Il 29 agosto 2013 si è conclusa, a Flushing Meadows, la carriera di uno dei migliori tennisti americani degli ultimi anni. Quel match di primo turno, perso al quinto set contro Ivo Karlovic, ha rappresentato l’epilogo dell’avventura sul circuito di James Blake: un percorso lungo 14 anni che ha regalato allo statunitense un bottino di 10 titoli ATP (tutti sul cemento, uno dei quali indoor), 14 finali perse, due quarti agli US Open (2005 e 2006), uno in Australia (2008), ma soprattutto la quarta posizione mondiale, ottenuta il 20 novembre 2006, al termine forse della sua miglior stagione.
In un’ intervista al Fairfield Citizen (quotidiano USA, ndR), il trentacinquenne di Yonkers ha dichiarato di voler tornare nel mondo del tennis. “Ho realizzato quanto il tennis ha fatto per me e vorrei poter continuare a farne parte”, ma, a differenza di molti ex-giocatori, non in qualità di coach: “non voglio viaggiare trenta settimane l’anno, specialmente ora: sono così fortunato di poter stare con i miei figli, soprattutto a questa età”. L’obiettivo di Blake è invece quello di aprire una academy, possibilmente in Connecticut.
Si tratta di un progetto ambizioso, ma Blake che, da sempre affascinato dal mondo della finanza, dopo la high school in Connecticut ha studiato economia ad Harvard per due anni prima di dedicarsi interamente all’attività agonistica, è convinto possa essere la strada migliore per conciliare la propria dimestichezza con i numeri e la grande passione che ancora nutre per questo sport.
Francesco Foschini
