US Open: le due “Cenerentole” hanno conquistato New York

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US Open: le due “Cenerentole” hanno conquistato New York

Alla fine ha vinto la sportività degli americani: stadio pieno e applausi a scena aperta per Flavia Pennetta e Roberta Vinci

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Flavia Pennetta e Roberta Vinci - F US Open 2015
 

(da New York, Antonio Volpe Pasini)

Il tanto temuto “provincialismo sportivo” degli americani, alla fine non si è manifestato. Chi pensava che dopo la clamorosa debacle di Serena Williams gli spalti dell’Arthur Ashe Stadium sarebbero rimasti desolatamente semivuoti per quello che era stato denominato “The Italian Job” si è dovuto ricredere. Ancora una volta i newyorkesi (e gli americani in generale) hanno dato prova di grande sportività, assiepando lo stadio in ogni ordine di posti. E alla fine si sono anche divertiti, come riconosce Merdith Tanner, una “tifosissima di Serena” venuta apposta da Austin, in Texas, per poter dire “c’ero anch’io” ad assistere alla storica impresa della conquista del Grande Slam da parte della sua beniamina.

Devo ammettere che in un primo momento volevo regalare il biglietto e andare a fare un po’ di shopping – dice – poi ho deciso di venire lo stesso e devo riconoscere che mi sono divertita”.

 

Certo, non sarà stata una partita da tramandare ai posteri dal punto di vista qualitativo, ma l’importante è che la gente non l’ha snobbata né prima, né durante. Nei primissimi game infatti l’atmosfera nel grande catino di Flushing Meadows era piuttosto freddina. Solo un “Viva l’Italia” urlato a squarciagola da un tifoso ha scosso il torpore generale. Ma con il sussegursi degli scambi è andata via via scaldandosi. Dapprima senza una vera e propria favorita, poi con il pubblico che ha cominciato a propendere, sia pur leggermente, a vantaggio di Roberta Vinci. Vuoi perchè in fondo era la ragazza che solo 24 ore prima aveva compiuto il “miracolo” , vuoi perchè era la sfavorita (e da che America è America, qui tifano sempre per l’underdog), vuoi perchè il suo gioco fatto di slice, smorzate e volée piace. Piano piano ogni drop shot, ogni scambio a rete, ogni lob venivano salutati da applausi sempre più scroscianti.

Applausi che hanno accolto anche le immagini sugli schermi giganti dei vip venuti al Billie Jean King Tennis Center per la finale. Il più forte e convinto lo ha ricevuto il mitico cantante James Taylor, seguito a ruota da Queen Latifah, e da Michael Douglas e sua moglie Catherine Zeta Jones. Nulla però in confronto alle ovazioni tributate a due icone del tennis femminile come Billie Jane King e Virginia Wade.

Un attimo di perplessità, il pubblico lo ha avuto tra il primo e il secondo set, quando è stato inquadrato il box della Usta, che ospitava le autorità italiane. Solo quando in sovrimpressione sono comparsi i nomi dei personaggi inquadrati la gente ha applaudito il premier Matteo Renzi, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente della Fit Angelo Binaghi e, più degli altri, l’ambasciatore italiano a Washington Claudio Bisogniero. Applausi che l’ambasciatore si sarebbe meritato ancor di più al termine, quando sul parapetto è comparsa la bandiera italiana messa alla rovescia con il ministro Bisognero unico ad accorgersene e a rimettere le cose a posto. Ma nessuno, o quasi, se n’è accorto.

Nel secondo set lo stadio si è schierato ancor più decisamente a favore di Roberta; in parte perché sperava che la partita potesse continuare per un altro set, in parte perché tutti volevano vedere il finale strappalacrime della “Cinadrella Story”. Sul 3-0 per Flavia Pennetta con Roberta alle prese col tentativo di annullare due palle break, il pubblico ha cercato in ogni modo di trascinarla, ma non è servito: la favola di Cenerentola è praticamente finita in quel momento. Non però l’incitamento alle due italiane, che si è trasformato in un assordante boato durante il lungo, bellissimo abbraccio tra Flavia e Roberta al termine di questa finale tra amiche, forse non bellissima ma di certo divertente e che soprattutto ha scritto una splendida pagina di storia del tennis. E non solo italiano.

