Australian Open donne: Vika rinasce. Serena, Radwanska, Kvitova e Venus avanti, Stosur out

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Australian Open donne: Vika rinasce. Serena, Radwanska, Kvitova e Venus avanti, Stosur out

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Nel day 4 degli Australian Open, Agnieszka Radwanska asfalta la svedese Larsson in appena 44 minuti di gioco. Serena Williams salva 3 set point, poi vince facile. Venus domina la Davis, Kvitova facile, la Muguruza supera in 3 set la Hantuchova, Cibulkova in gran forma, Cornet vince nel giorno del suo compleanno. In serata Vika Azarenka demolisce la Wozniacki mostrando di essere di nuovo in gran forma. Stosur di nuovo out davanti al pubblico di casaC. Vandeweghe b. [20] S. Stosur 6-4 6-4 (da Melbourne Giulio Gasparin)

Si infrange ancora una volta durante la prima settimana la speranza degli australiani di vedere la propria beniamina andare lontano nel torneo di casa. Quest’anno Sam Stosur si è dovuta arrendere ad una strepitosa Coco Vandeweghe, che ha messo a segno 11 ace e 29 vincenti in una partita durata appena due set.

L’americana che al primo turno aveva dato già segnali di una forma eccezionale contro la nostra Francesca Schiavone, oggi non ha dovuto fronteggiare alcuna palla break, mentre la Stosur aveva addirittura dovuto salvarne due già nel primo game. Non è servito nemmeno il supporto di un pubblico completamente per lei e che sperava di vederla vincitrice sullo stesso campo in cui poco prima Lleyton Hewitt aveva perso in cinque set.

Purtroppo però le due giocatrici sono apparse giocare un tennis simile come tattica, con l’americana però decisamente più ispirata. Alla fine solo un break per set ha segnato le sorti dell’australiana, uno dei due, nel primo set, arrivato con un brutto doppio fallo, l’unico del match per lei.

Per la Vandeweghe, che non aveva mai passato un secondo turno ad uno slam, ci sarà una grande possibilità di approdare alla seconda settimana, dovendo affrontare Madison Brengle dopodomani, con cui ha vinto due dei tre precedenti.

[19] A. Cornet b. D. Allertova 6-4 6-7(2) 6-2 (Da Melbourne Giulio Gasparin)

Alizé Cornet ci ha abituato a match al cardiopalma che spesso si qualificano più per la categoria dramma che evento sportivo. Quello di oggi è stato un esempio di tale tipologia di partita, con reminiscenze del match, sempre di secondo turno, dello scorso anno qui agli Australian Open contro Camila Giorgi, da cui, anche in quell’occasione, uscì stremata ma vincente al termine di un match il cui pathos non era dettato dalla qualità del gioco espresso.

Anche oggi, giorno speciale per la transalpina accolta in campo da un coro di fan che le auguravano buon compleanno, la numero uno di Francia si è complicata la vita in un match reso difficile da condizioni di caldo opprimenti (37°C durante la partita) e un’avversaria che non si è mai data per vinta. Anzi, la giovane Denisa Allertova, che ha appena raggiunto la miglior classifica in carriera al numero 107, ha recuperato due volte un match che sembrava perso, trovando un insperato break sul 5-4 e sul 6-5, mentre la Cornet tentava di chiudere l’incontro in due set.

Accusando il contraccolpo psicologico delle occasioni sprecate e soffrendo l’improvvisa fiammata della ceca, la transalpina ha perso il tiebreak nettamente, con la solita e plateale dimostrazione della propria stanchezza. Anche la sua giovane avversaria però covava affaticamento fisico e mentale, tanto da partire subito male nel parziale decisivo, dove la Cornet ha trovato con il dritto e le variazioni di ritmo la chiave di volta per regalarsi la vittoria per questo suo 25° compleanno. A fine match, alcuni dei fan l’hanno aspettata all’uscita per farle gli auguri come si vede da questo video.

