Focus
Wimbledon, donne: Kerber fa fuori Venus, cercherà il bis contro Serena WiIliams
Angelique Kerber elimina Venus Williams e lancia la sfida a Serena. In finale la rivincita degli Australian Open, che videro trionfare la tedesca

[4] A. Kerber b. [8] V. Williams 6-4 6-4 (da Londra, Laura Guidobaldi)
Angelique Kerber impedisce il nono “sister act” delle Williams in una finale Slam. La tedesca domina Venus con lo score di 6-4 6-4 e accede per la seconda volta in carriera al round conclusivo di un Major e per la prima volta ai Championships. Si tratta, inoltre, della 21a finale finora nel circuito. Una tedesca torna a disputare la finale a Wimbledon dopo Sabine Lisicki nel 2013. Se dovesse vincere contro Serena, sarebbe la prima tennista di Germania a conquistare il titolo all’All England Club dopo il trionfo di Steffi Graf nel 1996.
Nel loro sesto scontro diretto, Angelique Kerber e Venus Williams fanno fatica ad entrare in partita. L’inizio del match è infatti caratterizzato da break e controbreak, nonché da numerosi errori da entrambe le giocatrici. Impacciate nei movimenti e in difficoltà nel prendere le misure, incappano in troppi errori, cosicché i primi quattro game sono segnati da altrettanti break. Grossolani i falli a rete da parte di Angelique, così come sono privi di continuità e precisione i fendenti di Venus. L’americana sembra avere netta difficoltà negli spostamenti, soprattutto quando viene chiamata in avanti e fatta spostare da un angolo all’altro del campo. Ora la Kerber insiste nel martellamento da fondo, inducendo ulteriormente all’errore Venus. Forzando e volendo chiudere rapidamente il parziale, dal 5-2, permette però alla maggiore delle sorelle Williams di avvicinarsi sul 4-5. Ma, all’ennesimo dritto lungolinea della Williams cacciato a rete, la Kerber intasca il primo parziale per 6-4.
Il dritto continua a tradire la statunitense che concede anche il break di apertura del secondo set, perdendo il quinto servizio su sei. Angelique prende il largo sul 3-1, ancora “aiutata” da Venus che non riesce a trovare costanza e misure. La 28enne tedesca sale ancora 4-2. L’americana non demorde e si avvicina ancora sul 4-5. Spesso ottime le soluzioni al volo di Venus che cerca in tutti i modi di scardinare il bum bum di Angelique prendendo tante volte la rete, tant’è che mette a segno 13 punti su 24 soluzioni al volo. Ma oggi, nonostante i gratuiti, Angelique Kerber è troppo solida e, senza concedere nessuna palla break nel secondo parziale, con un doppio 6-4 vola per la prima volta in finale a Wimbledon, la seconda in carriera in un major. Un match che comunque non ha riservato una qualità eccelsa del gioco, scandito da troppe defaillance da parte di entrambe le giocatrici. Il punto più bello dell’incontro è stato proprio il matchpoint per la tedesca, trasformato dopo uno scambio interminabile in cui la Williams ha tentato di “sopravvivere” spingendo a tutta sul dritto mancino di Angelique.
Si ripeterà dunque la finale di Melbourne di quest’anno, in cui un’Angelique Kerber ispiratissima, era riuscita a travolgere al terzo set la n. 1 del mondo. E Serena? Quest’oggi ha totalmente dominato una inerme Vesnina in soli 48 minuti e, con l’ora e 12 minuti del match di Venus, le due semifinali si sono svolte complessivamente in due ore esatte.
Risultati:
[1] S. Williams b. E. Vesnina 6-2 6-0
[4] A. Kerber b. [8] V. Williams 6-4 6-4
ATP
ATP Houston, il tabellone: Tiafoe e Paul guidano il monopolio americano
Sei teste di serie su otto sono per giocatori di casa, ma attenzione ai sudamericani Etcheverry e Garin, campione nel 2019

Dopo la parentesi sudamericana di febbraio, la terra è pronta a tornare la protagonista del circuito. Da lunedì e fino alla fine del Roland Garros, e quindi per più di due mesi, si giocherà solo sul rosso. In campo maschile si partirà con tre tornei 250 in tre continenti diversi: Estoril, Marrakech e Houston. Quest’ultimo sarà, come spesso capita, la casa dei giocatori americani, storicamente non troppo amanti della terra europea. Tre delle ultime quattro edizioni sono state vinte da rappresentanti del team USA e ci sono tutti i presupposti perché le tradizioni vengano rispettate anche quest’anno: al via ci saranno infatti almeno dieci giocatori di casa e sei di questi avranno lo status di testa di serie, lasciandone soltanto due alle altre nazioni. I favoriti per arrivare in finale sono Frances Tiafoe e Tommy Paul, ma entrambi non conservano ricordi particolarmente positivi delle loro esperienze a Houston.
In tre apparizioni Tommy ha vinto solo due partite e non è mai andato oltre gli ottavi, mentre Frances ha come miglior risultato i quarti della scorsa edizione quando si fermò al cospetto di Isner. Proprio Big John, che ha disputato tre finali in questo torneo vincendo quella del 2013, è uno degli altri due americani, insieme a Tiafoe e Paul, che approfitterà di un bye al primo turno. Il quarto e ultimo è Brandon Nakashima che, dopo il trionfo alle Next Gen di Milano, sta faticando a trovare continuità di risultati in questo avvio di stagione.
La seconda linea statunitense è poi composta da JJ Wolf, numero 5 del seeding e chiamato a un primo turno complicato contro Jordan Thompson, e da Marcos Giron (settima testa di serie). Nelle retrovie ci sono invece, oltre a Kudla e Kovacevic, le wild card Steve Johnson (vincitore qui nel 2017 e nel 2018) e Jack Sock (anche lui campione del torneo nel 2015). Un altro past champion che ha ricevuto un invito per il tabellone principale è Fernando Verdasco che contro l’australiano Kubler (testa di serie n. 8) andrà a caccia di una vittoria ATP che gli manca dallo scorso settembre.
Tra chi punta a spezzare il monopolio a stelle e strisce, però, ci sono soprattutto due sudamericani: il primo è Etcheverry, finalista a Santiago a febbraio, che al primo turno affronterà Juan Manuel Cerundolo (fratello di Francisco); il secondo è Garin, già capace di trionfare sulla terra di Houston nel 2019. Il cileno sfiderà all’esordio Dellien con vista su un possibile secondo turno con Nakashima.
Questo il tabellone completo del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship 2023:

