Australian Open uomini: Djokovic e Wawrinka facile, Nishikori avanti in 4, fuori Hewitt

Australian Open

Australian Open uomini: Djokovic e Wawrinka facile, Nishikori avanti in 4, fuori Hewitt

Pubblicato

il

 

Nel day 4 degli Australian Open Djokovic liquida Kuznetsov in 1 ora e 26 minuti. Avanza Isner, Nishikori supera in 4 set il croato Dodig, Feliciano Lopez si salva approfittando del ritiro del francese Mannarino nel quarto set dopo aver salvato due match point nel terzo. Wawrinka si impone sul rumeno Copil, Ferrer in quattro set su Stakhovsky. Grande vittoria di Janowicz su Monfils al quinto set. Hewitt va fuori dopo essere stato avanti 2 set a 0

B. Becker b. L. Hewitt 2-6 1-6 6-3 6-4 6-2 (di Paolo Valente)

Benjamin Becker sfata più di un tabù ed approda per la prima volta in carriera al terzo turno degli Australia Open. Il tedesco, conosciuto dalla maggior parte degli appassionati per aver messo fine alla carriera di Andre Agassi agli US Open del 2006, da quel torneo non è mai più andato oltre il secondo turno in un torneo dello Slam. Quasi 9 anni e 27 tornei dello Slam dopo, Becker riesce finalmente nell’impresa, sebbene la partita per lui fosse iniziata malissimo: primi due set a senso unico, con Hewitt che non concede nulla al servizio e il tedesco che commette una serie impressionante di errori gratuiti (33 nei primi due set). Dopo un’ora esatta di gioco l’australiano è già avanti 6-2 6-1. Hewitt usa bene le variazioni di angoli e rotazioni, Becker sembra in confusione. La reazione del tedesco arriva nel terzo set: Becker inizia a sbagliare di meno, prende fiducia e Hewitt è costretto a cedere campo. La prima palla break del match per il tedesco arriva sul 3-2 nel 3°: l’errore di dritto di Hewitt gli concede il 4-2 e Becker chiude il set 6-3. La vittoria del set ribalta completamente le sorti dell’incontro: Becker vola 4-0 nel quarto e riuscendo a contenere la reazione di Hewitt vince il parziale 6-4. A questo punto i numeri sarebbero ancora contro Becker: 0-6 il record del tedesco nei match al 5°, mentre Hewitt con 32-22 è il giocatore in attività ad averne vinto di più (4° all-time). Ma a Becker evidentemente non interessano i numeri perché continua a macinare gioco e ad aggredire Hewitt sulle deboli seconde palle dell’australiano. Il break arriva al 4° game, Hewitt ha subito tre palle per pareggiare ma il tedesco le annulla e il match in pratica finisce lì. Becker strappa ancora il servizio all’avversario e chiude con un ace al 2° MP per il 6-2 finale.

[8] M. Raonic b. D. Young 6-4 7-6 (3) 6-3 (di Riccardo Urbani)

Milos Raonic, testa di serie numero 8 del torneo, inserisce il pilota automatico e supera con fluidità e sicurezza Donald Young, numero 56 del mondo. Lo fa col piglio giusto, con la tranquillità di chi ha consapevolezza di essere ormai stabilmente tra i grandi. Nella prima partita l’americano sembra tenere il ritmo, ma gli è fatale un brutto passaggio a vuoto sul suo servizio. Con due dritti mancini malamente sbagliati e un doppio fallo finale regala il break al canadese che ringrazia e chiude la pratica sul 6-4. Un dato su tutti non può che destare stupore: nei turni di battuta di Raonic, il povero Young riesce a conquistare solo un punto. Nella seconda partita però l’americano riesce a restare comunque aggrappato al match, concede una sola palla break che annulla con un buon servizio a uscire, mentre dall’altra parte il canadese continua a essere ingiocabile alla battuta. Logica conseguenza è un tie break in cui Young sparisce dalla partita e Raonic domina con un paio di dritti davvero notevoli.
Di fatto tutto finisce qui. La terza partita si apre subito con un break subito dall’americano e tutto lo stadio capisce che possono partire i titoli di coda. La chiusura in scioltezza con un convincente 6-3 finale dimostra una volta di più che il lavoro di Ljubicic e Piatti, unito a quello del nuovo preparatore atletico, stanno dando frutti generosi, in particolare su rovescio e spostamenti laterali. Le statistiche finali parlano di 17 ace, normale amministrazione, ma soprattutto 44 vincenti, un dato che non può che far sorridere i suoi allenatori.
Quanto a Young, si conferma un’incompiuta: ha una buona mano mancina, il suo dritto sparato dal lato sinistro avrebbe tutto per impensierire il rovescio del canadese, ma nella realtà accade di rado. Ci sono limiti caratteriali, di temperamento, evidenti e pare sempre più difficile pensare che possa fare il salto di qualità decisivo.