Cornet: “Oggi non ho giocato benissimo, ma sono contenta. Dopodomani Cibulkova e sarà dura. In Fed Cup sarà bello giocare così vicina a casa”

 

 

[4] P. Kvitova b. M. Barthel 6-2 6-4 ( di Tommaso Voto)

Una solida e concentrata Kvitova supera la Barthel, con il punteggio di 6-2 6-4, e può essere considerata, a pieno titolo, tra le favorite per la vittoria finale. In queste prime partite abbiamo assistito ad una versione “deluxe” della ceca, devastante con il dritto e capace di verticalizzare il gioco facilmente. Quando la Kvitova gioca così diventa difficile per le avversarie arginarla, perchè il peso di palla ed i suoi colpi piatti sono di difficile lettura. Dal canto suo la Barthel è apparsa, ancora, in non perfette condizioni fisiche ( caviglia vistosamente fasciata) e troppo fallosa per poter impensierire la sua più titolata avversaria.
Il primo set scorre rapidamente per la Kvitova, che in risposta detta legge e tiene lontana la Barthel dalla linea di fondo. Chiude facilmente 6-2 con tanti vincenti e con un ritmo incredibile ( la palla della Kvitova schizzava ed era imprendibile per la tedesca). Anche nel secondo parziale è la ceca a tenere il pallino del gioco in mano con la Barthel costretta sempre a rincorrere le “bordate” di dritto della Kvitova, sarà cruciale, per le sorti della partita, il sesto gioco, perché vedrà la campionessa di Wimbledon in difficoltà, ma la sua avversaria non è riuscita a trasformare svariate palle break ed a mettere sotto pressione la Kvitova, che nei momento del bisogno è stata aiutata dal servizio e dal suo dritto. Scampato il pericolo la ceca chiuderà il set 6-4 dimostrando, stranamente, una tenuta mentale notevole ed una condizione atletica invidiabile ( considerando che l’aspetto fisico è sempre stato il suo vero limite).
Oggi abbiamo visto una Kvitova veramente in forma e consapevole, finalmente, dei propri mezzi e capace di esprimere un tennis solido, potente e veloce, che solo Serena Williams è in grado di replicare. Petra dovrà rimanere concentrata ed affrontare gli impegni più complicati con questo spirito, perché ha la possibilità reale di vincere questo Slam.

[26] E. Svitolina b N.Gibbs 7-6 (3) 7-6 (6) (di Raffaello Esposito)

La ventunenne Nicole Gibbs, n° 96 WTA, affronta Elina Svitolina, ucraina e testa di serie n°26 del torneo.
Un break per parte e 2 pari nel primo set quando Svitolina strappa ancora il servizio all’avversaria. Gibbs reagisce e di rabbia infila due games per portarsi avanti 4-3. La Svitolina con un ace tiene la battuta a 15 e pareggia a quattro. L’undicesimo game è un romanzo, entrambe spingono i colpi e Gibbs deve annullare una prima palla break con un gran vincente di rovescio ma deve arrendersi e cede il servizio dopo un game infinito. Non è finita,  Gibbs  è una lottatrice e strappa il servizio all’avversaria nel game successivo per il tie break.
Entrambe spingono ma tre sanguinosi non forzati di Gibbs nel momento decisivo regalano il parziale alla Svitolina per 7-3. Mostra carattere l’americana che brekka in apertura di secondo set, conferma e brekka ancora per un 3-0 pesante che diventa 4-1. Sul 5-2 Gibbs si fa brekkare ai vantaggi e rimette in gioco Svitolina che in un attimo le torna sotto sul  5-4. E qui succede di tutto. Gibbs perde ancora il servizio, imitata dall’avversaria. La giovane americana serve per l’ennesima volta per il set ma viene brekkata a 15. Il tie break è emozionante, Svitolina spinge di più forza l’avversaria all’errore fino a portarsi 6-3. Gibbs annulla tre palle partita consecutive con cieco coraggio, va sul sei pari ma al successivo match point cede le armi.

