Sorteggio di Wimbledon, Federer è con Djokovic (Crivelli). Wimbledon, per Djokovic l'erba dello Slam è in salita (Mancuso)

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Sorteggio di Wimbledon, Federer è con Djokovic (Crivelli). Wimbledon, per Djokovic l’erba dello Slam è in salita (Mancuso)

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Sorteggio di Wimbledon, Federer è con Djokovic (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Chissà se saranno i due Kid del circuito ad impedire la finale più pronosticata (e più attesa, visto che Federer è dalla stessa parte di Djokovic e dunque si incrocerebbero in semifinale) sui sacri prati di Wimbledon. Raonic e Kyrgios, sono loro gli ostacoli più puntuti sulla strada di Nole e Murray verso un epilogo che replicherebbe l’ultimo atto di Parigi e premierebbe i due giocatori di gran lunga migliori di questa prima metà dell’anno. LEZIONI Milos baby face e Nick mano calda troverebbero i due big nei quarti, e sarebbero scintille. Fino a lì, il cammino del numero uno e del numero due non prevederebbe però grossi patemi e dunque la curiosità più stuzzicante riguarderà la capacità di apprendimento di Raonic delle lezioni di John McEnroe, da un mese al suo angolo proprio per smaliziarlo ai segreti dell’erba. Un Wimbledon mai così ricco di ex campioni Slam nel ruolo di coach: oltre a The Genius, c’è il ritorno di Lendl, oltre a Ivanisevic, Moya e ovviamente Becker (e la Henin tra le donne). Sorteggio morbido per Federer, salvo un terzo turno con cavallo pazzo Dolgopolov: se passa indenne soprattutto fisicamente la prima settimana, il Divino può tornare da corsa. Lo spicchio di Wawrinka è il più intrigante: lo svizzero ha Fritz al primo turno e poi eventualmente Del Potro al secondo, con l’argentino convocato di nuovo in Davis dopo quattro anni e quindi nostro avversario a Pesaro a metà luglio. Da quella parte ci sono anche Zverev e Thiem: buon divertimento. Tra gli italiani, Seppi ha Garcia-Lopez e poi Raonic, Fognini di rientro dal matrimonio incrocia Delbonis in un anticipo di Davis e Lorenzi trova un qualificato. DONNE Il sogno è che Roberta Vinci possa ripetere l’exploit degli Us Open, quando interruppe il sogno Slam di Serena Williams. La tarantina, testa di serie numero 6, è infatti dalla parte dell’americana e potrebbe incrociarla nei quarti, anche se già il primo turno con la Riske presenta per Robi rischi non indifferenti. Peggio è andata alla Giorgi, che al primo turno trova subito la numero due Muguruza, fresca trionfatrice a Parigi e finalista l’anno scorso a Church Road: la Camila minimalista di questi tempi rischia di essere spazzata via, però se ritrova verve e convinzione è una rivale tostissima per tutte. Per la Schiavone c’è la Sevastova e poi Halep, più agevole la prima uscita della Errani (purché torni la Sarita di sempre) contro la Tig e della Knapp con la croata Konjuh. Spicchio più interessante quello della Radwanska, testa di serie numero tre: da quella parte ci sono Bencic, Petkovic e soprattutto Kvitova, che sarà incostante come il cielo di primavera ma a Wimbledon (2011, 2014) sa come si vince.

 

Wimbledon, per Djokovic l’erba dello Slam è in salita (Angelo Mancuso, Il Messaggero)

Anche il tempio del tennis è stato investito dallo tsunami Brexit. Con il Regno Unito fuori dall’Europa, la sterlina è crollata al valore più basso dal 1985, sotto la quota chiave di 1.30 sul dollaro, proprio mentre a Wimbledon si consumava il rito del sorteggio dei tabelloni in perfetto stile british. Niente streaming come negli altri tre Slam, gli organizzatori restano ancorati alla diretta radiofonica sulla storica Live@Wimbledon Radio del sito ufficiale o della app. Si svaluta la sterlina (un milione di pound da ieri praticamente equivale a un milione di euro) e vale lo stesso per il montepremi record di 28,1 milioni del Major al via lunedì. I big della racchetta restano comunque dei “paperoni”: l’assegno di due milioni di sterline riservato ai vincitori da ieri varrà meno, ma resta una cifra da capogiro per i comuni mortali. Non solo Brexit, ma anche paura attentati: imponenti le misure di sicurezza adottate dall’intelligence britannica, come annunciato da Scotland Yard. NOLE IN SALITA La notizia è che Federer è nella metà alta, quella di Djokovic. Il serbo sorride a metà: difficoltà zero fino agli ottavi, poi oltre a King Roger (eventualmente in semifinale), ci sono Nishikori e soprattutto Raonic. Il canadese ha raggiunto la finale al Queen’s e può contare sui consigli del “consulente” McEnroe, che l’erba londinese la conosce alla perfezione. La strada verso il Grande Slam è in salita per il n.l, sicuramente più ripida di quella che attende Murray: dalla sua parte le insidie potrebbero venire negli ottavi da Kyrgios, poi da Wawrinka (mai oltre i quarti), dai francesi Gasquet e Tsonga, o dall’emergente Thiem. MALEDIZIONE GRAF Quel n.22, gli Slam della tedesca, è un incubo per Serena. La 34enne n.1 è ferma a 21 da un anno esatto, dal trionfo ai Championships del 2015. Prima la Vinci agli US Open in semifinale, poi la Kerber in finale a Melbourne e quindi la Muguruza sempre in finale a Parigi, le hanno rifilato tre mazzate. Se però la Williams serve come sa, l’erba è la più ghiotta delle occasioni per tornare a vincere (6 i titoli già in bacheca). L’unica in grado di batterla sui prati è proprio quella Muguruza che l’ha messa ko tre settimane fa sulla terra del Roland Garros. Tira forte quanto Serena ed è più giovane e fresca: sarebbe la stessa finale di 12 mesi fa. Intanto è scoppiata la grana Nike. I capi svolazzanti pensati per Wimbledon lasciano troppo scoperte le giocatrici e sono scomodi: il colosso americano è stato costretto a ritirarli per riconsegnarli con le opportune modifiche. L’ITALTENNIS Sono 8 gli azzurri al via di un torneo che non è mai stato terra di conquista. Tre gli uomini: il neo sposo Fognini, Seppi (semifinale a Nottingham ed è il più “erbivoro”) e Lorenzi. Cinque le donne: Vinci (n.6), Errani (n.20), Knapp, Schiavone e Giorgi. Sfortunata quest’ultima: subito la Muguruza

 

 

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