Serena Williams per la storia: "Zero pressione. Ho sempre sognato il Grande Slam"

Interviste

Serena Williams per la storia: “Zero pressione. Ho sempre sognato il Grande Slam”

Serena Williams è ad un passo dall’impresa che la consacrerebbe come la più forte di sempre, anche se lei non si ritiene tale: “Posso dire di essere la più forte giocatrice che ho cercato di essere, ma non la più forte di sempre”. Per lei, alla vigilia degli US Open, ultimo tassello dell’impresa, “Nessuna pressione, casomai se andrò lontano”

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Senti la pressione di poter fare il Grande Slam? 
Non sento quella pressione “fresca”. Se andrò lontano, forse inizierò a sentirla. Ma ora, non ne ho nessuna. Sono qui, come ho detto prima, per giocare e tirare fuori il meglio.

Ricordi il tuo primo match sull’Arthur Ashe Stadium?
Non lo ricordo, mi spiace. Vorrei dire che forse l’ho giocato contro Spirlea, vero? L’ho tirato fuori da un angolo della memoria. È stato molto tempo fa (ride). Mi ricordo di aver vinto e che mi sentivo veramente bene. È stato un match molto difficile, non ricordo come mi sentivo, mi ricordo solo di averlo vinto.

Nessun’altro ha mai vinto 7 US Open. Lo sapevi? Sei consapevole dei record a questo punto della tua carriera o è più un’ossessione dei giornalisti?
Credo decisamente sia una cosa su cui si focalizzano i giornalisti. Non sapevo nulla di ciò. Ma se le cose non vanno bene quest’anno fortunatamente starò qui anche l’anno prossimo e avrò un’altra occasione.

 

Quando eri piccola, cosa sognavi all’inizio della tua carriera? Di vincere lo US Open o magari di fare il Grande Slam? 
Ho sempre sognato di vincere gli US Open. Ho sempre sognato di fare il Grande Slam. Non avrei mai pensato di poter esserci così vicina.

La prima volta che sei venuta allo US Open, la ricordi?
La prima volta che sono venuta agli US Open, ho visto giocare Venus. È stata un’incredibile esperienza perché è arrivata in finale. È stato fantastico, essere lì ed essere parte di quel momento, di quell’esperienza. Anche se non stavo giocando, ho imparato qualcosa da lei. Credo sia stata l’esperienza più bella che qualsiasi ragazza della mia età potesse avere.

Venus nel tuo quarto. Quanto sarebbe assurdo se incontrassi Venus a questo punto, nei quarti di finale?
Meglio che se fossero gli ottavi… così la vedo.

Come ti ha mostrato supporto per questo momento?
Noi non parliamo di tennis. Davvero, non parliamo mai di tennis al di fuori forse dei doppi. Anche durante i tornei, vado in camera sua e parliamo semplicemente della vita. Siamo giocatrici di tennis, amiamo quello che facciamo. Siamo state educate fin da piccole a giocare a tennis. Alla fine della giornata siamo sorelle e facciamo un sacco di altre cose.

Due cose che ti piacciono di più degli Slam?
Difficile da dire. Un torneo lo odi fino a che non lo vinci. Quando lo vinci, è come se ti innamorassi di lui.

Come diresti che la tua età e l’esperienza ti aiutino?
Avere dell’esperienza mi ha aiutata parecchio. Ad avere ragione di molte cose. So che in alcuni match vado avanti solo grazie alla mia esperienza, mi ha aiutata davvero tanto.

Dentro di te credi di essere la più forte tennista di sempre?
No, non posso starmene seduta qui e dire questo. Ma posso stare seduta qui e dire che sono la più forte giocatrice che ho cercato di essere. Leggo i numeri, credo in quei numeri. Differenti generazioni e differenti epoche hanno differenti campioni e differenti livelli di giocatori. È veramente difficile paragonare una generazione ad un’altra Le cose cambiano: la potenza, la tecnica, la tecnologia.

Cosa rende lo stadio Ashe un posto speciale per te?
È il più grande stadio per un tennista al mondo. Il più grande palcoscenico del mondo, qui a New York. Non c’è nulla di più grande o di meglio. Credo che parli da solo.

