Roland Garros interviste, Andy Murray: “Allenarmi con Novak e Rafa mi fa sempre bene“

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Roland Garros interviste, Andy Murray: “Allenarmi con Novak e Rafa mi fa sempre bene“

Roland Garros interviste. La conferenza stampa pre torneo di Andy Murray

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Puoi aggiornarci sulla questione allenatore? Ti sei rivolto a qualcuno o non ci hai pensato ancora molto?
No, ne ho appena parlato  col mio team, ma non ne ho parlato con nessun altro ancora. Ovviamente con i buoni risultati arrivati da Roma e Madrid non mi sono troppo occupato di questo argomento.

Cosa hai fatto dopo Roma? Come stanno andando gli allenamenti qui?
Oggi l’allenamento è stato molto buono , mi sono allenato con Rafa e sono davvero soddisfatto della sessione odierna. Mi sono allenato anche con Goffin e con Feliciano Lopez , con condizioni leggermente particolari a causa rispettivamente della pioggia e del vento. Ho preso due giorni di pausa dopo Roma e qui sono subito ripartito qui

Spesso ti capita di allenarti con Rafa o Novak, cosa che non è molto comune per i top players. Pensi che ci sia qualcosa di particolare nel vostro rapporto che rende tutto questo più semplice?
Diciamo che normalmente loro mi battono quindi forse  sono poco più felici di me in tutto ciò (risata). Oramai sono tanti anni che mi capita di allenarmi con loro , in particolare prima dei grandi eventi o all’inizio dell’anno. Potrete capire che l’intensità dell’allenamento con loro è avvero alta e quindi esiste un incentivo maggiore nell’impegnarsi durante la sessione e quindi, certo, mi aiuta molto.

Lavorando con un intero team attorno a te quanto può aver inciso nella tua carriera? Quando hai capito che serviva una squadra di professionisti attorno a te per aiutarti nel circuito?
Quando ho cominciato a girare per il tour viaggiavo unicamente col mio coach, solo in seguito si è aggiunto il fisioterapista. All’inizio della carriera, non arrivando sempre in fondo ai tornei, avevo la possibilità di dedicare più agevolmente sessioni di preparazione atletica o specificatamente tennistica. Attorno ai vent’anni ho capito che serviva accanto a me anche la figura del preparatore atletico. Sicuramente è stato e sarà importantissimo per me attorniarmi di belle persone in giro per il tour.

Che ne pensi della possibilità di incontrare un qualificato nel primo turno?
Certamente non è semplice, le condizioni rispetto a Roma cambiano seppur leggermente e loro hanno già giocato tre match e quindi hanno già sensazioni positive per quanto riguarda le condizioni in campo. Mancano due giorni all’inizio del torneo e non conosco ancora il mio avversario, ci sono 16 o 17 possibilità contando anche i lucky loosers quindi questo rende la preparazione della partita leggermente complicata. Il lato positivo è che spesso i qualificati non hanno mai giocato in grandi palcoscenici e quindi potrebbero soffrire questa cosa dal punto di vista psicologico ma questo non è sempre detto.

Traduzione di Saverio Cirillo

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