lo trattenevo troppo, avevo paura che la palla mi scappasse”

 

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2015/01/errani-luca-2.mp3

 

(in aggiornamento)

 

Risultati:

[10] E. Makarova b. R. Vinci 6-2 6-4

[14] S. Errani b. S. Soler Espinosa 7-6(3) 6-3

S. Bolelli vs [2] R. Federer

A. Seppi vs [29] J. Chardy


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