[11] Cibulkova b. Pironkova 6-2 6-0 (di Carlo Carnevale)

Bastano settantatrè minuti alla finalista del 2014 per superare un’avversaria potenzialmente pericolosa, e lanciarsi verso un terzo turno da favorita. Dominika Cibulkova non si concede alcuna sbavatura, e con la consueta grinta mette alle corde la talentuosa Pironkova, senza mai lasciarle la possibilità di comandare. L’aggressività della slovacca tascabile è senz’altro la chiave del match, unita alla seconda troppo attaccabile della bulgara (misero 28% di resa a fine match).
L’incontro dura mezzo set, nel quale la Pironkova cerca di appoggiarsi alle fiondate da fondo dell’avversaria, creando anche interessanti geometrie d’anticipo. Il controbreak in avvio ed un poderoso ruggito della nativa di Plovdiv illudono circa la possibilità di una partita vera, ma la forza mentale della Cibulkova, manifestata dai continui incitamenti madrelingua, le consente di mettere pressione praticamente su ogni punto.
La slovacca mixa un eccellente lavoro di piedi ad una potenza asolutamente insana per il fisico di cui dispone, specialmente dalla parte dell’amato dritto, senza però disdegnare soluzioni più eleganti, come lo schema dropshot – passante di rovescio che ripete più volte, soprattutto nel primo set e con il quale strappa il primo servizio della partita.
Nel secondo parziale la Pironkova smette di combattere da subito, e una volta non sfruttate due palle break abbandona definitivamente l’incontro.
Dominika è ora attesa dalla vincente del match tra la qualificata ceca Allertova e l’ostica francese Cornet, con la quale è in vantaggio 3-1 nei precedenti, sperando di poter ripetere la cavalcata dello scorso anno, e dare una scossa già in avvio di 2015.

[30] V.  Lepchenko b A. Tomljanovic 6-1 7-6(1) (di Raffaello Esposito)

Una storica rivalità del tennis rivive in versione 2.0 sullo Show Court 2 fra la naturalizzata australiana Ajla Tomlianovic e Varvara Lepchenko, statunitense dal 2007.
I precedenti vedono l’americana in vantaggio 2-0 ma l’ultimo scontro a Miami si è concluso solo al tie break del terzo.
Apre al servizio Lepchenko che tiene la battuta, brekka nel game successivo e conferma per un 3-0 leggero che diventa poco dopo un 4-1. Tomlianovic soffre al servizio e ha già 9 errori non forzati. Un altro break porta l’americana al servizio sul 5-1. Un ace e due vincenti di dritto chiudono il set. Tomlianovic non c’é.
Nel secondo si seguono i servizi fino al quinto game quando Lepchenko brekka per portarsi avanti 3-2. Reazione dell’australiana che entra finalmente nel match e strappa per la prima volta il servizio all’americana per poi portarsi avanti sul 4-3. Lepchenko non trema e, in un turno di battuta complicato, arriva al pareggio. Il gioco segue i servizi fino al tie break. Qui Lepchenko mostra più coraggio, spinge i colpi e viene aiutata da tre errori suicidi dell’australiana per il 7-1 che chiude il parziale e il match.

[24] G. Muguruza b.  D. Hantuchova 6-1 1-6 6-0 (di Carlo Carnevale)

Punteggio da rollercoaster nel match di apertura sul campo 6. Alla bella Daniela non è sufficiente un secondo set dominato e giocato con il rubinetto dei vincenti sempre aperto (addirittura sedici in appena sette giochi).
Garbine Muguruza continua sulla scia del quarto di finale colto a Sidney e del successo in due set sulla Erakovic, e si aggiudica l’incontro mantenendo, salvo il blackout del parziale perso, un ritmo forsennato, insostenibile per la più esperta avversaria.
Nel primo set l’iberica fa grandinare winners da ogni parte del campo, compensando il pessimo rendimento con la seconda (nessun punto ottenuto in sette occasioni) e rimandando autentiche mattonate al di là della rete. La Hantuchova più volte si vede investita dalla palla quasi prima ancora di atterrare dal movimeno del sevizio, e chiude la prima frazione con undici gratuiti.
Entrambe le protagoniste giocano un tennis tutt’altro che percentuale, scambiandosi carezze olte i cento chilometri orari.
Muguruza cala al servizio, Hantuchova inizia a giocare da ferma e di fatto le parti si invertono, seppur con un punteggio speculare, nel secondo set.
Un 6-1 a testa e verdetto rimandato alla partita decisiva, che di fatto però non c’è. La spagnola ritrova i colpi di sbarramento, alza la pressione e i decibel, e si invola a consegnare il secondo bagel del proprio torneo all’avversaria,  che lotta solo nel game finale, nel quale annulla quattro matchpoints, prima di doversi arrendere all’ennesima bordata di dritto.
Muguruza troverà al terzo turno la svizzera Baczynsky, con all’orizzonte un possibile ottavo di finale con Serena Williams, nella rinvincita del thriller che vide la spagnola eliminare la regina al secondo turno dello scorso Roland Garros.

