In un batter d'occhio: intervista con Maria Perez de la Llave

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In un batter d’occhio: intervista con Maria Perez de la Llave

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La giovane studentessa spagnola Maria Perez de la Llave racconta in questa intervista le sue impressioni del sistema educativo americano, al quale ha avuto accesso grazie al suo impegno personale e al supporto di America International

Dopo aver frequentato il liceo americano (o High School), oggi è una forte candidata per l’Istituto Tecnologico di California (Cal Tech) che ha già visitato insieme alla sua famiglia. Una esperienza che consiglia fortemente a tutti coloro che stanno pensando di studiare negli Stati Uniti.

Quali sono i tuoi obiettivi?

Prima di tutto mi considero cittadina del mondo e dopo cittadina spagnola. Mi piacerebbe non solo imparare il massimo possibile mentre studio ma anche portare avanti il mio percorso professionale negli Stati Uniti.

In questo momento il mio obiettivo è contribuire e aiutare il mio paese nella migliore maniera possibile per migliorarlo. Mi piacerebbe, in un certo senso, apportare il mio contributo anche per piccolo che sia.

Cosa pensavi del sistema educativo americano prima di studiare negli Stati Uniti?

Avevo, come quasi tutti, una serie di idee preconcette. Pensavo che studiare negli Stati Uniti fosse molto più facile che studiare nel mio paese e pensavo fosse più facile ottenere crediti e, in più, credevo che tutti avessero la possibilità di non venire bocciati, ed invece è il contrario.

Che differenze hai trovato?

Il sistema educativo è strutturato a livelli e ogni persona ha un suo livello secondo la difficoltà degli esami del liceo e del livello d’inglese ottenuto negli esami SAT, TOEFL, SAT II. Negli Stati Uniti esistono 5000 università e prima di venire pensavo che fosse vero che studiare negli Stati Uniti fosse molto semplice e che tutti potevano averci accesso. Mi sono resa conto del grande numero di livelli scolastici esistenti e le numerose differenze tra di loro ed in quel momento ho preso coscienza della enorme differenza che esiste tra le diverse università e la grande concorrenza e la difficoltà per svolgere i compiti che ognuna di loro esige.

Pensavi che non si poteva accedere a una buona università senza essere una sportiva agonista?

Si, pensavo che non sarebbe mai stato possibile studiare in una università americana senza essere brava in uno sport. Avevo sempre sentito che era solo riservato agli sportivi agonisti.

Ma questo è lontano dalla realtà, perché esistono tante formule per tutti (più e meno sportivi, bravi o meno bravi studenti…) per studiare nelle università americane di prestigio.

Personalmente, consiglio di mettersi in contatto con professionisti seri come America International, perché bisogna informarsi bene prima di prendere una decisione che senza dubbio cambierà le nostre vite.


Come hai preparato il tuo ingresso?

Ai 14 anni ho sentito per la prima volta che dovevo cominciare a preparare degli esami. Oggi posso dire che è giusto impegnarsi e cominciare a preparare tutto con un minimo di 3 o 4 anni di anticipo.  Soprattutto se pensi che i quattro anni di università significheranno 40% dello sviluppo e benessere nella tua vita personale.

Cosa hai pensato quando hai saputo che dovevi prepararti con tanto anticipo?

Ho pensato: “ Come può essere possibile?”. In Spagna gli studenti cominciano a pensare al loro futuro universitario da 6 a 12 mesi prima di finire il liceo, perché credono di avere tempo a sufficienza.

Per andare negli Stati Uniti è importante prepararsi con tempo in anticipo e poter ottenere i migliori risultati accademici e competere con studenti di tutto il mondo.

Quale è stato il risultato di essere andata a visitare insieme a America International le università come Harvard, il MIT, CalTech, Wellesley, etc..?

E’ stato uno spartiacque… Ho capito veramente l’importanza di questa decisione per  il mio futuro… e mi sono resa conto che era una decisione che non poteva essere presa facilmente.

Non farei quello che sto facendo ora se non fossi andata a vedere prima le università. No avrei avuto la coscienza che ho ora, nella determinazione per studiare e giocare tennis con la passione con cui lo faccio.

E soprattutto mi ha dato delle conoscenze esaustive, sia a me che alla mia famiglia,  per quanto riguarda il meccanismo cosi complicato e le sue molteplici variabili che esistono quando uno vuole entrare in una delle migliori università del mondo.

Il tuo consiglio quindi è di visitare personalmente le università?

Dopo un viaggio lungo gli Stati Uniti con la mia famiglia e il presidente di America International, Ramon Romero e dopo quasi due anni di preparazione specifica per presentare gli esami di SAT con l’aiuto di tutor laureati a Harvard, mi sono preparata per un progetto di vita molto esigente e siamo sicuri che l’impegno ne è valso la pena e sarà molto gratificante quando alla fine del 2015 sapremmo in quale università andrò nel 2016.

Stiamo puntando le migliori università del mondo e come conseguenza è necessaria la migliore preparazione possibile.  In questo momento mi rimane solo di continuare a lavorare ed aspettare i risultati.


Cosa vuol dire studiare in un paese dove si trovano le 8 migliori università del mondo e dove ti trovi ad avere 72 tra le migliori 200 del mondo?

Una grande sfida senza dubbio. Due anni fa, quando avevo 14 anni abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Ramon Romero e dopo un colloquio abbiamo capito benissimo che volevamo percorrere il camino più difficile, scegliendo una delle migliori università del mondo.

Automaticamente abbiamo cominciato a lavorare alla mia carriera e far sì che potesse delineare esattamente gli step da seguire per una carriera universitaria il più esigente possibile con il tennis come attività sportiva e la preparazione del SAT con i tutor laureati a Harvard che mi aiuteranno ad ottenere i risultati che io e la mia famiglia insieme a America International ci siamo fissati.

Cosa diresti alle persone che ci stanno pensando in questi momenti ?

La gran decisione di noi giovani è scegliere l’università più adatta a noi e al nostro futuro. Motivo per il quale abbiamo 1 o 2 anni per fare la scelta e in meno di 6 mesi bisogna cominciare a pianificare la propria carriera, cosa che andrebbe fatta con un minimo di 3 o 4 anni prima di anticipo di cominciare l’università.  Il nostro futuro dipende da queste decisioni, come quando una persona pianifica di andare in pensione con molta precauzione; allora è molto più importante pianificare gli obiettivi e farlo insieme a professionisti del settore per assicurarsi che possiamo affrontare la vita universitaria con tante garanzie di successo.

Come vedi la situazione attuale in Spagna ed Europa?

Secondo quello che ho letto e sentito, la situazione economica europea e della Spagna in questi momenti è peggiore che quella degli Stati Uniti. Non fa crescere e non crea posti di lavoro.

La Comunità Europea non ha un comune denominatore, siamo un insieme di paesi che credo non abbiano il reale sentimento europeo, il contrario esattamente di quello che succede agli americani.

Sembra che ci siano nazioni che si sentono superiori ad altre, c’è una certa denigrazione secondo il paese di provenienza. Se ci fosse un referendum attuale per misurare la unità dei paesi che fanno parte della Comunità Europea forse cadrebbe questa unione.

 

Web: www.america-international.org

Email: ramonromero@post.harvard.edu

Tel.: 965 94 21 74 – 637285540

 

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