Elena Pero: "La sconfitta di Djokovic può far bene al tennis, su Sharapova non bisogna prendere posizioni"

Interviste

Elena Pero: “La sconfitta di Djokovic può far bene al tennis, su Sharapova non bisogna prendere posizioni”

La prima voce del tennis di SKY in esclusiva per Ubitennis: gli inizi con Rino Tommasi, gli aspetti migliori e peggiori di essere una telecronista, le opinioni su Sharapova e Nadal

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Parlaci dei tuoi inizi, come sei diventata la prima voce di SKY?
Assolutamente per caso, partendo da una grande passione: giocavo, ma a livelli da dilettante. Studiavo, e nel frattempo guardavo tanto tennis, finché un giorno, all’inizio degli anni ‘90 per una rivista (Matchball), Rino Tommasi cercava aspiranti collaboratori. Andammo a casa sua, lui non si aspettava una risposta così numerosa e quindi organizzò una sorta di prova, la raccolta di un anno di statistiche, per fare una selezione. Scelse me e un altro ragazzo, Luca Marianantoni, poi dopo qualche mese mi disse che su Koper Capodistria iniziava un programma sul tennis e mi invitò ad interessarmene: all’inizio ero un po’ reticente a causa dell’università, ma sotto sua insistenza provai e non me ne sono mai più andata.

Come vivi il tuo lavoro? Una responsabilità, un divertimento?
Di certo è divertente: è la mia passione, una volta messe le cuffie ci si diverte. La responsabilità sta nel cercare di essere il più obiettivi possibile, essere sempre sul pezzo, cercare qualche notizia in più, insomma rendere un servizio, ma sempre divertendosi.

Un lato positivo e uno negativo del tuo lavoro.
Di positivo c’è tutto, assolutamente. Di negativo, come anche per altri lavori, c’è che non ci sono giorni, notti, feste o altro, quindi a Pasqua, Ferragosto o qualsiasi evento siamo impegnati. Per fortuna a Natale non giocano!

Tra l’altro proprio recentemente, per il caso Sharapova, sei intervenuta con la massima tempestività su SKY Sport 24, quasi live.
Sì, sapevamo che avremmo avuto le immagini a disposizione, quindi anche in quel caso siamo stati rapidissimi. Non pensavamo certo al doping! Reagire a caldo non è mai facile, perché può comportare il rimpianto di non aver detto tutto quello che si pensava. O al contrario, ci si può pentire di non aver avuto abbastanza tempo per pensare e ponderare bene quello che si dice.

A proposito di Sharapova, tu cosa ne pensi, anche alla luce dell’apparente dietrofront della WADA?
Secondo me non deve esistere posizione. La verità la sanno lei e pochi altri, a noi tocca distinguere i fatti dalle opinioni: sono i fatti a dover essere raccontati, nessuno può esprimere un’opinione spacciandole come qualcosa di inconfutabile. E secondo me questo è imprudente: ci sarà un’indagine e poi una sentenza, che spero il più corretta possibile, e bisognerà fidarsi, perché altrimenti lo sport perde qualsiasi credibilità. Io non ho un’opinione.

Pensando agli uomini, cosa pensi del dominio di Djokovic, dell’apparente declino di Nadal?
Quello di Djokovic è un dominio interessante, perché abbiamo assistito negli anni al dominio di Federer e di Nadal, ma nessuno aveva avuto una dittatura così assoluta, un divario così straordinario, quasi inquietante. Nole è un grandissimo personaggio, fa tanto per il suo sport, ma forse qualche sua sconfitta fa bene a tutto il movimento. Oggi (giorno di ottavi, successivo alla sconfitta di Djokovic con Vesely, ndr) siamo venuti qui al Country Club pensando: “Nonostante ci sia un tennista che l’ha vinto otto volte, c’è la possibilità che il torneo abbia un nuovo padrone”, e questo ci dà l’idea di quanti siano i dubbi sull’affermazione di qualcuno che non sia Nole.

Com’è cambiato il tennis, da vivere o da seguire, per un appassionato o per un addetto ai lavori, dai tempi di Rino Tommasi ad oggi?
L’accesso alle notizie adesso, con tecnologie e mezzi di comunicazione, è uguale per i professionisti come per gli appassionati. Venti o trent’anni fa c’erano gli inviati e loro fornivano notizie a chi stava a casa, adesso è possibile tranquillamente il contrario. Il nostro ruolo adesso e saper porre le notizie, non solo scovarle, e l’aiuto dei talent a SKY è fondamentale.

Che consigli dai ad un giovane che vorrebbe intraprendere la tua stessa strada?
So che sembra incredibile, ma non lo so! Ci vuole sicuramente passione e bisogna credere molto in se stessi. Poi è fondamentale darsi da fare, ma serve essere consapevoli che tutto può succedere.

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