[1] S. Williams b. V. Zvonareva 7-5 6-0 (Da Melbourne, Giulio Gasparin)

Cinque anni fa Serena Williams affrontò Vera Zvonareva all’ultimo atto di Wimbledon, nello stesso anno la russa raggiunse la seconda posizione mondiale. Oggi le due si sono affrontate al secondo turno degli Australian Open, dando vita ad un match emozionante, se non altro per i primi 45 minuti.

La numero 203 del mondo, entrata in tabellone grazie al ranking protetto, aveva vinto due dei nove precedenti con la numero uno del mondo, e nonostante i pochi match giocati a causa di vari infortuni, ha iniziato il match decisa a portare a casa la sorpresa di giornata. La 18 volte vincitrice di slam, ha iniziato l’incontro in sordina, faticando soprattutto al servizio dal lato con il sole in volto, tanto da trovarsi quasi subito indietro di un break.

Nonostante una forma fisica lontana da quella degli anni d’oro, la russa ha giocato un bel primo set, arginando la potenza della Williams e riutilizzandola per aprirsi il campo. Dal canto suo, la vincitrice dello US Open dell’anno scorso è apparsa molto fallosa e dopo uno scambio di break e contro break si è trovata con le spalle al muro, sotto 5-3 e 15-40 sul proprio servizio.

La Williams, che non passa i quarti di finale in Australia dal 2010 quando li vinse, ha salvato le due palle set e poi una terza, per poi trovare due ace consecutivi e costringere la Zvonareva a servire per chiudere il set. A quel punto la russa, portatasi sul 30-0, è stata tradita da un dritto uscito di un paio di millimetri, come dimostrato dal falco, e da lì si è disunita.

Al contrario, la numero uno del mondo ha innalzato il ritmo, lasciando ferma la propria avversaria nel punteggio fino alla conclusione del match. Dai tre set point salvati, l’americana ha infatti conquistato 9 giochi consecutivi e ha chiuso l’incontro per 7-5 6-0. Nel corso del secondo set, in uno dei rari game combattuti sul proprio servizio, la prima favorita del torneo ha messo a segno l’ace più veloce del torneo a 204 km/h. Al prossimo turno se la vedrà con Elina Svitolina.

[6] A. Radwanska b. J. Larsson 6-0 6-1 (di Silvia Berna)

Prosegue a gonfie vele la rincorsa di Agnieszka Radwanska al primo titolo slam della sua carriera. La polacca, numero del 6 del ranking mondiale, ha affrontato e letteralmente asfaltato la malcapitata svedese Johanna Larsson, numero 70 del mondo. Radwanska difende la semifinale ottenuta lo scorso anno – miglior risultato nello slam australiano – quando fu sorprendentemente sconfitta da Dominika Cibulkova. Larsson – unica svedese in tabellone –  è invece riuscita ad approdare al secondo turno a Melbourne per la prima volta in carriera, dopo quattro sconfitte al primo turno. Fra le due giocatrici un unico precedente, vinto nettamente dalla polacca nel 2014. Come prevedibile, la partita è un assolo di Radwanska, che appare molto solida, concreta e concentrata fin dall’inizio. La Larsson impiega ben sette game prima di riuscire a vincere il suo primo, ed unico gioco, di tutto l’incontro. Ci prova la svedese, almeno nelle prime fasi del match, ma Aga è davvero troppo per lei. Senza fatica apparente, Radwanska trova angoli e profondità con invidiabile facilità. Comanda lo scambio, senza bisogno di sfondare, muove l’avversaria, gioca sempre una palla in più e alla fine il punto lo fai sempre lei, senza bisogno di tirare particolarmente forte. Al suo cospetto la Larsson appare inerme, incapace di reagire e di trovare soluzioni tecnico-tattiche che possano permetterle almeno di lottare. Sotto lo sguardo attento e soddisfatto di Martina Navratilova, Radwanska chiude con un ace dopo appena 44 minuti di gioco.

