AO interviste, Raonic: "Nessuno mi ha mai chiesto di combinare un match"

Interviste

AO interviste, Raonic: “Nessuno mi ha mai chiesto di combinare un match”

Australian Open interviste, primo turno. M. Raonic b. L. Pouille 6-1 6-4 6-4. L’intervista del dopo partita a Milos Raonic

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Rispetto a Brisbane, è stato un passo avanti questo?
Sì, penso di si. Anche a Brisbane ho avuto abbastanza occasioni. Forse oggi, sentendomi più a mio agio ed avendo più idea di dove mi trovassi a giocare, mi sono lasciato andare un po’ di più quando dovevo ricevere. Ma ho fatto un buon lavoro prestando attenzione al mio servizio e ho avuto un’ottima padronanza nel ricevere, quando era necessario.

Cosa succede quando, durante una competizione, interrompi un ragazzo ogni volta che serve, durante ogni set?
Cerchi di prestare molta attenzione al tuo servizio.

Dev’essere una bella sensazione.
Sì, è così. Giocare avanti è sempre un po’ più facile. L’unica cosa che devi fare per essere al massimo è non avere tregua. Penso di aver dato il massimo soprattutto durante i miei servizi. Anzi, penso di essere stato al top per tutto il tempo. Non penso ci sia mai stato un pareggio. Ho dato il meglio di me, mi sono messo alla prova.

Quest’anno hai iniziato molto bene, specialmente battendo Roger Federer a Brisbane. Penso che significhi molto questo. Cosa ne pensi tu?
Sì, penso che sto avendo un buon gioco. Penso di essere, finalmente, in forma, mostrando quel gioco che ha la capacità di parlare da sé. Vorrei aggiungere alcune cose. Come tu sai, sono molto più efficiente a rete. Riesco a coprire meglio lo spazio. Ho la capacità di far pensare di più i miei avversari e di essere un po’ più calmo in situazioni di pressione, credendo di potercela fare e di avere diverse possibilità per andare in testa.

Com’era la situazione oggi? Non sembra essere caldo come ieri.
Sì, non è molto differente dalla scorsa settimana. Probabilmente, settimana scorsa era più umido e lento. E’ un po’ più veloce qui. Stare sotto il sole non è stato un grande problema oggi, specialmente alle 11 del mattino. Credo di aver giocato bene durante tutto il match. E’ stato molto rapido.

Perché il paradenti?
Lo uso per non digrignare i denti mentre gioco. A volte mi provoca stress e mal di testa.

Hai avuto bisogno di sistemarlo, per esempio per la respirazione?
No, lo porto quasi sempre, eccetto quando mangio, quindi mi ci sono abituato in fretta. Forse ci giocherello un po’ troppo mentre gioco, ma a parte ciò rimane lì tutto il tempo.

Partire truccate: qual’è la tua opinione a riguardo? Pensi che il problema sia grave quanto gli articoli lo fanno sembrare e che l’ Unità di Integrità stia facendo tutto il possibile per affrontare il problema?
Beh, in qualità di giocatori ci è stato detto che se dovesse emergere qualcosa di simile, di comunicarlo alle autorità di competenza. Credo che ci sia un numero verde come opzione per verificare se realmente succede. Da quello che ho percepito, e da quella che è la mia esperienza personale, penso che sia già stato fatto tutto il possibile a riguardo. Non credo che, nel mondo del tennis, ci sia qualcuno che ci creda o che supporti una cosa del genere. Se questa storia dovesse avere dei fondamenti, spero che le persone – che non sono state nominate, a quanto ho capito – che ne hanno preso parte vengano sbattute fuori. Il tennis è bellissimo. Ci sono moltissime belle cose in questo sport. Scusami per il gergo, ma ritengo che sia una schifezza leggere e vedere che viene data tanta attenzione a questo argomento piuttosto che all’ Australian Open, che è uno dei quattro eventi più importanti del tennis.

Questa mattina Thanasi Kokkinakis ha affermato che agli inizi della sua carriera gli è stato offerto di truccare delle partite tramite i social media. A te è mai capitato, anche se non tramite i social?
No. La cosa a cui mi sono avvicinato di più è stata essere insultato da alcune persone perché se io perdevo le partite, loro perdevano i soldi (sorride).

Cosa mi dici del prossimo round?
Credo che stiano giocando. Con Tommy ho giocato molte volte. Match difficile, come sempre. Ma ho sempre la sensazione di giocare bene. Comunque si presentino le sfide, credo di poter trovare sempre una soluzione.Non conosco molto Jaziri. Credo che gli allenatori ci guardino. Credo che andrà come sempre: “stai attento a ciò a cui devi prestare attenzione” e “cerca di mantenere sempre il controllo”.

Perché hai scelto Carlos Moya come allenatore? Cosa vuoi imparare da lui?
Credo che possa insegnarmi a migliorare il mio gioco per rendere al meglio, specialmente in certi momenti. Penso che possa darmi molti consigli, dentro e fuori dal campo, specialmente durante un torneo di due settimane, per capire dove posso rendere di più. Penso che possa aiutarmi a rilassarmi dopo le partite, visto che non riesco mai a staccare completamente.

Quando hai deciso di chiedere a lui, ha accettato immediatamente?
No. La chiacchierata è andata avanti per buona parte del mese di dicembre. Quando mi sono separato da Ivan, l’idea era “nessuna fretta”. Riccardo mi disse che sarebbe stato pronto a continuare per alcune settimane in più, finché non sarebbe arrivata la decisione giusta per me. Ho avuto modo di conoscere un po’ di più Carlos durante gli IPTL. Abbiamo passato del tempo a parlare di come lui vedeva la mia tecnica e di come migliorarla. Lì ho scelto e volevo che ciò avvenisse prima dell’inizio del nuovo anno.

Traduzione di Gilda Dota

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