Roland Garros interviste, Serena Williams: “Non so se fare il Grande Slam sarebbe così speciale”

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Roland Garros interviste, Serena Williams: “Non so se fare il Grande Slam sarebbe così speciale”

Roland Garros, Finale Femminile, S. Williams b. L. Safarova 6-3, 6-7, 6-2. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

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Dicci quanto è stato difficile: le battaglie sul campo, i recuperi, essere stata malata un paio di giorni, la crisi oggi nel secondo set. Quanto rende speciale questo trofeo?
Lo rende davvero speciale. L’ho voluto per davvero. Ho voluto la vittoria così fortemente. Non è stato facile dover rimontare nel secondo, terzo e quarto turno. Quindi questo è probabilmente uno dei tornei in cui più sono riuscita a superare dei momenti difficili per vincere. Ma ciò mi fa sentire bene perché alla fine ho trovato la condizione e ce l’ho fatta. Non riesco a credere di aver vinto ma è molto bello.

Parliamo del secondo set: come ti sei sentita? Colpa della tensione? Qualcos’altro? Come hai fatto a rialzare e venire fuori cos’ prepotentemente nel terzo?
È stato interessante perché di solito mi innervosisco molto. L’ultima volta che ho vinto qua ero così nervosa. Oggi no. Solo un po’ tesa ma non nervosa. Poi lei ha giocato alcuni buoni colpi e io ho commesso molti doppi falli. Infine la mia prima di servizio mi ha abbandonato. Appena ha notato che ero un po’ tesa ha subito cominciato a giocare meglio, allo stesso livello degli altri match che l’hanno condotta alla finale. Per questo è stato un match duro per me oggi. E sì mi sono sentita un po’ male in quel momento. Ho pensato che anche se avessi perso non avrei dovuto essere troppo dispiaciuta e guardare al lato positivo perché comunque sono arrivata in finale. Ho tentato di fare quel tipo di pensieri positivi.

Cosa significa per te vincere il ventesimo Grande Slam?
Non ho avuto molto tempo per realizzare la cosa. È eccitante. Sto ancora celebrando il diciannovesimo (sorride). E ora sono a quota venti. Sembra un po’ un sogno. Della serie: sta davvero accadendo tutto ciò? Quindi sì è un po’ strano…

Sei a metà strada per il Grande Slam. Tutti inizieranno a parlarne.
In realtà siamo a tre quarti del Serena Slam (risate).

Te lo aspetti? So che dirai un passo alla volta: ora ho vinto Parigi e Wimbledon è lontano e lo US Open ancora di più. Ma potresti essere onesta in questo momento e dirci davvero cosa ne pensi. Perché hai vinto 20 Majors. Ogni volta dici che è speciale. E lo è. Sarebbe ancora più speciale se facessi il Grande Slam?
Non so se sarebbe più speciale se completassi il Grande Slam. Non lo so. Non penso che lo renderebbe più speciale. Sarebbe fantastico ma alla fine è già fantastico aver vinto 20 prove dello slam. Ovviamente fare il grande slam sarebbe magnifico. Non sono andata troppo bene a Wimbledon nelle ultime due edizioni e prenderò tutto giorno dopo giorno là. Il mio obiettivo è fare meglio delle ultime due stagioni, un incontro dopo l’altro. È ciò in cui ho più problemi e quindi spero di essere capace di ottenere un risultato migliore. Il torneo è perfetto per le mie caratteristiche e ora che il mio braccio sta meglio spero di fare qualcosa in più.

Puoi darci un’idea di come siano andate le tue ultime 48 ore?
Sono state un incubo. Credo di aver giocato una partita giusto? Ok, dopo la semifinale mi sono sdraiata negli spogliatoi. Non ce l’ho fatta a presentarmi alla stampa, non ero in condizione. A malapena sono arrivata a casa. Mi sono fatta una doccia calda. Sono andata a letto e non mi sono alzata fino alle 4 o 5 di ieri. Pensavo devo uscire, devo solo uscire. Quella casa mi faceva sentire male. L’ho fatto e mi sono sentita ancora peggio. Ho parlato ancora con dottori e fisioterapisti qua al Roland Garros. Ho anche detto al fisioterapista che non ero sicura sarei stata in grado di scendere in campo. Sono stata molto male la scorsa notte. Poi mi hanno aiutato. Ho palleggiato un po’ stamattina e sentivo bene i colpi. E ho giocato a tennis per oltre trent’anni: so quando riesco almeno ad essere competitiva. Dopo sono andata in campo.

Tenendo in considerazione le condizioni fisiche e l’influenza: è il Grande Slam più difficile che tu abbia mai vinto?
Sì di certo. Perché di solito quando ti ammali è solo un raffreddore. Ma quando hai l’influenza tutto il corpo ne risente. Questa è la sensazione con la quale ho dovuto fare fronte. Anche ora non ho energie e voglio solo andare a letto (sorride). Ma non ha niente a che fare con il fatto che ho perso quei primi set all’inizio del torneo. È stato solo un brutto inizio e un tennis non all’altezza di come Serena Williams dovrebbe giocare. Ma penso di aver vinto uno US Open con 4 match al terzo di fila. Ora ne ho fatti 5. Ho tentato di battere questo record personale (risate).

Ho ricevuto commenti da persone che hanno visto il tuo match in TV sul linguaggio che hai usato nel terzo set. Mi chiedo quanto sia stato importante sfogare quella rabbia.
Ero così frustrata. Così arrabbiata con me stessa. Ho quasi lasciato scappare questa partita. Però penso che lei abbia giocato molto bene. Ma d’altra parte, le ho regalato tanto. Ho cominciato a fare doppi falli. Ero molto frustrata. Dovevo provare a sfogarlo in qualche maniera.

 

Traduzione di Valerio Vignoli

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