Il 2016 è stato sinora avaro di soddisfazioni per Kevin Anderson e la tendenza non sembra sul punto di invertirsi. Solo un anno fa vicino a estromettere Djokovic agli ottavi di finale, il numero 25 delle classifiche mondiali ha ceduto in cinque set all’esordio sui prati londinesi contro Denis Istomin, emulando i cattivi risultati maturati quest’anno a Melbourne e Parigi. La sconfitta di lunedì oltre ad aver deluso il tennista sudafricano ha però provocato altre conseguenze spiacevoli: Anderson ha dichiarato di aver ricevuto sui social delle minacce di morte, presumibilmente da parte di scommettitori che avevano puntato sulla sua vittoria.
Bummed to have lost yesterday, but at least I had a ton of death threats on facebook and twitter to make me feel better about things…
— Kevin Anderson (@KAndersonATP) June 28, 2016
Kevin si è poi concesso ai microfoni della BBC per chiarire l’accaduto: “Succede spesso dopo le partite, indipendentemente dalle circostanze. La gente che ha scommesso sull’incontro tende a utilizzare i social media per dire cose davvero inappropriate. E’ qualcosa con cui bisogna imparare a convivere in quanto atleti professionisti sempre sotto le luci dei riflettori. Ovviamente non riesci a leggerne troppe, vorresti togliertele di dosso. Sarebbe molto meglio se non ci fossero ma questa è la realtà del mondo in cui viviamo”.
Il quadro descritto dal tennista trentenne consolida l’idea che esista una propaggine marcatamente deviata a partenza dal fenomeno del betting sportivo, che forse non è abbastanza regolamentato e che certamente non dovrebbe mai avvicinarsi così ai protagonisti sul campo.