Flash
Quando un italiano vince sul numero 1: Sinner che batte Alcaraz vale il Panatta che battè Connors? [VIDEO]
Il direttore Scanagatta, a seguito della vittoria di Sonego su Djokovic, ripercorse tutti i 7 exploit italiani contro i n.1 del mondo. Da Barazzutti a Sonego, passando per Volandri e Fognini

Con la vittoria su Carlos Alcaraz, Jannik Sinner non ha solamente raggiunto la seconda finale in un Masters 1000 della carriera ma ha anche battuto il numero 1 del mondo per la prima volta (risultato che tra l’altro costa allo spagnolo la prima posizione del ranking a partire dalla prossima settimana a favore di Djokovic). Battere il primo del ranking ATP ha sempre un sapore più speciale e nella storia del tennis italiano solamente altri sei giocatori sono riusciti nell’impresa in Era Open, in ordine cronologico: Barazzutti, Panatta, Pozzi, Volandri, Fognini e Sonego, a cui si aggiunge ora anche Sinner
Tornando indietro agli anni ’60, va segnalato che Nicola Pietrangeli battè Rod Laver nella finale degli Internazionali d’Italia a Roma nel 1961 (non c’è ufficialità sulla classifica di quel periodo, anche se Laver l’anno dopo compì il Grande Slam), e sempre in quegli anni Giuseppe Merlo battè sei giocatori campioni Slam.
Il primo a farcela nell’Era Open (cioé dal 1972 in poi) è stato Corrado Barazzutti, nel 1974, ai quarti di Monaco di Baviera sulla terra rossa battendo il romeno Ilie Nastase, sconfitto 3-6 7-6 6-1 dal tennista di Udine. Successivamente fu Adriano Panatta addirittura due volte vincitore sul numero 1 del mondo. Prima nella finale di Stoccolma 1975, sul cemento con l’americano Jimmy Connors che soccombe 6-4 6-3, poi il bis del romano un paio d’anni più tardi, ancora contro Connors, battuto 6-1 7-5 al secondo turno del torneo di Houston (cemento) nel 1977.
Si cambia millennio per arrivare al 15 giugno del 2000, durante il terzo turno del Queen’s su erba, quando il barese Gianluca Pozzi ha sfruttato al massimo le condizioni fisiche non perfette dello statunitense Andre Agassi, il quale perso il primo set 6-4 si ritira sul vantaggio di 3-2 nel secondo set. Sette anni dopo tocca a Filippo Volandri, al terzo turno degli Internazionali di Roma: il 10 maggio del 2007 il livornese supera 6-2 6-4 Roger Federer con una partita a dir poco memorabile per la storia recente del tennis italiano.
Roma palcoscenico di un altra vittoria azzurra sul numero 1 mondiale, il 16 maggio del 2017, impresa messa a segno da Fabio Fognini che ha sconfitto al 2° turno per 6-2 6-4 lo scozzese Andy Murray. Infine torniamo alla storia recente: 30 ottobre 2020, ATP 500 di Vienna, semifinale. Un Lorenzo Sonego strepitoso batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic lasciandogli appena tre giochi e infliggendogli la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP. Un 6-2 6-1 incassato dal serbo dopo aver acquisito matematicamente la posizione in cima al ranking anche al termine di quella stagione.
ATP
ATP Miami, Sinner ha un nuovo fan. Alcaraz: “Tifo per te”
Abbraccio sincero nonostante la dura sconfitta tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner: “Forza amico”

Non si sono risparmiati i complimenti nelle rispettive conferenze stampa Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che nella semifinale di Miami hanno dato vita ad un nuovo capitolo bellissimo della loro rivalità. Qui il video-commento del direttore sul match.
Sinner ha spiegato come “ci si diverte a giocare così, ci vogliono due tennisti per fare punti così belli”, mentre lo spagnolo ancora una volta ribadisce quanto affrontare un tennista del livello di Jannik gli permetta di migliorare: “Riesco solo a pensare a come migliorare per riscire a batterlo“.
Oltre a queste dichiarazioni però, i due tennisti si sono parlati anche a fine incontro durante la stretta di mano. Nonostante la delusione arrivata dopo tre ore, Carlos non ha perso il sorriso e si è complimentato con Jannk con un sincero abbraccio accompagnato da queste parole: “Vai a prendertelo. Forza amico. Tiferò per te“. Chissà se la rivalità tra questi due giovani tennisti raggiungerà mai le vette toccate con i match tra Federer e Nadal, quel ch’è certo però è che il livello di sportività e amicizia tra i due non sarà da meno.