[4] S.Wawrinka b. M.Copil  7-6(4) 7-6(4) 6-3 (di Diego Serra)

Se qualcuno voleva risposte sulle reali potenzialità del campione incarica per bissare il successo dell’anno passato, forse non era il buon Marius, vincitore in carriera di un paio di challenger a Kazan e a Quimper, a poterle fornire. Certo qualche campanello d’allarme, o sirena da panico, sarà suonato dopo un primo set vinto solo al tiebreak dallo svizzero. Discontinuo e falloso tanto da perdere subito il servizio a inizio tiebreak. Poi ci ha pensato Copil a farsi prendere dall’ansia permettendo a Wawrinka di guadagnarsi il set, perdendo per tre volte il servizio.
Brekkato poi anche nel quarto gioco del secondo set, il rumeno ha mostrato improvvisamente tutta la sua fragilità a certi livelli. Non riuscendo a chiudere un tiebreak, secondo consecutivo, dove il campione in carica sembrava privo della giusta lucidità.
In discesa poi per lo svizzero il terzo e definitivo set. Ma quasi tre ore di gioco e quattro servizi persi o regalati all’avversario non danno un’idea di un Wawrinka pronto a ripetere la storica impresa.

[1] N. Djokovic b. A. Kuznetsov 6-0 6-1 6-4 (da Melbourne Giulio Gasparin)

Non capita spesso che i risultati parlino da soli, ma in questo caso c’è veramente poco da aggiungere a quanto raccontano i numeri di questo match. Si è confermata così l’abitudine del numero uno del mondo di passeggiare nei primi turni dello slam, specialmente quello australiano. È stata limitata solo ad una fiammata nel terzo set la resistenza del numero 88 del mondo, il russo Andrey Kuznetsov, che per lunga parte del match ha probabilmente temuto di subire la più cocente sconfitta della carriera.

Non è arrivata per “Nole” la miglior vittoria in uno slam, infatti in diverse occasioni il numero uno del mondo ha concesso solo 2 giochi al proprio avversario (ricordiamo che Paolo Lorenzi in due occasioni ha subito questa sorte, come anche Nicolas Massu, sempre in Australia nel 2007), per cui è stato quasi deludente lasciare 5 giochi a Kuznetsov.

Il match della testa di serie numero uno è stato praticamente ineccepibile, esclusione fatta per un paio di risposte malamente sbagliate nel game concesso al russo nel secondo set, dopo ha avuto diverse palle break, ma tutte sprecate, e poi per il calo di attenzione ad inizio di terzo set, quando era scivolato 2-0 subendo a zero l’unico break del match.

Il one-man-show dato da Djokovic di sicuro non ha fatto la gioia degli spettatori paganti sullo stadio centrale che in poco più di 4 ore hanno visto Radwanska fare a pezzi la Larsson, Serena Williams sfidata solamente per un set e poi questa vittoria in 1 ora e 26 minuti del campione serbo.

