Dal nostro inviato a Londra
Tutto procede secondo i piani, in quel di Londra. Andrew Barron Murray è adesso ad un solo match, il più importante, dalla cinquina sull’erba del Queen’s Club. Quasi come in un rito propiziatorio, l’intera edizione del torneo era stata dedicata ai campioni, del passato recente e remoto, in grado di sollevare per quattro volte il trofeo. Ultimo della schiera di coloro che hanno provato a interferire con i piani britannici: Marin Cilic.
Il ciclopico croato si è battuto degnamente, unendo la sua combinazione servizio-dritto ad una copertura della rete abbastanza sicura e resistendo al meglio delle proprie possibilità allo scambio impostato da Murray. Le palle basse e profonde dello scozzese, dirette sulla direttrice del rovescio, avevano lo scopo di impedire all’avversario di girarsi sul dritto e spingere. Nelle occasioni in cui la strategia non ha funzionato ci hanno pensato i passanti diagonali di Murray, suo marchio di fabbrica: Andy è sembrato in grado di spingere la palla molto più in corsa che da fermo, e la cosa gli è valsa il sudato primo break dell’incontro. Annullate quattro palle del contro-break grazie ad servizio oggi in grande spolvero, il set si è concluso con un nuovo break ai danni di Cilic.
Il secondo parziale ha visto un ritorno della testa di serie numero cinque, anche a causa di un utilizzo scellerato dei tre challenge da parte di Murray che li ha esauriti nel giro di neanche tre game. La frustrazione si è insinuata nel padrone di casa, e così Cilic ha portato al terzo set un match complicatissimo. Come spesso capita, però, nel terzo set è emersa la differenza tra ottimo giocatore e campione (e forse anche la fatica di Cilic, che ieri era sceso in campo in tre incontri differenti tra singolare e doppio): due soli punti concessi alla risposta per Andy, dominante fin dall’inizio del parziale, e la certezza del pubblico di casa di vederlo in campo fino all’ultimo punto del torneo.
Toccherà per ultimo a Milos Raonic di dargli filo da torcere. Il suo incontro con Bernard Tomic, che nel proprio box ospitava sia Lleyton Hewitt che – a sorpresa – Nick Kyrgios e il fratello Christos, è stato un monologo di punti al servizio: è stato necessario attendere quattro game per vedere il primo “quindici” vinto in risposta, un errore gratuito di dritto dello stesso canadese. C’è stato gioco per un solo game in tutto il primo set, quello sul 4-4, in cui Tomic non ha trovato il campo con la prima da destra e, temporaneamente incapace di chiudere il punto col dritto in uscita dal servizio, ha commesso due doppi falli e subìto il break. A Raonic è stato sufficiente. A metà secondo set l’australiano ha giudicato lungo un colpo avversario: essere stato smentito dalla tecnologia Hawk-Eye lo deve aver destabilizzato definitivamente, perché sulla palla break “al gusto di match point” che ne è seguita ha commesso un nuovo doppio fallo.
Raonic ha chiuso scendendo volentieri a rete, quasi per spaventare Tomic, il quale ha mandato larghi un paio di passanti che forse lo avrebbero rimesso in gara. Domani sarà di certo una gran partita, ma già stasera si può andare a dormire con un minuscolo dubbio, quasi certamente infondato, tutto riguardante il ragazzone canadese: e se John McEnroe lo trasformasse in una versione 2.0 del giocatore di serve and volley? Direbbero ancora tutti che il suo è un tennis inguardabile? In fondo, tra il gioco di servizio e quello di servizio più volée c’è un solo colpo di distanza…
Risultati:
[1] A. Murray b. [5] M. Cilic 6-3 4-6 6-3
[3] M. Raonic b. B. Tomic 6-4 6-4