Hai avuto qualche difficoltà con la prima palla di servizio?
Sì, ma lei ha giocato davvero bene. Credito a lei per il modo in cui ha giocato. Seconda finale Slam dell’anno. È la dimostrazione che sta facendo molto bene.
Quali sensazioni ti rimangono dopo questo Wimbledon, dopo questa corsa fino alla semifinale?
Beh, tanto bel tennis, tanti incontri. Ancora qualche passo e sarei stata vicina all’obiettivo finale. È la posizione in cui voglio stare, giocare una semifinale, lottare per un posto in finale. È quello che voglio. Quindi molte cose positive, sicuramente.
Mi sembra di ricordare che il tuo primo incontro da professionista lo giocasti ad Oakland molti anni fa. Quali ricordi hai di quella prima partita da professionista? Sei sorpresa di essere ancora qui, di giocare ancora così bene?
Un momento meraviglioso. Non ero poi così nervosa. Voglio dire, lo ero ma non tanto dopo il riscaldamento. È bello ricordare il momento in cui tutto è iniziato ed è fantastico essere qui adesso. È stata un’esperienza incredibile, una vera gioia. Se sono sorpresa? Non saprei. Non è proprio una cosa comune, ma sta accadendo.
Darai qualche consiglio a Serena?
Le darò qualche indicazione. Ma la cosa più importante è che vada là fuori a giocare la partita che lei vuole giocare, non quella che voglio io. Deve utilizzare i colpi che le sono più congeniali. Ha molta esperienza. Avrà l’oppurtunità di prendersi un altro titolo.
Tornerai il prossimo anno per il tuo ventesimo Wimbledon?
Mi piacerebbe molto. Mi piacerebbe molto. È nei piani. Se le cose dovessero cambiare, ve lo farò sapere.
Rimpiangi qualcosa della partita di oggi? Cosa pensi abbia fatto la differenza?
Avrei voluto vincere. Voglio dire, quello che fai è dare il meglio di te. Ho trovato una giocatrice migliore, sarà per la prossima volta.
Sono davvero poche le giocatrici che hanno avuto una sorta rinascita intorno ai 35 anni. Pensi di aver fatto un primo passo verso nuovi successi?
Nella vita non esiste l’impossibile. È sempre possibile. Questo è quello che senti quando sei un’atleta. Il nostro lavoro è far accadere l’impossibile ogni giorno. È una sorta di magia. Mi piace questa prospettiva. E mi piace pensare che giocatori e giocatrici possano continuare ad essere atleti a lungo.
Qual è la cosa che ami di più del tennis e quella che ti motiva?
Vincere le partite.
Cosa significa per te essere una fonte di ispirazione? Molte tue coetanee hanno già appeso la racchetta al chiodo.
Quando sei un’atleta, quando sei là fuori, non pensi alla tua età. Pensi a quello che puoi realizzare. Forse anche altri vedranno maggiormente la cosa con questa prospettiva. Mi piace essere dove sono adesso.
Quando tu e Serena giocate insieme in doppio, in qualche modo diventate ancora più forti? C’è una forza che va oltre le vostre abilità individuali?
Forse. Potrebbe essere che insieme siamo migliori. Forse questo è il segreto dei nostri successi in doppio. Non abbiamo mai giocato tantissimo, ma abbiamo avuti molti successi. Quando siamo insieme, e lottiamo insieme giocando bene, abbiamo grandi opportunità.
Che significato avrebbe una vittoria nel torneo di doppio?
Mi piacerebbe molto. È il motivo per cui sono qui. Non mi sono iscritta al torneo per perdere. Non ho giocato il torneo di singolare per perdere. Chi lo fa? Adesso l’obiettivo è questo. Domani faremo del nostro meglio per vincere ogni singolo punto. Non vogliamo perderne nemmeno uno.