WTA Finals, P. Kvitova: “Non sto benissimo ma darò il massimo nel prossimo match”

Interviste

WTA Finals, P. Kvitova: “Non sto benissimo ma darò il massimo nel prossimo match”

WTA Finals, A. Kerber b. P. Kvitova 6-2 7-6. L’intervista del dopo partita a Petra Kvitova

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Oggi in campo non sembravi in forma al 100%. Come ti senti?
Non so, mi sento strana.

In che senso?
È una sensazione difficile da descrivere. Stavo giusto cercando di spiegarlo al mio preparatore fisico ma non è facile spiegare come mi sento. È una sensazione che non posso controllare. Le mie analisi del sangue non erano il massimo, perciò è per questo che non sono riuscita a prepararmi come avrei voluto. Oggi, all’inizio mi sentivo incapace di “stare al passo” con il suo gioco durante gli scambi. Ero in ritardo sulla palla. Poi ho cominciato ad essere più aggressiva ma ho commesso degli errori. A quel punto è stato davvero difficile per me riuscire a trovare il giusto equilibrio tra scambi lunghi e colpi vincenti. La mia avversaria ha giocato bene ed io cercherò di fare il massimo nel prossimo match.

Eri riuscita a vincere gli ultimi tre o quattro match precedenti contro di lei. Hai vinto la finale di Fed Cup per 6-4 al terzo set. Era stata dura, ma eri riuscita a batterla. Cosa è successo oggi di diverso?
Oggi purtroppo non sono riuscita a vincere. So che contro di lei è sempre una dura lotta. Inoltre, probabilmente la finale di Fed Cup è stato il match più difficile da portare a casa. So che è una grande giocatrice, sa muoversi bene in campo ed è una lottatrice. Nel primo set non ho giocato per niente mentre nel secondo credo di aver lottato per rientrare nel match.

Cosa farai tra un match e l’altro? Farai qualcosa in particolare per sentirti un po’ meglio? Credi di aver bisogno solo di un po’ di riposo?
Non so se il riposo possa essere d’aiuto, ma sicuramente domani farò il mio meglio per prepararmi al massimo al prossimo match. Non voglio essere pessimista riguardo la mia situazione. È un torneo in cui non importa se perdi il primo incontro, posso ancora dimostrare di giocare bene. Vedremo come andrà.

Fatta eccezione dell’erba di Wimbledon, qual è la miglior superficie su cui ricordi di aver giocato? Indoor s’intende, quella su cui ami giocare ogni anno.
Beh, sfortunatamente, al momento nessuna nel circuito WTA. Quando stavo “crescendo” come tennista giocavo su superfici indoor molto veloci perciò quella è la mia preferita se escludo l’erba di Wimbledon. Però, l’anno scorso ho giocato bene anche sulla terra quindi dipende. A volte mi piace anche giocare sul duro outdoor, altre no. Per queste ragioni non sono in grado di dire quale preferisco in assoluto, ma giocare indoor mi piace.

Come giudichi questa superficie rispetto a quella di Istanbul su cui hai trionfato un paio di anni fa?
È passato molto tempo, perciò è difficile rispondere. Penso che quella di Istanbul fosse un po’ più veloce. Probabilmente mi sentivo più a mio agio a giocare su quella superficie rispetto a questa ma non so spiegare esattamente il perché. In quel periodo giocavo un gran tennis, ero in fiducia e molto preparata fisicamente. Era tutto “perfetto”.

Nel frattempo ti è stata diagnosticata la mononucleosi. Ogni volta che ne parli sembri essere piuttosto ottimista. È così? Di solito sei una persona ottimista o hai dovuto imparare ad esserlo?
Sì, credo di essere una persona ottimista. Mia mamma lo è, perciò penso di aver preso da lei. So di non poter fare nulla in questa condizione quindi accetto le cose come stanno.

Traduzione di Yelena Apebe

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