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WTA Miami, Kvitova: “Vincere un grande torneo alla mia età è la cosa più bella”

Petra Kvitova dopo la vittoria: “Mi sono detta che prima o poi Elena avrebbe perso un tie-break in stagione. Ora non posso stare a guardare il trofeo, devo rimettermi al lavoro per tentare di vincere ancora”

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Petra Kvitova - Miami 2023 (foto Twitter @miamiopen)

Petra torna a vincere. A 33 anni, la campionessa ceca spezza il sogno del Sunshine Doubles di Elena Rynakina e solleva il nono trofeo di un Masters 1000, dopo quello di Madrid 2018. È il 30esimo sigillo in carriera per lei, due volte campionessa a Wimbledon ed ex n. 2 del mondo. Una corsa già iniziata ad Indian Wells (fermata al terzo set da Sakkari ai quarti di finale) dove aveva espresso un ottimo tennis che è riuscito poi ad esplodere a Miami, fino alla vittoria, contro ogni pronostico. Ecco le dichiarazioni di Petra nella conferenza stampa post partita.

D: Cos’hai pensato durante il match, in particolare nel primo set?

Certamente il tie-break è stato decisivo oggi. Penso sia il più lungo che abbia mai giocato in vita mia. Non è facile giocare con Elena come sono riuscita a fare oggi. Sono davvero felice, ed esausta, ma soprattutto felice”.

 

D: Hai vinto tantissimi titoli ma mai a Miami, per quale motivo? Forse a causa del caldo?

No, non è assolutamente per il caldo, anche se odio il caldo. Ma chi lo sa? No, penso di aver giocato davvero bene a Indian Wells e ho continuato a farlo qui, cercando di concentrarmi su ogni match. Ho avuto avversarie molto forti durante il torneo, come Elena. Il servizio mi ha aiutato molto, i campi sono un po’ più veloci, così come le palline, e questo favorisce il mio gioco”.

D: Hai menzionato ieri i tuoi alti e bassi nella tua carriera. Guardando indietro, cosa ti ha spinto a superare queste fasi, soprattutto quelle più difficili? Come sei riuscita a vincere di nuovo? Hai detto che ami il tennis….

Anche nei momenti di successo, è dura rimettersi al lavoro. Nei momenti difficili ti senti triste e vorresti fare meglio. E quindi si torna in campo per tentare di diventare una giocatrice migliore. Sì, amo il tennis, ma penso sia anche la motivazione di fare sempre meglio e, siccome ho avuto molti momenti positivi, sono sempre stata motivata per averne ancora. Vincere una finale è la più bella sensazione che tu possa avere. È questo che amo di più, la sensazione della vittoria”.

D: Hai detto che questo tie-break è stato forse il più lungo della tua vita. Quanto è importante questo risultato per affrontare i prossimi mesi, considerando che si tratta del titolo più importante per te in cinque anni?

Prima della finale, avevo letto che Elena non aveva mai perso un tie-break nella stagione fino ad ora. Mi sono detta che dovevo servire bene. Eh, boom, ecco un tie-break. Cosa avrei fatto adesso? Mi dicevo che prima o poi avrebbe perso anche lei un tie-break in stagione. Così ci ho provato.

Ci sono stati mini-break, ho perso del tutto il controllo di chi stava servendo. Mi dicevo di essere aggressiva e di non aspettare un suo errore. Per il resto, non ho idea di come andrà il resto della stagione. Sono felice di aver vinto e non me lo aspettavo. Sto giocando un buon tennis, prendo il positivo di tutto ciò sapendo che posso competere con le migliori. Ora c’è la terra e poi l’erba. Il mondo del tennis va veloce, e non posso stare qui e guardare sempre il mio trofeo, devo andare avanti, come fanno tutti. Significa molto per me che, anche alla mia età, sono in grado di vincere un grande torneo. Questa è la cosa più importante”.

D: Avere 10 o 11 anni più della tua avversaria è stato decisivo oggi? Pensi di aver utilizzato la tua esperienza in alcuni momenti?

Onestamente, penso che la mia esperienza abbia svolto un ruolo importante oggi. Ho disputato così tante finali. So che posso giocare bene in finale, poco importa chi ho di fronte. Mentalmente questo è molto importante per me. Le giovani ci saranno sempre, è difficile affrontarle sempre (ride), è molto stancante. Anche Elena è giovane e quindi è dura gareggiare con tutte loro, ma è stato bello giocare con Sorana prima. Ci conosciamo da tanti anni, è fantastico”.

