Wimbledon interviste, Sharapova: “Mouratoglou non avrà mai buone parole per me”

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Wimbledon interviste, Sharapova: “Mouratoglou non avrà mai buone parole per me”

Wimbledon, semifinali: S. Williams b. M. Sharapova 6-2, 6-4. L’intervista del dopo partita a Maria Sharapova

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Quanto di questa tua difficoltà con Serena è dovuta alle vostre caratteristiche e quanto invece è di tipo psicologico? Deriva dal fatto che ti ha battuto per così tanto tempo?
Mi aspetto sempre che Serena giochi il suo miglior tennis contro di me e un altro gruppo ristretto di top player. E quando è così bisogna essere capaci non solo di fare del proprio meglio, ma anche qualcosa in più: oggi evidentemente non ci sono riuscita.

Ti ci è voluto un set di svantaggio per entrare nel match?
Oggi non sono mai stata nelle condizioni di strapparle il servizio: non ho mai neanche visto delle palle break, è stato molto difficile.

Quanto è difficile rispondere quando serve a 190 al centro, o quando usa la traiettoria a uscire?
Il servizio è chiaramente una delle sue caratteristiche migliori, è per questo che è la numero uno. Riesce a farlo fruttare quando è in difficoltà, e anche quando è in vantaggio chiaramente le rende la vita molto più facile.

Hai mai pensato di cambiare totalmente tattica contro di lei?
Non diventerò certo una giocatrice da serve and volley o chip and charge: da me certe cose non le vedrete.

Per quanto riguardava invece la tua posizione in risposta?
Sì, sicuramente su quello posso far meglio.

Negli scambi da fondo ti senti alla pari? O è più forte anche in quell’aspetto?
Lei ha trovato più profondità di me. Inoltre una delle cose che le riescono meglio è trasformare una azione difensiva in offensiva, cosa che a me invece non è riuscita.

Adesso che abbandoni il torneo, quali sono i tuoi pensieri?
Non è mai facile perdere, ma devo mettere le cose in prospettiva: soltanto qualche settimana fa non sapevo proprio che tipo di risultato aspettarmi. Se fossi britannica, una semifinale sarebbe sulle prime pagine di tutti i giornali (ride). Sono delusa perché mi aspetto sempre di vincere questi tornei: so di avere il potenziale per farlo, ed è questa convinzione che mi fa andare avanti.

La BBC ha fatto vedere come il tuo lancio di palla sia cambiato drasticamente negli anni.
Tutto il mio movimento al servizio è cambiato. Ho probabilmente servito in modo diverso in tutti gli Slam che ho vinto, e questo include anche il lancio di palla.

Patrick Mouratoglou ha detto che Victoria Azarenka è molto migliore di te. Cosa rispondi?
Non sentirete mai parole gentili da parte sua sul mio conto: non credo neanche che ve lo aspettiate. Non c’è bisogno che mi chiediate il perché.

L’infortunio ti ha spinto a giocare più a lungo? Se non avessi dovuto affrontare degli ostacoli nella tua carriera, saresti ancora qui?
La carriera di ognuno prende strade diverse, la mia ha preso questa. Tutti fanno partire la mia carriera dalla prima vittoria Slam, che è arrivata molto presto: se avessi vinto qualche anno più tardi, oggi non la considerereste così lunga. Nel periodo in cui avrei dovuto essere al top ho subito un’operazione: avrei preferito star bene e vincere un altro major dopo l’Australian Open, ma per noi atleti non funziona così. Non ho rimpianti perché so che tutti prima o poi devono attraversare momenti simili: il mio è solo arrivato prima di quanto volessi.

Sono pochi i giocatori che si sono ripresi da infortuni simili. Ha condizionato molto il tuo gioco?
Non mi piace fare paragoni tra come giocavo prima e come gioco adesso per il semplice fatto che non ho scelta. Chiaramente la spalla non è sciolta come quando avevo 17 anni e non lo sarà più, ma devo accettarlo, così come Li Na ha dovuto accettare di giocare per anni con un ginocchio in cattive condizioni, o come Serena ha dovuto adattarsi ad altri infortuni.

Dopo tutte queste sconfitte con Serena, pensi che ci sia un coach – eccetto Richard Williams – che può aiutarti a batterla?
Non è una cosa a cui penso.

 

Traduzione di Gaia Dedola

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