Roland Garros interviste, Djokovic: "La pressione c'è, ma non cambio la preparazione"

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Roland Garros interviste, Djokovic: “La pressione c’è, ma non cambio la preparazione”

Roland Garros interviste. La conferenza stampa pre torneo di Novak Djokovic

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Il Roland Garros è l’unico Grande Slam che non hai vinto. Come ti senti? Sei più preparato rispetto allo scorso anno?
Sono veramente eccitato di partecipare a questa edizione del Roland Garros così come ogni altro anno. Senza dubbio le aspettative sono molte, non solo da parte mia ma anche da parte delle persone che mi circondano che sanno che questo è l’unico torneo dello slam che non ho mai vinto. Le persone sono ansiose di sapere se quest’anno posso farcela e questo tipo di attesa esiste e c’è stata nell’ultimo paio di anni. Quindi non è la prima volta che devo far fronte a questo tipo di pressione. La preparazione è andata bene questa settimana. Non cambierò niente in particolare. Rispetterò la stessa routine che ho avuto negli ultimi anni. Ho giocato 10 match in 2 settimane che è il massimo che potessi fare tra Madrid e Roma ed è stato perfetto per prepararmi agli Open di Francia. Quindi posso tranquillamente dire che in termini di match giocati sono pronto.

Negli ultimi due tornei hai incontrato Murray in finale. Quale parte del suo gioco pensi sia cambiata o migliorata di più nelle ultime settimane? Sembra avere un miglior livello sulla terra.
Penso che le persone hanno parlato molto della sua seconda di servizio, quindi penso che questa sia una delle parti del suo gioco a cui si è dedicato. Ha fatto qualche progresso. Dà più profondità e più velocità alla seconda di servizio, e questo senza dubbio lo aiuta molto ad avere un primo colpo facile nello scambio.

Riguardo ad Andy, ti sei allenato con lui. Lui si è allenato anche con Rafa. È piuttosto raro a questi livelli avere dei giocatori rivali al top che si allenano insieme. Non mi ricordo che tu ti sia allenato con Rafa o con Roger. C’è qualche ragione del perchè è più facile farlo con Andy che con chiunque altro?
Nessun motivo particolare. Conosco Andy da molto tempo. Certamente le cose sono diverse ora che siamo n°1 e n°2 del mondo rispetto a cinque, dieci anni fa quando ricordo che giocammo persino il doppio insieme agli Australian Open. Ma continuiamo ad avere un rapporto di amicizia e di rispetto fuori dal campo. Sono più che felice di allenarmi con lui. È probabilmente il migliore che possa avere, voglio dire, la miglior preparazione possibile per un match perché i nostri allenamenti sono come una vera partita. Ci siamo allenati a Madrid di recente e abbiamo giocato un set e mezzo. Ci sentivamo entrambi come se avessimo giocato un match. Quindi è buono.

Come hai detto sei venuto qui con una differente pressione. Compi 29 anni domenica. Cosa senti che è cambiato quest’anno rispetto alle altre stagioni?
Ad essere onesto, l’età è solo un numero per me, quindi mi sento come se avessi ancora molti anni dinanzi a me. E questo mi da più conforto e meno pressione in termini di vittoria al Roland Garros. Senza dubbio cercherò di mettere le mani sul titolo quest’anno, ma se non dovesse succedere c’è sempre un altro anno. Dall’altro lato, se non dovesse succedere, mi riterrò soddisfatto di ciò che ho raggiunto nella mia carriera. Anche se la mia carriera dovesse finire domani avrò raggiunto degli obiettivi di cui posso ritenermi fiero.

Traduzione di Alessandra Montenero

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