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Ufficiale: da quest’anno lo US Open in chiaro

SuperTennis trasmetterà l’ultimo Slam stagionale in chiaro gratuitamente, dopo oltre trent’anni

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Grandstand - US Open 2022 (foto Twitter @atptour)

Come già preannunciato la settimana scorsa, lo US Open torna in chiaro sulla televisione italiana dopo 34 anni. Il canale televisivo SuperTennis gestito dalla Federazione Italiana Tennis e Padel annuncia di aver trovato l’accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media dello US Open, in un accordo pluriennale. Nel comunicato si legge che: “SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming”.

SuperTennis è visibile sul canale 64 del digitale terrestre e sul canale 212 di Sky Sport. SuperTenniX è scaricabile da Google Play, Apple Store e Prime Video ed è visibile gratuitamente da tutti i tesserati FITP o a pagamento dai non tesserati. L’abbonamento costa 3,99 euro al mese o 34,99 all’anno.

“La Federazione Italiana Tennis e Padel prosegue nella sua politica di sviluppo attraverso la promozione del Grande Tennis nel nostro Paese – ha commentato il Presidente Angelo BinaghiDopo aver fondato, 15 anni fa, il canale SuperTennis, riportando così il nostro sport nelle case di tutti gli italiani, e dopo aver riaperto una finestra in chiaro su Wimbledon, siamo ora orgogliosi di mettere a disposizione di tutta la vasta platea degli appassionati tricolori un altro dei quattro tornei più importanti del mondo. Gli US Open sono una delle competizioni che di recente ci hanno regalato le migliori soddisfazioni, inclusa la storica finale del 2015 vinta da Flavia Pennetta su Roberta Vinci, e, qualora questa fresca tradizione venga riaffermata nei prossimi anni sotto gli occhi del grande pubblico televisivo nazionale, ritengo che SuperTennis possa così contribuire non solo a promuovere vieppiù il tennis ma anche a incentivare i nostri giocatori a migliorarsi e a guadagnare in popolarità”.

 

Kirsten Corio, Chief Commercial Officer, USTA: “SuperTennis ha dimostrato di essere una fidata casa dello sport in Italia. Con così tanti giocatori italiani in questa nuova generazione di astri nascenti, è il momento ideale per dare il via a questa nuova collaborazione. Non vediamo l’ora di iniziare il lavoro a fianco di SuperTennis, con il comune obiettivo di accrescere sempre più la visibilità dello US Open”.

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Jake Garner sarà il nuovo giudice arbitro dello US Open

L’ex giudice di sedia Jake Garner è stato nominato referee dello Slam newyorchese a partire da quest’anno

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Arthur Ashe Stadium - US Open 2021 (foto Twitter @usta)

L’ex giudice di sedia Jake Garner è stato nominato dalla USTA referee (giudice arbitro) dello US Open, un ruolo centrale nella conduzione dell’ultimo Slam dell’anno. A partire dall’edizione 2023, lo statunitense famoso per aver fatto infuriare Roger Federer (durante la finale dello US Open 2009, il campione svizzero contestò animatamente la sua decisione di concedere la verifica elettronica a Del Porto, nonostante la richiesta fosse giunta con un certo ritardo), si occuperà dei sorteggi dei tabelloni, della preparazione del programma giornaliero degli incontri e supervisionerà il lavoro dei suoi ormai ex colleghi arbitri.