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WTA Miami, Rybakina riflette dopo il ko: “La stanchezza ha inciso. Russi a Wimbledon? Giusto così”

La kazaka si ferma a un passo dalla doppietta: “Avessi vinto il primo set forse sarebbe finita diversamente, ma complimenti a Petra”. Ora la Billie Jean King Cup, poi la terra rossa: “Ho fiducia di poter fare altrettanto bene”

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Elena Rybakina - WTA Miami 2023 (Twitter @wta)
Elena Rybakina - WTA Miami 2023 (Twitter @wta)

Niente Sunshine Double per Elena Rybakina, che si è fermata a un passo dalla doppietta Indian Wells-Miami con la sconfitta in finale contro Petra Kvitova. Un’ulteriore dimostrazione di quanto l’impresa riuscita un anno fa a Iga Swiatek sia difficile sotto tanti punti di vista: la kazaka, peraltro, aveva già dato qualche segnale di affaticamento nella semifinale contro Jessica Pegula. Ecco le sue parole in conferenza stampa dopo la partita.

D: Elena, dicci i tuoi pensieri sulla finale.

 

RYBAKINA: “C’è stato un primo set molto duro, e questo ha fatto la differenza all’inizio del secondo set. Sono comunque felice, in generale, delle settimane che ho avuto. Non sono molto soddisfatta di come ho giocato il secondo set della finale, ovviamente, ma in generale è stato un mese positivo qui negli USA”.

D: Dopo la grande quantità di partite che hai giocato nell’ultimo mese, pensi abbia pesato la stanchezza?

RYBAKINA: “Ovviamente mi sentivo stanca, già da dopo Indian Wells, direi. Ho semplicemente cercato di andare oltre, dando tutto quello che avevo. Forse se avessi vinto il primo set sarebbe andata diversamente nel secondo, ma essendo stanca, non ho avuto la giusta disciplina mentale in certe occasioni. Ho preso alcune decisioni stupide, ma in generale Petra ha giocato bene”.

D: E’ stato un grande mese per te. Guardando alla stagione su terra battuta, pensi di poter essere pericolosa come lo sei stata sui campi in cemento quest’anno?

RYBAKINA: “Penso di aver avuto buoni risultati in passato sulla terra. Per questo credo di potere giocare bene. Il tema è stare bene e rimanere motivata, perché quando giochi così tante partite, non è facile fare tutti questi viaggi. Mia sorella è qui per aiutarmi a non pensare solo al tennis. Dovrò fare una buona preparazione. Non ho molto tempo, ma penso di poter fare buone cose”.

D: Cosa pensi della decisione di Wimbledon di ammettere giocatori russi e bielorussi?

RYBAKINA: “Non sapevo di questa novità. Penso che la situazione sia questa in tutti i tornei, era l’unico Slam dove non potevano giocare, ma ovunque giocano senza bandiera. Penso sia stata una giusta decisione”.

D: Hai in mente di giocare anche la Billie Jean King Cup? Affrontate la Polonia senza Swiatek.

RYBAKINA: “Non sapevo che Iga non ci sarà. Comunque la Polonia ha diverse ottime giocatrici. Sarà dura. Al momento l’intenzione è quella di giocare”.

D: Hai infilato una serie di 13 vittorie senza sconfitte. Lo stesso aveva fatto Sabalenka. Swiatek invece l’anno scorso ne ha fatte di più. Quale parte di una striscia così è la più difficile?

RYBAKINA: “Quello che ha fatto Iga non è per nulla facile. Ovviamente però arriva un giorno in cui perdi. La parte più difficile è quella fisica, perché viaggi un sacco e le condizioni cambiano rapidamente”.