[18] V.Williams b L. Davis (USA) 6-2 6-3 (di Raffaello Esposito)

Sul campo intitolato a Margaret Court, regina del grande slam 1970, si gioca la sfida a stelle e strisce fra Venus e Lauren Davis. E’ sempre un privilegio vedere in azione la maggiore delle Williams, al suo ventiduesimo anno sul circuito e impegnata con la grazia di una dea a percorrere il Sunset Boulevard della carriera. Il caldo non aiuta Venus, che apre al servizio, subisce il break e mostra l’aria svagata delle giornate no ma il dritto incrociato in corsa col quale brekka l’avversaria nel quarto game per il due a due non ha età e la sveglia del tutto. Con il servizio che comincia a entrare Venus si porta a condurre e attacca spesso la rete con il chiaro scopo di accorciare gli scambi e risparmiare energie preziose. L’emozione gioca brutti scherzi a Davis che cede il servizio per la seconda volta consecutiva mettendo fuori di metri due dritti in manovra. Venus possiede ancora troppo tennis e le bastano pochi minuti per vanificare l’iniziale svantaggio e volare sul 5-2. Davis soffre al servizio, se non mette la prima Venus avanza tre metri dentro al campo e fa i buchi per terra con la risposta. Si va ai vantaggi e Venus intasca il primo set  in trentacinque minuti con una volée alta di dritto. Venus apre il secondo set al servizio, si distrae e concede il break ma se lo riprende subito. La Davis mette poche prime per poter sperare di condurre il gioco e ha già 14 errori non forzati. Due doppi falli e una facile volée in corridoio di Lauren danno l’ennesimo break a Venus che sente l’odore del sangue, spinge a tutto braccio e va al cambio campo sul quattro a uno. Quanto basta per per concentrarsi sul proprio servizio e chiudere 6-3 in poco più di un’ora.

V.Azarenka b C.Wozniacki  6-4 6-2 (da Melbourne Robbie Cappuccio)

Visto l’alto numero di giocatori australiani in campo, il match più atteso non si guadagna il palco della Rod Laver Arena. Due ex n.1 del mondo si affrontano alla Margaret Court Arena, neanche gremita, in un match che rappresenta un test per entrambe. Da una parte Caroline Wozniacki deve dimostrare solidità e superare un ostacolo inaspettato, dall’altra parte Viktoria Azarenka, vincitrice per due volte consecutive a Melbourne nel 2012 e 2013, una cui vittoria le aprirebbe un varco fino ad una potenziale semifinale con Serena Williams e soprattutto sancirebbe un ritrovato il livello di gioco pari a prima degli infortuni della scorsa stagione.
Cala la sera sul Melbourne Park e, dopo un pomeriggio caldo, un cool change abbassa la temperatura di una quindicina di gradi in pochi minuti. Vika sfoggia un completino giallo che sembra un evidenziatore Stabilo Boss a dimensione umana; Carol decisamente più elegante, con completo verde acqua e scarpette rosa.

Sarà il colore che la dà determinazione, sarà che a Melbourne Azarenka ha sempre giocato bene, ma Vika parte a mitraglia, tirando proiettili lungo linea e incrociati che atterrano sempre a meno di una spanna dalla linea di fondo. È un gioco sempre in anticipo in cui mostra pure discese a rete concluse in maggior parte con drive volley (26 in tutto alla fine del match con 81% di punti vinti). Dall’altra parte Carol recupera tanto ma non tutto. Il primo gioco dura 8 minuti e si conclude con il break della Azarenka, che poi vola sul 3-0 e doppio break. A questo punto Wozniacki si ricorda che è capace di essere aggressiva e Azarenka cala leggermente per evitare l’infarto. Palla break dopo palla break (alla fine in 8 giochi su 10 ci saranno break point) il set si ritrova sul 4 pari, quando Vika ritrova l’anticipo continuando a giocare sul dritto di Carol e attaccando. Alla quarta palla break va a rete e si prende il gioco, per poi servire e finire il set spingendo sul diritto della danese e attaccandola sul rovescio. 6-4

