Australian Open interviste, Nadal: “Nei primi due set gli ho reso tutto troppo facile”

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Australian Open interviste, Nadal: “Nei primi due set gli ho reso tutto troppo facile”

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Australian Open, quarti di finale. Berdych b. Nadal 6-2 6-0 7-6 (5). L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal

Ti sei sentito poco bene o fuori forma oggi?

No, mi sento bene, semplicemente non è stata la mia giornata. Non ho giocato con la giusta intensità, il giusto ritmo e il mio avversario ha giocato meglio di me. Nello sport capita quando giochi contro qualcuno e quel qualcuno oggi ha giocato meglio di me.

Pensi che sia anche il fatto che non lo affrontavi da tempo, e di tutto il processo del tuo rientro?

Probabilmente non è il giorno giusto per parlare di questo. Ne abbiamo parlato abbastanza prima del torneo e quasi ogni giorno, quindi oggi devo solo fare i complimenti al mio avversario e accettare la sconfitta. È ovvio che mi serviva qualcosa in più per essere competitivo, come ho fatto nel terzo. Nel terzo set ho giocato come dovevo fare. Ma prima non ho giocato con la giusta intensità, la giusta fiducia, ho perso campo, giocato corto. L’ho fatto giocare facile. Non puoi pensare di vincere un quarto di finale Slam facendo giocare bene il tuo avversario. Dall’inizio del terzo ho giocato con più carattere, nel modo in cui dovevo farlo per avere delle chance di andare avanti, per essere dove volevo essere, dove sono stato negli ultimi anni. Continuerò a lavorare duro, quando torni dagli infortuni è sempre difficile rientrare. Ci sono tanti esempi nello sport di giocatori che hanno avuto difficoltà a tornare, per me non è diverso, no? Devo prendere le cose positive, senza giocare il mio miglior tennis sono arrivato ai quarti, non è un brutto risultato. Sono arrivato qui giocando un solo match, solo cinque match in sette mesi. Siamo solo a inizio stagione e voglio avere la possibilità di competere contro chiunque. Devo continuare a lavorare come sto facendo per essere pronto. La stagione è lunga, gli inizi sono difficili. Devo accettare tutte le situazioni che affronterò e lavorare duro per tornare dove voglio essere. Quando dico “tornare” non intendo vincere o perdere, intendo avere fiducia sul campo, sapere di potersela giocare con tutti.

Non lo sapremo mai, ma pensi che se avessi vinto il terzo set sarebbe potuto cambiare tutto, o credi che Tomas avesse comunque il controllo?

“Se” non esiste nello sport. Questa è la realtà. Non ho potuto giocare il quarto, ho perso il terzo e questo è lo sport. È più felice di me negli spogliatoi. Io non sono felice perché nei primi due set non ho giocato come volevo ed è qualcosa che non mi piace. Ma ho provato a fare del mio meglio nel terzo. È stato equilibrato, ho avuto delle chance sul 4-4, dei break points. Ho lottato nel tie-break anche se la situazione era complicata ma lui ha giocato aggressivo, ha servito bene. Stare due set a zero sopra ti fa giocare più tranquillo rispetto ad essere un set sopra o un set pari, questa è la grossa differenza.

Parlaci del Berdych di oggi. Pensi che abbia le armi per vincere il torneo?

Non lo so. Ci sono tanti buoni giocatori che stanno giocando molto bene. Vedremo. Tomas sta giocando bene. Mi piace come si sta sviluppando il torneo, i migliori lottano per vincerlo. Tomas è un giocatore molto regolare che merita di stare qui. È nelle prime posizioni del ranking da tanto tempo, è molto regolare, molto professionale in quello che fa, quindi se lo merita. E ora vediamo cosa succede no? Ha resistito bene nel terzo, ma ora è facile per me analizzare il suo gioco. Ha giocato bene ovviamente ma io l’ho aiutato molto nei primi due set. È facile giocare bene quando sei sopra nel punteggio, avanti di un break o due dall’inizio di ogni set.

La regia ha mostrato che prendevi una pillola all’inizio del terzo.

Non è niente, sto bene. Sono cose che succedono nei match, ma niente di importante.

C’è stato qualche aspetto particolare del gioco di Tomas di oggi che ti ha creato difficoltà?

Serve sempre bene, ha giocato aggressivo. Ma nel terzo ho mantenuto un buon ritmo, cercando di buttare di là la palla una volta di più. Se sono in grado di farlo per due ore e mezza, tre ore, allora lui può sentire la pressione, sentirsi più stanco quando deve colpire. Ma la verità è che l’ho impegnato solo per un’ora, per un set. Nel resto del match non l’ho impegnato. Tomas, è n°5, 6, 7, non so. È un top player. Devi giocare bene contro uno come lui. Non ho giocato al meglio oggi, lui ha giocato meglio di me e questo è tutto. È lo sport. È semplice: il giocatore che gioca meglio, che mantiene il ritmo migliore, che rimane più concentrato, che sbaglia meno, è quello che ha più successo. E oggi quel giocatore è stato Tomas.

Hai mai avuto un torneo come questo, dove hai avuto match molto buoni e uno così così oggi.

Non così così, molto brutto. Puoi dirlo, nessun problema (sorride).

Quanto è difficile scendere in campo senza sapere cosa aspettarti da te ad ogni match?

Niente di nuovo, non è la prima volta che sono stato infortunato in carriera. Non è la prima volta che ho brutte sensazioni al rientro. È normale e fa parte del processo. Quando gioco bene devo essere in grado di mantenere quel livello. Quando torni dagli infortuni perdi più facilmente la sensazione rispetto a quando sei in ritmo, hai giocato molto e hai fiducia in te stesso. E queste cose succedono no? Quando stavo giocando bene, ho giocato bene. Ma allo stesso tempo, con Sela ho giocato bene due set e male nel terzo. Contro Anderson è stato forse l’unico match in cui sono stato regolare, dove ho giocato bene tutto il tempo. Gli altri match sono stati troppo altalenanti. Contro giocatori come Tomas devi essere più costante. Sui cinque set non puoi avere troppe differenze di livello durante il match, devi giocare sempre bene. Queste cose possono succedere quando torni da un infortunio e sei fuori ritmo.

Traduzione di Paolo Valente

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