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WTA Miami, Kvitova dice la sua sulla decisione di Wimbledon: “Capisco la scelta ma avevo apprezzato di più il ban dell’anno scorso”

In finale contro Rybakina Petra si gioca anche la possibilità di tornare in top 10 e dice: “Rispetto a quando ero più giovane, sono più felice quando vinco”

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Petra Kvitova - Miami 2023 (foto Ubitennis)

A 33 anni Petra Kvitova ha ancora tanta voglia di giocare a tennis e vincere. E sebbene durante la sua carriera abbia raccolto diversi risultati prestigiosi, c’è ancora spazio per alcune prime volte. Quella di stasera contro Elena Rybakina sarà infatti la sua prima finale a Miami. Ma soprattutto, dopo qualche anno passato più nell’ombra, ma comunque sempre restando nell’élite del circuito femminile, Petra ha la possibilità di riprovare sensazioni già vissute in passato: in caso di affermazione sulla kazaka tornerebbe infatti tra le prime 10 giocatrici del mondo per la prima volta da settembre 2021 e conquisterebbe nuovamente un titolo 1000 dopo cinque anni. E lei stessa dice che il sapore della vittoria è più gustoso adesso che agli inizi della sua vita tennistica: “Quando ero più giovane, non pensavo così tanto come faccio ora. Non avevo niente da perdere e mi limitavo a colpire da tutte le parti, e a volte entravano in campo. Quindi penso che adesso sia mentalmente un po’ più faticoso, ma d’altro canto, sono più felice quando vinco”.

Oltre a parlare del suo match di semifinale contro Cirstea e della sua prossima avversaria, rispondendo a una domanda sulla decisione di Wimbledon di riammettere i giocatori russi e bielorussi, Petra si è anche esposta su questo tema piuttosto bollente: “Ho sempre espresso la mia posizione contro la guerra. Sicuramente sono più preoccupata per il popolo e i giocatori ucraini. Mi rendo conto che l’anno scorso Wimbledon ha avuto un momento difficile con la rimozione dei punti per via dell’esclusione di russi e bielorussi e russi. Però ho apprezzato molto la scelta dell’anno scorso e penso che non dovrebbero essere ammessi, nemmeno alle Olimpiadi che esistono proprio come simbolo contro la guerra. Su questo sono dalla parte dell’Ucraina”.

Di seguito le altre risposte di Kvitova in sala stampa.

 

D: La partita sembrava stesse andando dalla parte di Cirstea, era in vantaggio 5-2, 0-30  sul tuo servizio, poi 5-4, 40-15. Cos’è successo poi? È stata lei a innervosirsi o sei stata tu a prendere in mano la situazione?

KVITOVA: Probabilmente un po’ entrambe le cose. Sui due set point per lei ho messo in campo due buone risposte. E lei ha sbagliato un po’. Poi ho mantenuto lo slancio e ho servito meglio. Questa è stata sicuramente la chiave, perché lei ha servito molto bene per tutto il match. È stato molto difficile.

D: Non avevi mai superato i quarti di finale qui, cosa c’è di diverso questa volta?

KVITOVA: Credo di aver giocato abbastanza bene già a Indian Wells. Perdere nei quarti di finale lì mi ha fatto male, è stata una partita molto dura contro Maria [Sakkari, ndr]. È stato difficile archiviare la sconfitta. Quando sono arrivata qui stavo un po’ meglio e mi sono sentita subito bene in campo. Naturalmente le condizioni non sono uguali, ma mi piace anche di più qui. Il campo è un po’ più veloce e le palle viaggiano. E il mio servizio sta funzionando molto bene.

D: Hai affrontato Elena [Rybakina, ndr] due volte negli ultimi sei mesi. Una vittoria e una sconfitta. Lei sta giocando molto bene in queste settimane. Come vedi la partita di domani [oggi, ndr]?

KVITOVA: Sì, sta giocando molto bene, ha vinto a Indian Wells ed è arrivata in finale anche qui. Sicuramente è un risultato importante. È una big server e una grande colpitrice. Anche io lo sono quindi dipenderà tutto da come riusciremo a gestire la pressione dell’avversaria.

D: Hai raggiunto la tua prima finale WTA 1000 12 anni fa e ora ci sei tornata. Cosa pensi che dica di te questo e quanto sei orgogliosa di essere stata in grado di raggiungere queste grandi finali, di ottenere questi grandi risultati nell’arco di tutta la tua lunga carriera?

KVITOVA: Beh, credo di non essere mai stata una giocatrice costante, devo dire. Più che altro ho avuto tanti alti e bassi per tutto il tempo. Forse adesso sono più esperta. Sicuramente sono orgogliosa per come ho gestito queste partite qui, soprattutto quando mi sono trovata in svantaggio nei vari set. Questo è davvero importante.

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