Parigi un anno dopo, tra la paura e i fantasmi di Federer e Sharapova

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Parigi un anno dopo, tra la paura e i fantasmi di Federer e Sharapova

La prima giornata del Roland Garros 2016 tra controlli per la sicurezza, la pioggia e i fantasmi di Roger Federer e Maria Sharapova

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Un anno dopo non è come prima e non potrebbe essere altrimenti. Parigi non si è ancora ripresa dallo shock degli attentati di novembre, ancora ci si interroga se l’aereo partito dalla capitale e diretto in Egitto sia stato vittima della stessa mano e dello stesso pensiero omicida e tra poco meno di un mese si giocheranno gli Europei di calcio con l’allerta terrorismo ai massimi livelli.

Non stupisce pertanto che per accedere al Roland Garros gli spettatori impieghino anche due ore, ma anche per i giornalisti una buona mezzora tra una, due, tre barriere con metal detector e perquisizioni è indispensabile. “Ti è andata bene, io ci ho messo quasi due ore per entrare, mi hanno quasi spogliato” ci racconta inorridito Gianni Clerici, presente come sempre allo Slam parigino.

Sarà forse colpa anche delle misure di sicurezza ma in sala stampa si sta senza connessione per circa tre ore, una roba che se fosse successa a Roma, bisogna essere onesti, avremmo incendiato il Pietrangeli. Certo, piove quasi ininterrottamente e dunque c’è ben poco tennis da raccontare.

Il buon Cecchinato che ha messo da parte i cattivi pensieri che devono passargli per la testa con il deferimento della procura federale per l’ennesimo caso scommesse del tennis italiano e ha dato filo da torcere al prossimo invitato al banchetto dei Fab, Nick Kyrgios. “ Mi piace Kyrgios, è molto forte, mi piace perché è arrogante” – racconta il siciliano in conferenza stampa – precisando, dopo l’immancabile richiamo del Professor Clerici sul significato dell’aggettivo utilizzato, “allora diciamo arrogante in senso buono”.

Il redivivo Bolelli, rientrato anzitempo dall’infortunio che cede in un amen il primo set a Nishikori, lotta nel secondo e poi viene “salvato” dalla pioggia beffarda che alla fine manderà tutti a casa fin dalle 18.30.

C’è spazio per due svitati della racchetta come Petra Kvitova che quasi si fa buttare fuori all’esordio dalla ventiduenne montenegrina Kovinic, e Benoit Paire che si salva al quinto contro il moldavo Albot, numero 137 del mondo. E vengono i brividi pensando alle condizioni del nostro alfiere Fabio Fognini che pochi giorni fa è riuscito a perdere a Nizza contro Donald Young, oggi travolto in tre set da Gabashvili.

E poi, complice il clima plumbeo e l’atmosfera un po’ tetra di cui si è detto che si respira a Parigi, trai campi di Bois di Boulogne aleggiano due fantasmi. Regali, alteri, tristi e al contempo immaginifici.

Uno si porta addosso gli acciacchi della sua non più giovane età, delle mille battaglie e delle millesettanta vittorie e, anche se non lo ammetterà mai, piange all’idea di non esserci dopo sessantacinque recite consecutive, quasi tutte da protagonista. E anche se su questi campi non è più competitivo da anni, sono tutti un po’ smarriti a causa della sua assenza. Anche quelli che vinceranno, che dovranno vincere, che dominano il circuito e la classifica, all’improvviso si sentono investiti da una nuova responsabilità nei confronti di tutto il tennis ora che lui non c’è.

E poi c’è lei (anzi non c’è), della quale pare si siano dimenticati tutti qui a Parigi, quasi a considerarla una reietta, una che si è macchiata di vilipendio senza alcun appello, senza concederle alcuna attenuante. Eppure da queste parti ha trionfato due volte, si dirà con l’ausilio di qualcosa di illecito o forse no. Intanto però, con quello spirito di ribellione alla sconfitta che le abbiamo visto dipinto sul volto durante tante partite, il suo fantasma dispettoso e è apparso a Montmartre nelle vesti di turista, a voler ricordare a tutti e a tutte che lei osserva dall’alto, controlla tutto dall’alto della sua classe superba e elegante.

Verranno giorni di battaglie, di gloria e di lacrime ma intanto oggi nella Ville Lumière fa rumore il silenzio di chi non c’è o forse è solo nascosto tra gli alberi.

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