AO 2016, spunti tecnici: Margarita Gasparyan, il rovescio a una mano come scelta estetica

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AO 2016, spunti tecnici: Margarita Gasparyan, il rovescio a una mano come scelta estetica

La russa Margarita Gasparyan sta giocando molto bene. E’ l’unica giovane che colpisce il rovescio a una mano. E lo fa per un motivo molto preciso

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Anche se non avesse affrontato – e come tutti sappiamo, battuto in rimonta – la nostra Sara Errani, per poi confermarsi superando la giapponese Kurumi Nara, il match di Margarita Gasparyan non me lo sarei perso comunque. La ventunenne russa, numero 58 WTA, è una tennista di “seconda fascia”, emergente, che ha già battuto diverse buone giocatrici nel 2015, tra cui Camila Giorgi, Kristina Mladenovic, e soprattutto Dominika Cibulkova e Karin Knapp in occasione della vittoria a sorpresa nel torneo di Baku a luglio.

Bella picchiatrice, ottimo servizio sui 180 kmh che per le donne non è affatto poco, drittone solido e potente con esecuzione moderna standard, in open stance, presa semiwestern tendente alla western, e caricamento sulla gamba destra, la caratteristica che la rende diversa da tutte o quasi le sue colleghe è l’esecuzione del rovescio: incredibile ma vero, abbiamo una giovane ragazzona dell’est (1.83 per 73 chili), costruita per la pressione da fondo e adatta ai campi duri e veloci, non una terraiola come la musa protettrice del One-Handed Backhand Appreciation Corner Carla Suarez Navarro insomma, che non gioca bimane. Più unica che rara, insomma, considerata anche la scuola tennistica che l’ha prodotta.

In testa al pezzo, un ottimo esempio (immagine dalla partita con Sara) della compostezza e della postura biomeccanicamente perfetta nell’esecuzione del dritto, angoli retti tra spalla, avambraccio e racchetta, che rimane a sua volta allineata al centimetro con il braccio non dominante. Colpo da manuale, con cui ha infatti messo alle corde la Errani spesso e volentieri. Ma come detto, dove Margarita è speciale è dal lato sinistro. Per capirne di più, ho richiesto l’intervista post match ( e sono stato il solo), richiesta necessaria in quanto in assenza di giornalisti del paese interessato (russi in questo caso) i giocatori non vanno automaticamente in “press room” dopo i match, devi far sapere prima al banco ITF che vuoi parlare con loro.

Ero andato la mattina al campo 10 a vederla allenare, giusto un salto per fare al volo le foto che vedete inserite nel pezzo prima che mi scappassero Kyrgios e Zverev, e che analizzeremo tra poco. Ma la cosa veramente interessante, e a mio avviso unica e adorabile, è venuta fuori dalla conversazione che trovate nell’audio sotto l’articolo. Per vostra comodità, vi riporterò la parte notevole, anzi fantastica, in italiano. Dopo i “convenevoli da intervista” di rito (com’è andata la partita, dove è girata, dovevo giocare aggressiva, eccetera), dai quali non potevo esimermi, siamo arrivati a quello che mi interessava: da dove spunta ‘sto rovescione a una mano? Prima di scoprire il mistero, diamo un’occhiata più da vicino a quello di cui stiamo parlando.

Gasparyan rovescio

Qui sopra vediamo la fase di preparazione, bella ampia con ovalizzazione abbondante e racchetta portata indietro alta, un tipo di movimento che ricorda quello di Guga Kuerten, con gomito piuttosto separato dal busto. Un backswing simile permette grandissima accelerazione, a patto di entrare sulla palla con anticipo assoluto, non si sfugge: pensiamo alla preparazione estremamente più raccolta di Federer, che “spara” il rovescio con meno potenza di un Wawrinka, ma è maggiormente facilitato nel salvarsi – con talento e polso d’acciaio ovviamente – nelle situazioni di emergenza, i famosi controbalzi quasi solo di avambraccio. Margarita è della “scuola Stan”, ha bisogno di spazio e tempo per preparare e non anticipa in modo estremo: ma le fucilate che molla fanno paura, vediamo qui sotto le fasi di impatto e l’ampiezza dei follow-through di accompagnamento.

Gasparyan rovescio3

Nelle immagini ancora più sotto, infine, possiamo notare come la Gasparyan usi un grip a metà tra la eastern classica e una quasi-semiwestern, variazione che deriva principalmente dall’angolo tra attrezzo e avambraccio più che da uno spostamento vero e proprio della mano sul manico: i punti di appoggio sono praticamente quelli (palmo della mano e nocche), ma la testa della racchetta “pende” lievemente in avanti, assecondando l’inerzia della sbracciata. Bellissimo, perfettamente attraverso la palla, ed efficace anche sugli impatti alti. Nell’immagine centrale, con la palla a contatto con le corde, Margarita colpisce all’altezza delle spalle, ha le gambe in distensione completa, ed è pure in sospensione dinamica, la suola della scarpa destra sarà a 10 centimetri da terra: la palla che le è arrivata (stava rispondendo a un kick di servizio) è in effetti all’altezza del viso, se non più su, è lei che si proietta in alto-avanti per salirci sopra lo stesso, e tirare giù un missile appena appena liftato. Uno spettacolo.

Gasparyan rovescio2

Spettacolo, ed eccoci al punto, di cui mi ha rivelato l’origine la stessa Margarita, che da vicino è carinissima, sorridente e simpatica: come tutte colpiva bimane, ma dopo aver perso un match junior, a 12 anni – che non sono pochi in termini di formazione tecnica – è tornata a casa, e ha detto basta, voglio giocare il rovescio a una mano, senza una ragione, solo perchè è bellissimo e mi piace. Sì, avete letto bene. Per un po’ ha giocato solo slice, poi ha cominciato a spingere, e qualche anno dopo eccola qui a chiudere lungolinea a livello Slam. Cioè, rendiamoci conto: come ho scritto nel titolo, non una scelta tecnica, ma estetica. Perchè l’ho fatto? Perchè è BELLO. C’è un motivo più condivisibile di questo? Io personalmente non credo, magnifica follia. Da erigerle un monumento nella piazza davanti al Tempio del Tennis Elegante, senza discussioni. Strepitosa.

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