Il commento di Ubaldo Scanagatta e Roberto Salerno al day2
Il commento di Ubaldo Scanagatta e Ben Rothenberg (New York Times) al day2 (in inglese)
WIMBLEDON – È successo così poco, al di là di 13 matches conclusi al quinto set nell’arco di questi primi due giorni dei Championships, che dopo aver dedicato il mio (discusso) editoriale interamente a Camila Giorgi, oggi – che non c’è stata mezza sorpresa – dovrei dedicarlo a Roberta Vinci, l’unica tennista italiana scesa in campo e anche la nostra migliore tennista per via del suo ranking (n.7 Wta) e delle chances di fare un po’ di strada nel torneo.
Fabio Fognini e Karin Knapp, infatti, non hanno fatto nemmeno il palleggio di riscaldamento. E se ieri almeno qualche testa di serie di retroguardia era saltata, oggi nemmeno quella.
Sulla ragazza cinese prossima avversaria della Vinci, la Ying Ying Duan, Roberta – ed io – sapevamo poco o nulla, ma il nostro AGF, super-esperto di Ubitennis per il settore femminile invece sapeva tutto e in passato ne aveva tratteggiato anche un profilo che potete ritrovare sul sito.
Trenta match sono stati sospesi, 18 femminili e 12 maschili, quando ancor prima delle 18 Richard Lewis, direttore del torneo, ha deciso di mandare tutti a casa.
Una decisione forse un tantino precipitosa visto che dalle 19,15 locali in poi non ha più piovuto e ci sarebbero state quasi due ore di luce e di gioco. Ma quest’anno, lo si è visto anche a Parigi quando una giornata di gare fu cancellata addirittura alle due del pomeriggio, le pressioni delle tv che non amano tenere in sospeso la programmazione all’infinito e delle associazioni giocatori (Atp e Wta) decisamente contrari ai bivacchi del passato a seguito delle proteste dei professionisti e dei loro manager, ci si fida più di una volta delle previsioni meteo e quindi – forse anche per non lasciare brutti ricordi d’immagine agli spettatori, si preferisce cancellare tutto senza troppi ripensamenti, rinvii, annunci.
Indubbiamente sono cambiati i tempi. Torno allora sulla Vinci che avevo visto, dopo due eliminazioni consecutive al primo turno qui (“Finalmente ho vinto un match qua” è stato il primo commento di Roberta) assai malmessa con la Riske quando, perso malamente il secondo set si è ritrovata sotto 3-1 nel terzo.
Invece ha infilato una pregevole serie di 5 games consecutivi. Ed eccola al secondo turno contro la cinese di cui sopra. Va ricordato che Roberta prima delle ultime due debacle, aveva raggiunto per due volte gli ottavi di finale qui. Non è quindi una parvenu.
Anche se la cinese (lucky loser n.123) ha battuto la ceca Krystina Pliskova (107) non credo possa essere pericolosa come la Riske. E c’è di peggio che affrontare la Vandeweghe o la Babos al terzo turno dei Championships. Anche se non sono avversarie battute in partenza, tutt’altro.
Roberta ha disputato un buon match, subendo forse un tantino troppo, ma alla fine cavandosela e questa vittoria – dopo che a Parigi e Roma era apparsa talmente provata da sembrare depressa ed intenzionata a mollare a fine anno – le potrebbe restituire un po’ di quella fiducia semi-perduta.
È o non è la n.7 del mondo? È nei tornei degli Slam, soprattutto, che bisogna dimostrarlo e quest o è l’ultimo prima dell’US Open dove Roberta avrà una pesantissima cambiale da onorare, dopo la finale raggiunta un anno fa.
Concludo dicendo che se l’Australian Open ha tre campi ormai coperti, anche gli altri Slam dovranno regolarsi di conseguenza. La tradizione è una gran bella cosa, ma i tempi cambiano e con il fatturato pazzesco di questi Slam non si può più restare in balia degli eventi atmosferici. Intanto questo martedì ha fatto registrare oltre 4.000 spettatori in meno rispetto al martedì di un anno fa. E le audience tv, nonostante la discesa in campo di Andy Murray, ne avranno certo risentito in maniera pesante.
Fra l’altro pare che anche questo mercoledì la pioggia la farà da padrona. Cinque gli italiani in un programma che rischia anch’esso di restare mozzo: Errani-Cornet, Schiavone-Halep, Seppi-Raonic, Knapp-Konjou e Fognini-Delbonis. Sui primi tre duelli non sono ottimista, sugli ultimi due invece lo sono…sia pur moderatamente perché dello stato di forma del neo-sposo Fognini non so nulla. E chissà se lo sa lui.
Intanto ho saputo dagli argentini che Leo Mayer ha dato forfait – male alla spalla – per l’incontro di Coppa Davis a Pesaro, 15-17 luglio e che capitan Orsolics ha deciso i quattro che verranno sulle coste dell’Adriatico: Pella e Monaco sono oggi come oggi i probabili singolaristi, mentre il doppio potrebbe venire affidato a ai due “Del”, Del potro e Delbonis.
Sono andato alla conferenza stampa di Juan Martin e gli ho chiesto come mai avesse deciso di “testare” la sua “muneca” (il polso sinistro) proprio sull’erba dove, per via dei rimbalzi irregolari, le sollecitazioni possono rivelarsi più imprevedibili.
E lui ha risposto: “Abbiamo deciso di giocare sull’erba perché al momento il mio gioco è abbastanza buono per giocare su questa superficie. È giusto quello che dici, ma dal nostro punto di vista qui posso giocare rovesci slice (ad una mano…insomma non è certo al massimo Juan Martin; n.di UBS), posso fare servizi e volee e poi se mi capita di dover tirare più forte lo faccio. Ecco perché ho deciso di giocare qualche torneo sull’erba”. E per quanto riguarda la Coppa Davis (che in Argentina è una manifestazione sentitissima…forse perché non l’hanno mai vinta neppure quando avevano Vilas e Clerc top five, ma erano cane e gatto; a Pesaro ci sarà un’invasione di giornalisti argentini; n. di UBS) “delpo” si dice “eccitato all’idea di tornare in Italia” – lui che per qualche mese si era allenato diciottenne all’accademia di Cividino con Vavassori e Bolelli – “e sono pronto a giocare singolare e doppio, qualunque cosa mi chieda il capitano”.
I colleghi argentini Guillermo Salatino, Quique Cano, Michel Dani, hanno tutta l’aria di considerare un tantino “mentirosas” – bugie – o quantomeno ipocrite le dichiarazioni di del Potro. “Non giocherà di sicuro il singolare” affermano. Il capitano Orsolics si fida molto più di Pella e di Monaco.
Tre anni dopo la semifinale del 2013 persa con Djokovic qui, Del Potro è tornato a calcare queste scene. Ma lui stesso dice di considerare questo 2016 come una normale tappa di avvicinamento al 2017 quando spera di tornare in piena efficienza. Di sicuro non potrà esserlo a Pesaro. Però qui ha al prossimo turno Stan Wawrinka e se lo battesse…beh, chissà?