WTA Kaohsiung: Venus Williams ad un passo dai 50, battuta in finale Misaki Doi

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WTA Kaohsiung: Venus Williams ad un passo dai 50, battuta in finale Misaki Doi

Al Taiwan Open, la maggiore delle sorelle Williams non fatica troppo per superare la giapponese Misaki Doi. Per Venus, rivale di Roberta Vinci nella corsa alla top10 è la vittoria numero 49 nei tornei WTA

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[1] V. Williams b. [2] M. Doi 6-4 6-2

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L’International Taiwan Open di Kaohsiung ha avuto infine la miglior finale possibile, che vedrà infatti contrapposte le prime due teste di serie, Venus Williams e Misaki Doi. I pronostici pre-partita sono tutti a favore della campionessa americana. I numeri, del resto, sono schiaccianti. Venus è alla sua settantanovesima finale nel circuito, di cui quarantotto vinte. Sette di questi titoli sono stati dello Slam, uno conquistato alle Olimpiadi di Sydney, nove i Tier I o Premier Mandatory che dir si voglia. Williams è la settima giocatrice della storia per titoli vinti, la seconda in attività. La prima, manco a dirlo, è la sorella. Venus è anche la terza di sempre per guadagni derivati dall’attività nel circuito con più di 35 milioni di dollari vinti. Ha chiuso l’anno per dodici volte nella top 10, l’anno scorso per la prima volta dal 2010, alla veneranda età di 35 anni. Le ultime sono state stagioni difficili per la grande delle sorelle Williams, che ha dovuto combattere con infortuni alle ginocchia, ai fianchi e soprattutto con la sindrome autoimmune di Sjogren, una malattia debilitante che ha portato a prestazioni altalenanti, incomprensibili se analizzate senza tenere in conto della sindrome.
Misaki Doi invece è alla seconda finale in carriera, dopo quella vinta nello scorso ottobre in Lussemburgo contro Mona Barthel per 6-0 al terzo set. Doi ha concluso la sua prima stagione in top 100 nel 2012, a 21 anni. Dopo una stagione decisamente no nel 2014, la piccola giapponese ha raggiunto il suo best ranking lo scorso anno, toccando il numero 54 della classifica. Quest’anno non aveva ancora vinto una partita prima di di Kaohsiung, per quanto avesse avuto un match point contro Kerber nel primo turno degli Australian Open. È una giocatrice insidiosa, che sembra avviata verso una crescita repentina, ma che è forse troppo svantaggiata da un fisico davvero minuto per competere ai massimi livelli. Trenta sono infatti i centimetri di differenza fra Venus e la giapponese, con di conseguenza una notevole differenza di peso di palla e di rendimento al servizio, per quanto Doi si possa avvantaggiare delle sue traiettorie mancine.

La partita, comunque, per quanto possa sembrare chiusa in partenza, presenta degli spiragli dati dalla scarsa forma di Venus e dalla voglia di ribalta di Doi. La vittoria del torneo frutterebbe a Venus il dodicesimo posto nel ranking. Per la Doi sarà best ranking in ogni caso, 52 con la finale ed addirittura 42 con la vittoria.

