Nick Lindahl, ex tennista australiano, condannato per aver combinato un incontro... ma non andrà in carcere

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Nick Lindahl, ex tennista australiano, condannato per aver combinato un incontro… ma non andrà in carcere

Il 27enne Nick Lindahl è stato dichiarato colpevole di matchfixing e di occultamento delle prove da una corte australiana. Dovrà pagare mille dollari di multa ma non andrà in prigione

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Un ex tennista australiano, il 27enne Nick Lindahl, è stato condannato dal tribunale di Burwood, nel New South Wales, per aver combinato un incontro e aver cercato di nascondere le prove dell’illecito. Lindahl, da giovane considerato una promessa del tennis con alle spalle un best ranking di numero 187 raggiunto nel maggio 2010, se l’è cavata comunque con una multa di soli 1000 dollari australiani, poco meno di 700 euro.

Il misfatto risale al settembre 2013. Lindahl informa il collega Matthew Fox e Ryan Wolfenden che avrebbe perso volontariamente la partita di primo turno del Futures di Towoomba, nel Queensland, contro il qualificato Andrew Corbitt, sapendo che loro avrebbero scommesso su tale risultato. Fox avrebbe ricavato 3800 dollari australiani in caso la scommessa fosse andata a buon fine. L’agenzia di scommesse Springbet tuttavia si insospettisce per l’insolito flusso di denaro su un match di così poco rilievo e blocca le scommessa.

Ma l’indagine congiunta da parte della Tennis Integrity Unity, della polizia degli stati del Victoria e del New South Wales nasce dal comportamento esemplare di Corbitt, il quale non solo non si fa attrarre dalla possibilità di guadagnare punti in modo irregolare ma, anzi, denuncia tutto alle autorità competenti. A 9 mesi di distanza dall’incontro, che per la cronaca finisce 6-2 6-3 per Corbitt, Lindahl viene addirittura intercettato mentre intima al complice Fox di nascondere tutte le conversazioni.

L’arresto per matchfixing e occultamento delle prove arriva nel febbraio dello scorso anno. Pochi mesi prima Fox aveva ricevuto una multa di 3500 dollari per il coinvolgimento diretto nella combine. Pochi giorni fa la sentenza definitiva che, seppur di lieve entità mostra comunque che il sistema di sorveglianza a volte funziona.

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