Garner è stato giudice di sedia nella cerchia ristrettissima dei possessori del Gold Badge dal 2008 al 2016 e ha condotto ben 18 finali Slam, 4 finali di Coppa Davis, una finale di BJK Cup e la finale maschile dei giochi olimpici di Pechino 2008. In questi anni, ha svolto diversi ruoli (Senior Director, Professional Pathway, Officianting) per conto della USTA, la Federazione del tennis statunitense e l’anno scorso è stato assistente del referee dello US Open, Wayne McKewen che ha ricoperto questo ruolo nel 2021 e nel 2022, che, da quest’anno, sarà Grand Slam Supervisor.

 

“Jake è uno degli arbitri più noti e rispettati al mondo e abbiamo grande fiducia nelle sue capacità e, insieme a Melanie a Andrew, garantirà che lo US Open sia arbitrato ad alti livelli di professionalità e integrità” ha detto la direttrice del torneo Stacey Allaster. Melanie Tabb sarà l’assistente di Garner ed Andrew Walker sarà Chief Umpire del torneo.

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Il governo USA metterà fine allo stato d’emergenza COVID entro maggio. Via libera per Djokovic?

L’amministrazione Biden sta per approvare una legge per concludere lo stato d’emergenza sanitaria. Potrebbe essere rimosso l’obbligo di vaccinazione per i visitatori

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Novak Djokovic - 2021 US Open (Jed Jacobsohn/USTA)

Il parlamento statunitense sta considerando una proposta di legge chiamata “Pandemic Is Over Act” che si pone come obiettivo quello di mettere fine allo stato di emergenza sanitaria dichiarato quasi tre anni fa a causa dell’epidemia di COVID-19, il New York Times ha pubblicato nella serata di lunedì.

Questa proposta di legge e altre che sono anch’esse al vaglio dell’esecutivo creerebbero le condizioni per passare ad una nuova fase di controllo della pandemia che però non prevederebbe le misure straordinarie che sono state in vigore fino a questo momento. Una volta approvate queste norme, poi, il governo Biden ha lasciato intendere che non estenderà il formale stato di emergenza che al momento dovrebbe scadere il prossimo 11 maggio.

Tra le norme legate all’emergenza sanitaria c’è anche quella che prevede la presentazione del certificato vaccinale per tutti i non americani e non residenti negli USA che vogliano entrare nel Paese, norma che durante l’ultimo anno ha impedito al neo n. 1 del mondo Novak Djokovic di disputare i tre Masters 1000 che si disputano sul territorio statunitense (il BNP Paribas Open di Indian Wells, il Miami Open e il Western&Southern Open di Cincinnati) così come lo US Open a Flushing Meadows.

 

Il prerequisito è tutt’ora in vigore formalmente per tutti i visitatori stranieri che vogliono entrare nel Paese per via aerea, e sostanzialmente anche per chi entra via terra, nonostante la norma non venga ormai più fatta rispettare da qualche tempo ai posti di frontera tra gli USA e il Canada o il Messico. La norma è formalmente in vigore fino al 10 aprile prossimo, anche se naturalmente potrebbe essere estesa o revocata in ogni momento

Tuttavia anche se dovessero essere approvate le leggi per gradualmente rimuovere lo stato di emergenza sanitaria, non è automatico che anche le condizioni per poter entrare negli Stati Uniti come straniero verranno adeguate di conseguenza. È infatti consuetudine imporre condizioni molto più stringenti per gli stranieri che cercano di entrare sul territorio del proprio Stato di quelle che invece vengono imposte ai cittadini dello Stato stesso. In ogni caso, siccome gli USA sono uno dei pochi Paesi che ha mantenuto questo prerequisito che invece è stato fatto decadere in gran parte del pianeta, è verosimile pensare che ci potrebbe essere un adeguamento nel corso dei prossimi mesi che potrebbe spalancare le porte alla partecipazione di Djokovic almeno ai tornei estivi sul cemento americano, dato che sembra improbabile che le cose possano cambiare abbastanza velocemente da permettergli di essere ai nastri di partenza dei tornei del Sunshine Double in marzo.

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