Wimbledon interviste, Federer: “Il tennis ha bisogno di storie come quella di Marcus Willis”

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Wimbledon interviste, Federer: “Il tennis ha bisogno di storie come quella di Marcus Willis”

Wimbledon interviste, primo turno; R. Federer b. G. Pella 7-6 (5) 7-6 (3) 6-3. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Come ti senti fisicamente dopo il match di oggi? E anche tu sei affascinato dalla storia del tuo prossimo avversario?
Sì, ho seguito la storia e prima ho visto che si trova nella mia parte di tabellone, ne ho sentito molto parlare. Credo sia una delle migliori storie nel nostro sport da molto tempo a questa parte, oltre a Djokovic che vince gli Slam, Rafa che fa dei buoni comeback, Murray che gioca alla grande. Questa è il tipo di storia di qui abbiamo bisogno e io sono molto eccitato di giocare con lui. Riguardo il mio match, io a dir la verità sono molto contento del modo in cui ho giocato. Se avessi usato le mie chance un po prima nel primo e nel secondo set forse le cose si sarebbero risolte in maniera più veloce. Ma penso che Pella ha fatto un buon lavoro giocando bene.

Ad Halle hai detto che vuoi lavorare sui movimenti dalla linea di fondo. Come ti sei sentito oggi?
Beh, decisamente ho giocato in maniera più facile qui rispetto ad Halle o Stoccarda. In più ne abbiamo parlato, era così bagnato per via della primavera che arrivava in Europa. Questo è il miglior campo in cui ho giocato da tempo, anche lì i campi erano fantastici ma erano scivolosi per via del tempo. Ho avuto la sensazione di fare dei buoni dropshot e dei buoni colpi difensivi, ma la cosa più importante è stato essere concentrato sul mio servizio. Non credo di aver concesso nessuna palla break ed è ciò che volevo in due ore.

In tutta la tua carriera hai mai sentito di qualcuno che gioca uno Slam e gioca ancora nei tennis club e fa il coach amatoriale per 30£ all’ora?
Non sono sicuro di averlo mai sentito, io ho solo incontrato qualcuno nel secondo turno che partecipava alle Olimpiadi di Pechino ed aveva un ranking molto basso. Alcune volte capita, sai, con le wild card, ma non capita che chi ha le wild card sia anche un coach. Le dai a dei professionisti. Questa è decisamente la prima volta a questo livello e questo match sarà diverso. La gente ne ha sentito parlare e ne sono al corrente e naturalmente lo supporteranno come è giusto che sia, perché credo sia una storia straordinaria e renderà la partita difficile. L’ho visto giocare e lui gioca bene altrimenti non sarebbe dov’è ora. In più lui usa il serve-and-volley il che mi piace molto vedere.

Cosa ne pensi del suo gioco?
È un po’ old school, usa lo sclice, colpisce in chip nelle risposte. Ha una buona prima e gli ho visto fare dei bei colpi a rete. Il suo gioco si adatta perfettamente a queste condizioni.

La sua storia è stata paragonata al film “Wimbledon”.
Che io non ho visto.

Anche lui ha detto di non averlo visto.
Quindi abbiamo qualcosa in comune (sorride).

Qual è la parte della sua storia che apprezzi di più?
Beh, è l’idea che ha avuto. Sarebbe bello se mi dicesse esattamente com’è andata, la decisione di fare le pre-qualificazioni. Cosa gli è passato per la testa, perché voleva chiudere col tennis per fare il coach a 26 anni credo. È qualcosa di interessante. Ad un certo livello hai bisogno di ottenere punti ATP che ti spronano a continuare, io spero che abbia la carica per almeno un altro anno, chi sa cosa sarà possibile ora. È stato bello vedere come si dava al carica perché è così che ti senti quando sfondi, sfortunatamente ti sgonfi col tempo perché va così. Bisogna controlla le emozioni e le energie. Ci sono così tanti aspetti interessanti in questa storia, non so neanche dove cominciare. Non so la sua situazione a livello di coach, sono sicuro che sta ricevendo qualche aiuto a questo punto. Lui può andare a vedere tutti i miei match e sapere tutto di me, su questo aspetto è avvantaggiato.

I giocatori dicono a volte che gli infortuni, in prospettiva, li offrono un’altra chance. Tu non ne hai avuti molti, qual’è la tua esperienza?
Guarda, io ho lavorato il più duramente possibile per non mancare Wimbledon ed essere al 100%. Non so se lo sono ma ho sicuramente vinto in tre set il primo turno contro un buon giocatore. Quando sono entrato nella mia mente mi sono detto semplicemente che ero felice di essere qui e che speravo sarebbe andata bene.

Traduzione di Paolo Di Lorito

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