[5] K.Nishikori b. I.Dodig 4-6 7-5 6-2 7-6(0) (di Francesco Gizzi)

Avanza al terzo turno anche la testa di serie numero 5, Kei Nischikori, dopo aver sconfitto il croato Dodig con molta più difficoltà del previsto.
Le statistiche parlavano chiaro: 4 incontri tra i due e 4 vittorie nette del giapponese , che non aveva lasciato per strada nemmeno l’ombra di un set.
Si capisce subito però che non è giornata facile per il nipponico: a tratti svogliato, ma soprattutto falloso e lento negli spostamenti in corsa su ambedue i lati.
Il primo set vede l’alternarsi di ben tre break consecutivi, inizia Nishikori che gioca uno scellerato game in battuta, costellato da 3 errori gratuiti. Dodig non è da meno e così, dopo aver breakkato, concede il servizio all’avversario, recuperandolo nuovamente nell’altro ‘horror’ game giocato dal nipponico. Il croato prosegue in scioltezza i suoi turni in battuta e chiude il primo set sul 6-4.
Nishikori finalmente alza il livello di gioco, riduce gli errori gratuiti ( nel primo set sono ben 12!) ed entra man mano in partita, senza tuttavia riuscire a scardinare il muro croato. Dodig ha il merito di giocare una coraggiosa partita, tutta volta all’attacco, con risposte a tutto braccio e frequenti discese a rete, dove mostra anche una discreta sensibilità di tocco. Alla fine il break arriva e Nishi una volta pareggiato il computo dei set, inizia a giocare come lui sa fare.
Nel terzo parziale il giapponese non sbaglia praticamente mai e sembra ritrovare distanza dalla palla e confidenza soprattutto con il rovescio. Sembra il preludio di una fine scontata con Nishikori avanti 2-1 e il croato ormai alle strette.
Ma le cose facili non piacciono al numero 5 del circuito. Improvvisamente si spegne nuovamente la luce in casa Kei e Dodig, che ha il merito di esser restato sempre  aggrappato all’incontro, breakka e arriva a servire per il quarto set e per portare la partita ad un insperato parziale decisivo. Dodig gioca , come già capitato nel  secondo set, col braccino corto, Nishikori ne approfitta e ristabilisce la parità, che si mantiene fino al tie-break. Un tie-break per metà davvero mal giocato dal croato che non conquista nemmeno il punto della consolazione, lasciando festeggiare Nishikori e il pubblico presente.

[9] D. Ferrer b. S. Stakhovsky 5-7 6-3 6-4 6-2 (di Riccardo Urbani)

Tutto come da copione nell’avvincente confronto di stili fra David Ferrer, testa di serie numero 9, campione di solidità per antonomasia, e l’estroso Stakhovsky, buon artigiano del tennis classico, sempre all’attacco, ma sfortunatamente estraneo ad ogni forma di continuità. Carenza che lo relega ad una modesta posizione numero 71 in classifica, nonostante potenzialità fuor di dubbio superiori.
La prima partita segue il corso dei servizi senza occasioni, fino a quando l’ucraino deve battere sul 4-5. Qui Ferrer si procura ben 4 Set point, in parte sprecati, in altri casi ben giocati dal talentuoso avversario. E succede l’impensabile: nel turno successivo è invece Stakhovsky a fare il break, per poi chiudere 7-5 un set roccambolesco.
Nessuno può pensare che il nostro maratoneta spagnolo con racchetta si possa scomporre per un simile accidente, e infatti ricomincia a macinare il suo gioco come se nulla fosse. Strappa il servizio all’ucraino sul 3-2 e chiude in scioltezza 6-3, pareggiando i conti. Impossibile ora trovare qualcuno disposto a credere che l’incontro non sia segnato: Ferrer va avanti di 2 break e scappa 5-2, si distrae e fa rientrare Stakhovsky fino al 5-4, ma poi chiude siglando il 6-4. Il destino è sempre più chiaro, si vive di giocate estemporanee dell’ucraino, fra smorzate, voleè, pallonetti, attacchi in slice. Dall’altra parte però c’è un muro troppo solido che non conosce pause, nel servizio, nei colpi a rimbalzo, perfino nelle sgroppate a cui lo costringe l’istrionico avversario. Si arriva veloci al 6-2 finale dopo che Stakhovsky è stato costretto a cedere altre due volte il servizio e così cala il sipario su una partita che non è mai stata in discussione, neanche quando lo spagnolo ha dovuto rincorrere. Restano comunque un bel vedere alcune giocate dell’ucraino che, sembra giusto rammentarlo, è uno dei pochissimi privilegiati che potrà raccontare ai nipoti di aver battuto Sua Maestà Roger Federer nel giardino di casa, a Wimbledon. Certo, i 43 gratuiti finali sono una sentenza. Quanto al vecchio Ferrer, ha timbrato il cartellino come d’abitudine, ma già dal prossimo turno, con Simon, tutto si fa più complesso.