Venus inizia la finale al servizio, mettendo giù subito un paio di prime e delle seconde che scavalcano in altezza i 159 centimetri della giapponese, conquistandosi il game a 15. Doi sale poi sul 40-0 al servizio grazie a delle risposte di Venus che ricordano più da vicino il baseball che non il tennis. La differenza di peso di palla nello scambio però è tanta e l’impressione è quella che se Venus riesca a tenere la palla in campo, Doi farebbe molta fatica a dettare il gioco. Infatti, appena le risposte atterrano in campo ci sono cinque punti consecutivi per Venus, che scappa sul 2-0. Il game successivo vinto a 0 e chiuso con un delizioso dritto vincente inside-out dopo uno scambio tutto in difesa è una formalità. Venus si conquista poi una palla break per andare avanti 4-0, dopo una risposta profonda di rovescio ed un dritto vincente in avanzamento; opportunità annullata da un buono scambio della Doi giocato tutto in pressione. La testa di serie numero 2 annulla un’altra palla break, conquistata da Venus grazie ad un meraviglioso passante in corsa di rovescio, e sfruttando poi due brutte risposte dell’americana conquista il suo primo game. Siamo 3-1 per Venus, che sembra comunque in totale controllo della partita. Il game al servizio, però, è un disastro. Due doppi falli ed un back di rovescio che non supera la metà della rete regalano due palle break a Doi, che sfrutta la prima con una bella risposta vincente di rovescio. La giapponese gioca ora molto meglio, si è sbloccata, ha lasciato andare la tensione e con lei anche i colpi. Nel sesto game si concede un ace e un dritto vincente, che appaiati a due mezzi disastri di Venus sempre con il dritto le permettono di riagganciare l’avversaria sul 3-3. Ecco il fatidico settimo game. Williams sale 40-15 al servizio, ma i punti successivi non fanno che confermare l’impressione che si sia presa una pausa dal match. Annulla due palle break, ma capitola alla terza con un doppio fallo. 4-3. Doi che passa per la prima volta in vantaggio e che soprattutto ha dalla sua un parziale di quattro giochi a zero. Venus al cambio campo si calma e sotto nel punteggio ritorna finalmente a colpire bene la palla e innanzitutto, sembrerà banale, a tenerla in campo. Arriva immediato il controbreak a 15 ed il soprasso al servizio: 5-4 Venus, che si conquista anche due set point sul 15-40 annullati da buoni servizi di Doi, che cede però il set ai vantaggi con un gratuito di dritto. 6-4 Venus dunque, in 40 minuti. Andamento schizofrenico: 3-0 Williams, 4-0 Doi, ancora 3-0 Williams.

Il secondo set si apre con un reciproco regalo di break e prosegue in parità fino al 2-2. Un game di sette minuti permette poi a Venus di portarsi sul 3-2. Entrambe ora giocano abbastanza bene, si vedono dei begli scambi prolungati, con la palla spesso nei pressi delle righe di fondo. Doi avrebbe poi delle palle per portarsi in parità sul servizio, ma vengono annullate da due dritti-cannonata di Venus nell’ultimo centimetro utile di campo. Il break se lo prende con un altro proiettile, questa volta di rovescio. Il resto della partita è una formalità interrotta solo da qualche doppio fallo di troppo di Venus, nove in totale. Williams chiude al secondo match point con una splendida risposta stretta di rovescio vincente. 6-4 6-2.

Pugnetto alzato, sorriso che copre tutto il viso e titolo 49 portato a casa. Durante la premiazione Venus promette persino di provare a convincere Serena per il prossimo anno, infiammando il pubblico. Doi ha confermato le buone impressioni destate lo scorso anno. Gioca bene, anticipato, vicino alle righe, ma paga quel gap fisico con il resto del tour sia nei colpi di inizio gioco, venendo spesso scavalcata dal servizio, sia in termini di incisività nello scambio. Farà comunque il best ranking alla fine del torneo e potrà iniziare a guardare più positivamente a questo 2016 iniziato così male.

Un ringraziamento finale, permettetelo, lo voglio fare a Venus Williams. Trovo ammirevole la perseveranza, la determinazione, la voglia di non mollare e di cercare l’affermazione anche in tornei che aggiungono davvero poco ad un palmares che ha pochi eguali al mondo. In fondo, cosa può dare in più un International vinto senza nessun’altra top 50 nel tabellone? Qualcuno potrebbe dire i soldi della partecipazione. Ma sono molti i top player che ricevono dei compensi stratosferici per partecipare a tornei dove poi danno sì e no il 10% e dove vengono eliminati malamente nei primi turni. Venus ha qualcosa in più, che la fa stare ancora lì a lottare a quasi 36 anni, contro giocatrici che hanno la metà della sua età. Qualcosa che fa allontanare quella fastidiosa voce nella testa che le dice: “Ma chi te lo fa fare? Hai vinto tutto in carriera, hai aziende avviate in diversi campi, finiscila qui e riposati”. Quel qualcosa si chiama amore per il proprio lavoro. Quindi grazie Venus per dimostrare dove c’è una passione forte ed una grande professionalità, si può stare ancora lì, a lottare per la cosa che più si ama, nonostante età, malattie ed avversità.

Risultato:

[1] V. Williams b. [2] M. Doi 6-4 6-2

Lorenzo Dicandia

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