Roland Garros interviste, Federer: "So di avere una chance di vincere qui"

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Roland Garros interviste, Federer: “So di avere una chance di vincere qui”

Roland Garros, ottavi di finale: R. Federer b. G. Monfils 6-3 4-6 6-4 6-1. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Quando sei sceso in campo ieri sera, quanto volevi giocare basandoti sul fatto di voler finire in serata. Questo ti ha influenzato in termini di approccio al match, tattica e ritmo fra i punti?
No, credo che quello sia l’approccio più sbagliato. Ho avuto momenti così nella mia carriera, in cui magari arrivi alla fine del match e pensi di poter vincere o magari resistere per arrivare al giorno dopo… ieri era solo questione di punteggio, avversario e condizioni perché non sapevo se sarebbe piovuto o no. Non pensavo di finire ieri sera. Anche se pensavo che avremmo continuato ancora un po’ penso sia stata la decisione giusta quella di fermarsi. Penso sia stato meglio fermarsi ieri e concludere oggi con condizioni migliori piuttosto che giocare altri 4, 6, 8 games, sapendo che non c’era modo di finire il match. Ieri le condizioni erano difficili ed entrambi abbiamo giocato piuttosto velocemente. Quindi non penso sia cambiato niente per aver iniziato tardi ieri sera.

Come ti senti a questo punto del torneo, vicino al top?
Spero di esserlo. Credo che nei primi tre turni ho dominato da fondo. Spesso potevo dettare il gioco. Quando sbagli a volte ti senti frustrato perché hai tanto tempo, tante opzioni. Con Gael è diverso, la sua palla è diversa. In un certo senso è più semplice perché hai molte opzioni con la sua palla pesante e giochi meglio automaticamente. Preferisci giocare con alcuni giocatori piuttosto che con altri. A questo punto quello che conta è andare avanti nel torneo più che giocare al meglio. Spero sempre di avere una marcia in più da qualche parte. L’importante ora è che sono ancora fresco fisicamente ed esaltato dall’essere nei quarti. L’anno scorso li ho mancati per un pelo perdendo al quinto, quindi è bello essere di nuovo ai quarti.

Ieri sera hai sbagliato un paio di volée importanti, ma oggi hai giocato benissimo a rete. Ovviamente non ti sei allenato stanotte…
Magari mi sono allenato contro il muro un paio d’ore… (ride)

Ma c’entrano qualcosa le condizioni o è solo questione di sensazioni diverse?
Un po’ entrambe le cose. Credo che ieri le volée mi siano costate il set perché credo di essere stato il migliore in quei due set. Naturalmente avrebbe potuto vincere lo stesso il set perché aveva il break all’inizio. Ma ho avuto molte opportunità e senza quelle volée sbagliate ne avrei avute altre. È un peccato ma allo stesso tempo sapevo di stare facendo le cose giuste, anche perché le volée con Gael non sono mai facili perché devi giocarle molto profonde altrimenti lui ci arriverà. Oggi ero concentrato sul non sbagliare a rete e tutto ha funzionato bene. Ho mixato bene il gioco, servito bene quando serviva. Ho fatto ace sul break point, sono stato solido, esattamente come volevo essere oggi.

Ieri sera Gael sembrava che ti stesse dominando verso la fine. Il break ti ha aiutato a pensare a cosa fare tatticamente o pensi fosse solo una questione di esecuzione dei colpi?
Lui è entrato meglio nel match ma io ero lì. Sentivo di stare facendo le cose giuste. Stavo dettando il gioco, muovendomi bene. Lui è sempre pericoloso quando lascia andare il dritto, per questo credo di aver giocato bene. Anche se lui non ha mai servito benissimo e questo ha fatto la differenza. Nel secondo set io ho servito meno del 50% di prime e questo ha fatto la differenza per lui.

Questo è probabilmente lo Slam con più sconfitte pesanti per te. Cosa significherebbe per te un titolo qui a questo punto della tua carriera?
Sarebbe incredibile, senza dubbio. A volte ci penso, a come sarebbe vincere ancora, poi però cerco di non volare troppo con la fantasia. Allo stesso tempo magari penso a cosa sarebbe perdere ora. Ti passa di tutto per la testa mentre fai colazione e i bambini non sono lì. Sono realistico, so di avere una chance ma so anche come sia difficile. Sono molto contento di essere nei quarti, sento di avere ancora molto tennis da giocare qui.

Giocherai con Stan, un altro svizzero. È un match speciale?
Naturalmente. Non ci sono molti svizzeri sul Tour. È sempre speciale per noi giocare contro. Sono positivo a riguardo, ci sarà uno svizzero in semifinale e cercherò di fare di tutto per essere io. Se poi non ce la farò allora sarò felice per Stan.

Hai giocato con Stan a Roma e Wimbledon, cosa hai imparato da quei match? È sempre la stessa cosa giocare con lui?
Dipende dalla forma. A Londra abbiamo giocato bene entrambi, era fine anno ed entrambi eravamo stanchi. A Wimbledon è stato molto aggressivo, per due set e mezzo non sono riuscito a rispondere. A Roma ho giocato molto bene e lui nel secondo set giocò peggio. Lo conosco molto bene, spesso è un match fisico. Mentalmente è strano perché entrambi sappiamo dove colpire e giochiamo leggermente diverso dal solito.

Gael è crollato nel quarto.
Con lui ci sono sempre degli alti e bassi ma anche questo è un problema per l’avversario. Ha mollato, ha cambiato alcune cose ma io ho sbagliato poco. Se non facevo il break a inizio set lui avrebbe potuto trovare le energie per rientrare. Sui cinque set è così, ci sono sempre alti e bassi. Io voglio essere solido e farlo vedere all’avversario. Lui deve sapere che se molla io sarò pronto ad approfittarne. Non è facile giocare con lui qui, la folla può aiutarlo a girare il match, come abbiamo visto con Cuevas.

Tornando al match con Gael, oggi è durato un’ora e due minuti, ti aspettavi fosse così rapido?
Il quarto set è stato rapido, il terzo no, è stato equilibrato. Ho mancato delle opportunità sullo 0-40 e ho dovuto lottare nel game successivo. Ho giocato bene nei momenti cruciali, nel quarto sono stato solido e lui ha mollato un po’. Volevo partire bene perché non sai mai come lui giocherà. Mi sono sentito bene, ero calmo ieri sera e lo ero stamattina. Abbiamo scelto la giusta tattica di gioco e il giusto approccio e sono felice di questo.

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