Lo schema tattico non cambia nel secondo set, con Azarenka che spinge e inanella vincenti (31 contro 18 della danese alla fine del match). Wozniacki cerca di non dare troppo spazio alla rivale-amica, ma oggi è la serata di Azarenka: anche quando è sotto 0-30 nel secondo gioco vince un punto clamoroso prima salvandosi miracolosamente in lob su un attacco della danese, poi mettendo la racchetta e prendendo lo smash per poi finire con un rovescio lungolinea fulminante. Caroline si ostina a muoversi sul dritto che però non è mai incisivo e il gioco è sempre in mano a Viktoria, che anche quando sbaglia viene aiutata dal nastro, e riesce a fare il break al terzo gioco. Poi, sul 4-2 Azarenka prende un paio di righe e si procura tre palle break consecutive (ben 13 in tutto il match): buona la prima con una risposta di rovescio lungo linea. Azarenka serve per il match e serve bene. Un ace le procura il match point che converte con attacco lungolinea di dritto e volè di rovescio chiudendo la partita 6-4 6-2 in un’ora e 38 minuti.

Alla fine Azarenka è visibilmente felice e si lascia andare in un’estemporanea danza in mezzo al campo “Mi piace ballare e vedo la folla qui farlo in TV e allora mi viene voglia anche a me“. Anche in conferenza stampa, una rilassata Vika si sofferma sul suo abbigliamento prendendo in mano la situazione e chiedendo pareri ai giornalisti. Riguardo al match: “Penso sia stato un bel match di buon livello e sono contenta di come ho giocato durante tutto il match. E’ stato un bel progresso rispetto al primo match e penso che continuerò a crescere. Non essendo testa di serie sapevo di dover accettare chiuque mi capitasse e cercare di giocare al meglio. Carol ha fatto una fine d’anno incredibile e quindi dovevo entrare determinata e giocarmi le occasioni e penso di averlo fatto bene”.

Una Wozniacki visibilmente delusa in confernza stampa non cerca scuse. “Vika ha giocato meglio di me, con molto anticipo ed ha meritato di vincere“. Alla domanda se si ricorderà questa sconfitta come un’uscita al secondo turno o una sconfitta contro Azarenka risponde “Una sconfitta è una sconfitta. Qualsiasi sconfitta è brutta. Non è divertente essere qui in questo momento; preferisco giocare malissimo e vincere, che giocar bene e perdere, ma imparerò da questa sconfitta e migliorerò“.

woznarenka

Risultati:

[6] A. Radwanska b. J. Larsson 6-0 6-1
T. Bacsinszky b. A. Tatishvili 6-7(5) 6-3 6-2
[18] V. Williams b. L. Davis 6-2 6-3
[24] G. Muguruza b. D. Hantuchova 6-1 1-6 6-0
[1] S. Williams b. V. Zvonareva 7-5 6-0
C. Giorgi b. T. Smitkova 6-1 6-4
[11] D. Cibulkova b. T.a Pironkova 6-2 6-0
[30] V. Lepchenko b. A. Tomljanovic 6-1 7-6(1)
[19] A. Cornet b. D. Allertova 6-4 6-7(2) 6-2
[26] E. Svitolina b. N. Gibbs 7-6(3) 7-6(6)
M. Keys b. [29] C. Dellacqua 2-6 6-1 6-1
[4] P. Kvitova b. M. Barthel 6-2 6-4
V. Azarenka b. [8] C. Wozniacki 6-4 6-2
[25] B. Zahlavova Strycova b. K. Chang 6-1 7-5
M. Brengle b. I. Falconi 6-1 6-3
C. Vandeweghe b. [20] S. Stosur 6-4 6-4

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