Simone Bolelli, quando Mariani è sinonimo di affidabilità

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Simone Bolelli, quando Mariani è sinonimo di affidabilità

Il tennista azzurro si è sottoposto lunedì, presso Villa Stuart, a un intervento in artroscopia al ginocchio sinistro. Operazione perfettamente riuscita. Ancora incerti i tempi di recupero

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Seconda operazione della carriera per Simone Bolelli che torna sotto i ferri dopo l’intervento al polso del 2013. L’infortunio al ginocchio sinistro, riportato nel Gran Prix Hassan II di Marrakech, lo ha costretto allo stop forzato nonostante l’azzurro abbia provato a stringere i denti fino all’ultimo per evitare il forfait olimpico e in Coppa Davis contro l’Argentina. La sua ultima apparizione ufficiale è sui campi del Roland Garros nel match contro Nishikori, poi il ritiro dal Challenger di Perugia e infine la decisione di farsi operare lunedì a Villa Stuart dal Professor Mariani, vero e proprio guru della chirurgia ortopedica. Un semplice intervento in artroscopia al ginocchio sinistro per la rimozione di una calcificazione, durato all’incirca un’ora e perfettamente riuscito.

Dalla clinica romana ci tengono ad assicurare come il giocatore stia bene, sia sereno e pronto a intraprendere la fase di riabilitazione. Lo dimostra anche il post su Instagram di Bolelli, il quale ringrazia i tanti compagni e amici che gli hanno inviato messaggi di auguri. “Intervento ok!!! Grazie per il vostro supporto”, sono le parole del tennista azzurro che prima dell’operazione ha avuto un compagno di stanza speciale: Cristian Panucci, ex difensore del Real Madrid e della Roma. Al momento i tempi esatti per il recupero sono sconosciuti anche se inizialmente si parlava di “stagione finita” per il tennista di Bologna. Qui, però, subentra il fattore Mariani, chirurgo per il quale arrivano atleti da tutto il mondo con la speranza di rientrare il prima possibile.

Nei suoi oltre 1200 interventi spesso si parla di recuperi lampo e miracolosi. Tanti sono i precedenti illustri. Il più eclatante, forse, è quello riferito a Francesco Totti. Il numero 10 della Roma in più occasioni si è messo nelle mani del Professor Mariani, ma nella mente di tutti rimane la frattura del perone subita il 19 febbraio 2006. L’infortunio è di quelli gravi, il recupero sembra essere più lungo del previsto (6 mesi), ma tutti sappiamo com’è finita. Il capitano giallorosso era in campo nelle ultime partite in campionato e qualche mese dopo partecipava al mondiale vinto dall’Italia in Germania. La forza di volontà del calciatore ha sicuramente giocato un ruolo importante, ma le viti inserite alla perfezione nella caviglia di Francesco hanno fatto il resto. Viti che gli hanno permesso di arrivare a giocare sino a 40 anni e a grandi livelli. Di storie così Mariani ne ha vissute a iosa. Strootman, altro giocatore della Roma, è l’ultimo esempio. Dopo il calvario vissuto in Olanda, il centrocampista ha optato per l’operazione a Villa Stuart e lo stesso chirurgo in un’intervista rilasciata qualche mese fa ha definito proprio Strootman “uno dei suoi più grandi successi”.

Insomma da calciatori, a giocatori di basket, passando per tennisti e pallavoliste: tutti escono soddisfatti dalla clinica romana. Bolelli si augura di poter essere il nuovo successo del professore romano, ma adesso la palla passa lui. La sua grinta farà la differenza per un rientro in campo contro ogni pronostico. D’altronde Mariani spesso dice: “Io riparo, non guarisco” e per guarire ora serve tutto lo spirito d’abnegazione dell’azzurro. 

Dario Marchetti

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