Shuai Zhang: il coraggio (o l'incoscienza) di non arrendersi

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Shuai Zhang: il coraggio (o l’incoscienza) di non arrendersi

L’incredibile storia di Shuai Zhang scoraggiata da quattordici partecipazioni negli Slam senza passare un turno, aveva deciso che Melbourne 2016 sarebbe stato il suo ultimo tentativo. Ora è ai quarti di finale dell’Australian Open e non è affatto detto che la corsa finisca qui…

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Un proverbio arabo dice: “Non arrenderti: rischieresti di farlo un’ora prima del miracolo”. Alla luce di quanto accaduto nell’ultima settimana Shuai Zhang non potrebbe che essere d’accordo con gli antichi saggi. La cinese, che poche ore fa ha strappato il pass per i quarti di finale di Melbourne, infatti, aveva deciso che questo Open d’Australia sarebbe stato il suo ultimo slam visto che in carriera non era mai riuscita ad andare oltre il primo turno di un Major in ben quattordici partecipazioni.

Ma procediamo con ordine. Shuai Zhang nasce il 21 Gennaio 1989 a Tianjin, che con i suoi 15 milioni di abitanti è la quarta città della Cina. La sua è una famiglia di sportivi visto che il padre, Zhi Qiang Zhang, è stato un campione di calcio mentre la madre, Quin Feng Wang, ha militato nel campionato cinese di basket. All’età di sei anni la piccola Shuai comincia a giocare a tennis in un club vicino a casa e solamente a dodici inizia a collaborare con la Federazione di Tennis del suo paese. A quattordici anni entra nel circuito ITF, nel quale vince 16 titoli in singolare e 9 in doppio. Ancora giovanissima pare essere l’erede naturale di Li Na ma una volta entrata nel circuito WTA la carriera della Zhang subisce un arresto. Riesce infatti a conquistare solamente due titoli in due tornei minori giocati proprio in Cina. A settembre 2013 Shuai vince infatti il Guangzhou International Women’s Open di Canton e un paio di mesi dopo il Nanjing Ladies Open di Nanchino. Gli anni successivi la vedono passare di sconfitta in sconfitta tanto da chiudere il 2015 al numero 186 del ranking. La Zhang non ha fortuna soprattutto quando si trova nel tabellone principale degli slam. Partecipa per ben quattordici volte infatti senza mai riuscire ad andare oltre il primo turno.

A causa di tali disavventure gli Open d’Australia 2016 la vedono partire dalle qualificazioni dove sconfigge in ordine la lussemburghese Minella, la ceca Martincova e la francese Razzano. Il sorteggio pare non esserle favorevole visto che al primo turno si trova a incontrare Simona Halep, testa di serie numero due del tabellone. La cinese non si fa intimorire dalla blasonata avversaria e macinando un gioco preciso e ordinato fa suo l’incontro anche grazie alla condizione fisica non ottimale della rumena. Il secondo turno vede la Zhang liquidare con un doppio 6-3 la francese Cornet, per poi sbarazzarsi facilmente della Lepchenko nel terzo turno. E così nel primo giorno della seconda settimana Shuai si ritrova ad affrontare sul campo centrale la giovane promessa, Madison Keys. La stanchezza gioca un brutto scherzo alla Zhang che non sembra capace di reagire davanti alla potenza dell’americana, ma il destino ha in serbo una sorpresa per la cinese. Madison infatti si infortuna a un’anca e, malgrado tenti di restare in campo, non può che cedere e lasciare l’incontro nelle mani di Shuai.

Da numero 133 del mondo la Zhang salirà così almeno al 64° posto nel ranking WTA andando a giocarsi la possibilità concreta di entrare tra le prime quattro dello slam australiano contro un’altra sorpresa, Johanna Konta.

Nelle interviste alla fine degli incontri appare in imbarazzo e non sembra nemmeno avere le proprietà di linguaggio adatte a esprimere tutto ciò che passa nella sua testa.

Comunque vada l’incontro tra outsider Mercoledì, questo slam resterà per sempre scolpito nel cuore di Shuai Zhang, che ha avuto il coraggio di non arrendersi un torneo prima del miracolo.

Chiara Gheza

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