Wimbledon interviste, Vesnina: “Non sono una che piange per una sconfitta”

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Wimbledon interviste, Vesnina: “Non sono una che piange per una sconfitta”

Wimbledon interviste, semifinali: S. Williams b. E. Vesnina 6-2 6-0. L’intervista del dopo partita a Elena Vesnina

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È andata come tenevi che sarebbe andata?
Probabilmente sì, oggi mi sembra di non aver avuto nessuna chance, Serena ha giocato alla grande era in condizioni straordinarie e il suo servizio ha funzionato molto bene. Ha avuto delle percentuali sulla prima molto alte e piazzava la palla benissimo. Non posso dire di essere stata veloce con le gambe oggi e avrei preferito esserlo di più e difendermi meglio.

Cosa si prova a essere dall’altra parte della rete di Serena?
Onestamente quando scendi in campo cerchi di non pensarci, non pensi a Serena bensì all’avversario, cosa devi fare, di cosa hai parlato con il tuo coach prima del match e come devi giocare, la strategia. Ovviamente fuori dal campo io la rispetto moltissimo, è una campionessa che ha vinto molti titoli, ma sul campo non penso a queste cose. Io stavo cercando di fare qualcosa per cambiare la situazione ma oggi non ha funzionato.

Inaspettatamente dovrai riaffrontarla fra poco. C’è qualcosa che può imparare da questo match?
Perfino Serena me lo ha detto nei pressi della rete: ci vediamo dopo, non dobbiamo aspettare molto (ride). La cosa è strana ma così vanno le cose. Siamo nei quarti di finale nel doppio e in semifinale in singolare, entrambe. È molto difficile giocare sul suo servizio perché serve a 129 miglia all’ora nell’angolo ed è davvero difficile leggerlo. Ma comunque cercherò di parlare con il mio partner di doppio e cercheremo di fare qualcosa di diverso.

Nonostante dalla dura giornata di oggi, quali sono gli aspetti positivi che porti a casa da questo torneo?
Per me è stato un torneo magico, sono arrivata in semifinale e ho avuto delle buone vittorie. Sono impressionato dal modo in cui ho giocato e ovviamente anche dal modo in cui ha giocato Serena. Bisogna darle credito e credo abbia una buona opportunità per vincere il suo 22esimo Slam. È in condizioni straordinarie e sembra avere più fiducia ora. A Parigi le condizioni erano molto difficile, ma sull’erba è diverso.

Quando qualcuno pensa a Serena pensa al suo servizio. Potresti parlarci degli elementi che caratterizzano il suo gioco, il suo dritto la sua risposta la sua presenza, la sua forza mentale?
Serena non è solo il servizio; è la sua arma migliore ma non risiede tutto lì. Da fondocampo lei cerca di cambiare il ritmo dando rotazione alla palla, non la colpisce solo piatta bensì qualche volta usa lo spin e lo slice. Forse non è la migliore nei movimenti ma sa leggere il tuo gioco. Io direi che lei ha uno dei migliori dritti incrociati in risposta sull’angolo del deuce, e così veloce che tu non puoi neanche finire il movimento del servizio che la pallina ti torna già indietro ed è vincente.

Non sembri essere felice, ma non sei neanche distrutta. È stata una sconfitta schiacciante, tu sembra ne stia constatando la cosa.
Sì, beh, Serena è stata come un rullo. Io ho davvero cercato di lottare per cambiare la situazione, avevo la sensazione che lo score andasse troppo veloce e lei controllava i punti. Sono delusa, volevo giocare meglio in questa semifinale, la mia prima in uno Slam contro Serena. Bisogna ammettere che lei è stata più forte e più veloce, non avrei potuto fare niente oggi. Posso prendere quest’esperienza e utilizzarla in futuro. Io non sono il tipo di persona che va a piangere negli spogliatoi e si sente triste, non sono così e non ho mai fatto così. Si tratta del mio carattere, ovviamente non sono sempre felice dopo una sconfitta, dipende. Comunque cerco di non essere triste per molto tempo perché abbiamo molti tornei durante l’anno. Se tu piangi e impazzisci dopo ogni sconfitta il tuo sistema nervoso alla fine dell’anno o della tua carriera sarà morto. Questo è ciò in cui credo.

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