[12] F. Lopez b. A. Mannarino 4-6 4-6 7-6(3) 4-0 rit. (di Guido Capucci)

La testa di serie numero 12 del tabellone maschile si salva solo grazie alla fortuna.
Nonostante il divario in classifica sia notevolissimo, quasi 70 posizioni, Feliciano Lopez incappa in una giornata disastrosa al servizio: nei suoi primi 14 turni subisce, infatti, 9 break di cui 5 consecutivi tra la fine del secondo e l’inizio del terzo set.
Proprio nel terzo set avviene l’incredibile. Mannarino va 4-0 e poi 5-3 con ben due match point a disposizioni. Un gran passante dello spagnolo ed un errore del francese prolungano il match. Al tie-brek Lopez va sotto nuovamente  ma recupera ancora da 0-3 su un già claudicante Mannarino.
A questo punto si capisce quale sarà il destino della partita ed infatti, nonostante il coraggioso tentativo di combattere zoppicando per qualche altro game, il francese non può che ritirarsi sullo 0-4 del quarto set.

[21] J. Isner b. A. Haider Maurer 6-4 7-6 (7-4) 4-6 6-4 (di Diego Serra)

Partita ostica solo nel secondo e terzo set per il gigante americano che con il suo servizio dirompente piega la resistenza del giocatore austriaco, vincitore in carriera di un unico challenger a Caltanissetta.
Battaglia quindi nel secondo set dove è Isner a perdere per primo il servizio nel tiebreak, regalando una grande occasione al rivale, che però non ne approfitta. Nei due game successivi infatti Haider Maurer restituisce il favore andando sotto per due volte e perdendo il parziale.
Il terzo set si apre con un errore grave dell’americano che perdendo il servizio non recupera più e dà speranze all’austriaco. Nel quarto set però il discontinuo Maurer gioca un ultimo game disastroso perdendo a zero il servizio e il match. Isner avanza senza lasciare però una grande impressione di solidità.
Gli altri match
Ottima vittoria per il lussemburghese Gilles Müller che estromette la testa di serie numero 13 Roberto Bautista Agut. Dopo un primo set equilibratissimo risoltosi sul filo di lana al tie-break lo spagnolo sembrava impadronirsi del match e avviarsi ad una scontata rimonta quando invece Muller rientrava in partita, si aggiudicava il terzo set con un break decisivo nel dodicesimo gioco e scappava via facile nel quarto sommergendo Bautista di ace, alla fine 27. Tre set lottati consentono al mancino finlandese Nieminen di sbarazzarsi del tedesco Bachinger, mentre Garcia Lopez lascia appena sette game al castigatore di Fognini, Gonzalez che dunque proprio irresistibile non era. Vittoria agevole anche per l’americano in grande ascesa Steve Johnson che estromette la testa di serie numero 30 Santiago Giraldo in tre set conditi da 17 ace. Qualche intoppo solo nel primo set invece per Gilles Simon, testa di serie numero 18, che si fa recuperare un break di vantaggio da Marcell Granollers prima di aggiudicarsi il parziale al tiebreak rimontando da 3-5 ed andando via facile negli altri due.
J. Janowicz b. G. Monfils [17] 6-4 1-6 6-7 (3) 6-3 6-3 (di Paolo Valente)

