Roland Garros interviste, Djokovic: "In alcuni momenti importanti mi è mancata l'esplosività"

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Roland Garros interviste, Djokovic: “In alcuni momenti importanti mi è mancata l’esplosività”

Roland Garrros, finale, S. Wawrinka b. N. Djokovic 4-6 6-4 6-3 6-4, l’intervista del dopo-partita

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Puoi descrivere come ti sei sentito, in piedi con il piatto per il perdente in mano, quando il pubblico ha iniziato ad applaudirti senza fermarsi?
Sì, rispetto l’apprezzamento che mi mostrano, ed è stata più o meno la stessa situazione dell’anno scorso durante la cerimonia di chiusura. Questo mi dà sicuramente ancor più motivazione per tornare e continuare a provarci.
Sono appassionati davvero rispettosi, e li ringrazio molto per le emozioni che ho provato sul campo. Ovviamente non è stato facile stare lì sopra di nuovo da perdente, ma ho perso contro un giocatore migliore che ha giocato un tennis coraggioso e ha meritato di vincere.

Penso che tutti sarebbero d’accordo con Stan quando ha detto che ha giocato la partita della vita. Pensi di avergli permesso di rientrare in partita nel secondo set?
Penso di essere stato in bilico nel secondo. Ho salvato break point e facevo partita alla pari con lui.
Ma lui è stato migliore nel secondo, e si è meritato di vincere il secondo, il terzo e il quarto.
Nel quarto set ero 3-0 e ho avuto alcune possibilità di far girare la partita a mio favore, ma non ho potuto fare molto più di quanto ho fatto.
Probabilmente avrei potuto giocare meglio in alcuni momenti, in modo più aggressivo. Non erano condizioni facili. E lui ha colto le opportunità ogni volta che gli si sono presentate.
Ha giocato davvero un buon tennis tatticamente parlando e anche colpi molto aggressivi su alcuni break point, come il passante vincente lungolinea sul 4-4 nel quarto. Tutto quello che posso fare è dire: “Ben fatto”. Se lo merita.

Hai rotto la racchetta alla fine del secondo set. Erano emozioni molto difficili da gestire, era difficile gestire la pressione? Oppure è solo un problema di tennis?
Certo. Voglio dire, ovviamente si devono gestire emozioni quando si gioca per il titolo. Ancora una volta, ci ero vicino, e sapevo che lui è giocatore eccellente quando gli dai la possibilità di manovrare e di dettare il gioco e colpire la palla.
Ho giocato un brutto game sul 5 a 4 del secondo set; ero 30-0 e ho sprecato alcuni colpi e gli ho permesso di vincere il set. Poi lui ha cominciato a sentirsi più sicuro. Ha iniziato a tentare vincenti su tutti colpi.
Si provano emozioni contrastanti, ci si sente frustrati, poi si torna alla calma. Tutto sommato, forse quello è stato il punto di svolta. Poi ho cercato di rientrare in partita. Ho provato a lottare fino all’ultimo punto, sino all’ultima palla, ma non era la mia giornata.

Hai combattuto molto. Pensi di aver avuto un atteggiamento negativo? Ricollegandomi alla domanda precedente, eri a un set pari, non avevi ancora perso, ma eri più nervoso di quanto avresti dovuto essere normalmente. E anche, quando hai salvato molti break point, attaccando, non hai avuto la sensazione che avresti potuto attaccare un po’ di più o era impossibile?
Be’, non è così facile attaccare su ogni punto perché le sue risposte erano abbastanza profonde. Il secondo colpo soprattutto lo gioca con un topspin alto, quindi o si attacca la prima palla o si cerca di costruire il punto. Ma, ancora una volta, si procede ad alti e bassi.
Come ho già detto, vivi molte emozioni diverse. Naturalmente ero più nervoso rispetto a qualsiasi altra partita. È la finale del Roland Garros. Eravamo entrambi consapevoli dell’importanza di questa partita, e questo è il motivo per cui si tende a vivere queste situazioni particolari.
Ma sono orgoglioso di aver lottato in questa partita. Ho fatto del mio meglio. Non era il mio momento.

Quanta energia fisica o emotiva pensi che ti abbiano le due partite precedenti? Con Nadal si parlava molto del fatto che fosse una sorta di finale, ma tu poi dovevi giocare altre due partite.
Non voglio trovare una scusa, dicendo che queste due partite mi hanno richiesto molte energie e ho perso oggi. Non penso che sia giusto nei confronti di Stan. Non credo che sia giusto stare qui a lamentarsi ora di quanto è successo.
Certo queste due partite sono state molto dispendiose in termini di impegno fisico e mentale e anche emotivo. Ma, oggi mi sentivo fresco per quanto potevo esserlo. Voglio dire, ero pronto per andare sul campo e combattere e l’ho fatto.
Forse in alcuni momenti importanti ho avvertito di non avere esplosività nelle gambe, ma, alla fine lui ha giocato bene.

Tu nella tua carriera hai preso parte a molti grandi match, ma quanto ti senti forte rispetto a come Stan ha giocato oggi? È stata dura per te giocare al tuo meglio dopo aver giocato due giorni di fila?
Sì, è stata dura. Ma, di nuovo, ritornando alla risposta di prima, ero preparato, ho lavorato duro nei mesi passati per mettermi in una posizione in cui sono pronto a gestire queste situazioni particolari, giorni in cui gioco consecutivamente. Fisicamente ero ok, e credo che lui fosse stanco tanto quanto me e motivato sul campo tanto quanto me. Lui ha giocato alla grande e devo congratularmi con lui di nuovo, se lo merita.

Come descriveresti il rovescio di Stan e com’era oggi?
Insomma, probabilmente ha il miglior rovescio a una mano del circuito, senza dubbio uno dei miglior rovesci a una mano che abbia mai visto nel tennis. Molto potente e può creare molto spin e molta rotazione sulla palla, lui può colpire piatto, può bloccare la palla molto bene, ha una specie di slice, un lungo slice. Ha molta varietà su quella parte di gioco da fondo campo. Ma credo che il suo dritto sia migliorato molto. Il suo dritto non era un’arma, ma negli ultimi due anni lo è diventata. E certamente il servizio. È davvero un giocatore completo, è molto forte e il suo servizio è massiccio, una volta che raggiunge percentuali più alte del 60-65% è davvero difficile fargli un break. È difficile giocarci contro su ogni superficie.

Puoi solo commentare un po’ la fine del match? Ovviamente lui pensava di aver fatto ace e che fosse finita, e poi ci sono stati circa 5 punti. È strano quando succede?
Ho dato uno sguardo, avevo un dritto per fare il break e l’ho mancato. Se non usi l’opportunità una volta, la seconda non arriva. Questo è ciò che è successo.

So che non vuoi parlare di Wimbledon, ma vedi questa vittoria come uno stimolo o cercherai di dimenticarla il più presto possibile?
Beh, hai ragione, non voglio parlare di Wimbledon ora. (Sorride). Scusa.

 

Traduzione a cura di Milena Ferrante e Paolo Di Lorito

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