Jerzy Janowicz approda per il terzo anno consecutivo al terzo turno degli Australian Open, superando in cinque set la tds n°17 Gael Monfils. Il primo set si decide al 9° game, dove Monfils si ritrova sotto 15-40 e alla prima palla break il suo dritto lungo dà al polacco la possibilità di servire per il set. Janowicz non fallisce l’occasione e chiude 6-4 il parziale. Monfils sembra frastornato, rimane troppo dietro la riga di fondo e subisce il gioco aggressivo di Janowicz. Il polacco invece gioca senza mezze misure: o tira a tutto braccio sia di dritto che di rovescio cercando il vincente, o cerca di rompere lo scambio con il marchio di fabbrica: la palla corta. Questo tipo di gioco lo porta a commettere tanti gratuiti e dopo aver mancato quattro palle break nel 3° game, il polacco cede la battuta nel game successivo. Monfils non concede più niente e con il 10° ace della sua partita pareggia i conti chiudendo il set 6-1. Il francese brekka ancora l’avversario in apertura di terzo set salendo 2-0 (parziale di 8-0), ma commette l’errore di rimettere in gioco uno Janowicz che sembrava chiaramente in confusione, facendosi raggiungere sul 2-2. Monfils però si riporta avanti 5-4, ha un set point ma lo spreca con un sanguinoso doppio fallo e incredibilmente cede di nuovo la battuta per il 5-5. Il tie-break è l’ovvia conclusione del set, qui il francese fa valere la maggiore esperienza e con il punteggio di 7-3 sale 2 set a 1. Quando il match sembra ormai pendere dalla parte della tds n°17 ecco arrivare inaspettata la reazione di Janowicz, che strappa il servizio all’avversario nel 5° game. Monfils accusa il colpo e appare molto stanco, il polacco invece sale di colpi e con una risposta vincente di rovescio porta il match al 5° (6-3 il parziale). Janowicz appare in fiducia e la qualità del suo gioco aumenta; Monfils si aggrappa al servizio per salvare due palle break nel 2° gioco del 5° set, avrebbe a sua volta tre occasioni per brekkare sul 2-2 ma il polacco annulla con autorità. Il game decisivo è l’8°: Monfils va sotto 15-40 e il rovescio vincente lungolinea di Janowicz concede al polacco la possibilità di servire per il match. Jerzy non trema e dopo 3h08’ di gioco può buttarsi a terra e festeggiare la vittoria.

Risultati:
 [5] K. Nishikori b. I. Dodig 4-6 7-5 6-2 7-6(0)
G. Garcia Lopez b. A. Gonzalez 6-1 6-3 6-3
[19] J. Isner b. A. Haider-Maurer 6-4 7-6(4) 4-6 6-4
S. Johnson b. [30] S. Giraldo 6-3 6-4 6-2
[12] F. Lopez b. A. Mannarino 4-6 4-6 7-6(3) 4-0rit.
J. Nieminen b. A. Bachinger 7-6(4) 7-5 7-5
G. Muller b. [13] R. Bautista Agut 7-6(5) 1-6 7-5 6-1
V. Pospisil b. P. Lorenzi 6-7(3) 7-6(4) 6-3 6-4
[4] S. Wawrinka b. M. Copil 7-6(4) 7-6(4) 6-3
[1] N. Djokovic b. A. Kuznetsov 6-0 6-1 6-4
[18] G. Simon b. M. Granollers 7-6(5) 6-2 6-4
[9] D. Ferrer S. Stakhovsky 5-7 6-3 6-4 6-2
J. Janowicz b. [17] G. Monfils 6-4 1-6 6-7(3) 6-3 6-3
[31] F. Verdasco b. G. Soeda 6-3 6-2 7-6(3)
B. Becker b. L. Hewitt 2-6 1-6 6-3 6-4 6-2
[8] M. Raonic b. D. Young 6-4 7-6(3) 6-3

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement