Wimbledon incorona il suo re: Andrew Barron Murray è Andy II

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Wimbledon incorona il suo re: Andrew Barron Murray è Andy II

Finale di Wimbledon senza storia, Murray vince in tre set. Un break è stato sufficiente allo scozzese, che si è aggiudicato i due tiebreak successivi. Raonic ha avuto due sole palle break. Lo scozzese si avvicina a Djokovic

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[2] A. Murray b. [6] M. Raonic 6-4 7-6(3) 7-6(2) (dal nostro inviato a Wimbledon)

Stats Murray-Raonic

Solo chi non aveva occhi per non vedere, cuore per non sentire, mente per non capire, poteva pensare che la partita di oggi potesse concludersi diversamente: Andrew Barron Murray come avevamo ampiamente previsto in tempi non sospetti, è campione di Wimbledon. Che aria tirasse lo scozzese l’ha spiegato al primo punto, quando dopo una seconda a 130 mph del canadese gli è praticamente montato sopra per chiudere con uno splendido dritto nell’angolino alla sinistra di Milos.

 

Classici game di assestamento, ma i due mostrano di cos’hanno parlato con i coach: Raonic appena può si avventa con tutta la forza di cui dispone sul dritto; Murray gioca tutti passanti lenti, nelle stringhe di Raonic che deve abbassarsi ed abbassarsi. Se si passa l’immagine abusata è come il classico picador con le vara da picar che servono a indebolire il toro; sarà il passante del torero a completare l’opera. È alla seconda occasione che Murray colpisce. La prima, già nel terzo game, era volata via grazie ad un gran rovescio di Raonic, ma nel settimo game il canadese si trova rapidamente sul 15-40. Qui mette ancora due seconde, la prima gli basta per salvarsi ma sulle seconda Murray risponde senza problemi e si porta avanti. In genere in questi casi Murray si addormenta un po’ nel game successivo e in effetti si fa raggiungere sul 40 pari dopo essere stato 40-15. Lo scozzese mette a posto le cose anche con l’aiuto di un ace buono per conservare il break. Dopo un game passato ad esercitare lo slice di rovescio, diventato di grande qualità quello del canadese,  e ad apprezzare l’incredibile agilità di Murray sulle prime di Raonic, Murray chiude il primo set in 40 minuti. C’era davvero poco che non avessimo già visto.

Il secondo set si apre con un Raonic talmente sconsolato da servire la prima a meno di 130 mph all’ora. Il canadese forse si è accorto di non aver neanche messo lo straccio di un solo ace tirando fortissimo e ha provato a lavorare di più la palla. Il problema è che questo significava entrare nello scambio il che forse non era una grandissima idea. In ogni caso durava poco perché trovatosi sul 15-30 Raonic riprendeva come prima, ma ancora doveva subire delle risposte che finivano per destabilizzarlo. L’urlo sul doppio fallo che gli faceva concedere la terza palla break era un misto di frustrazione ed ansia. Buon per lui che Murray, dopo aver risposto ancora ad una prima a 140 mph si ingarbugliava mandando un facile dritto in rete, così Milos riusciva almeno a tenere il servizio, facendo rivedere anche quel dritto strettissimo da sinistra a destra, che tanto male aveva fatto a Murray a Melbourne.
Il problema era che sul servizio di Andy si giocava poco, e i continui urlacci che arrivavano dalla tribuna parevano persino giustificati, nonostante il sacro luogo, nella loro ricerca di qualche emozione. Si arrivava al settimo game con le gente che mandava sms chissà dove, tribuna stampa a ricordare i bei tempi andati e Raonic che finalmente metteva il terzo ace.  Ma Andy si inventava un incredibile game di risposte e passanti che erano un piccolo show nello show e con un uno-due di rovescio (solito passantino basso incrociato e poi lungolinea a chiudere) si portava a palla break. Wimbledon tratteneva il fiato ma non era ancora il momento giusto perché Raonic, coraggiosamente ancora a rete riusciva ad annullarlo e con l’aiuto di un altro ace chiudeva il game. Si continuava a giocare solo sul servizio di Milos, perché anche se il canadese riusciva spesso ad arrivare a 30, non dava mai la sensazione di poter veramente togliere il servizio ad Andy. Splendido il terzo scambio del nono game, quando sul 30/0 una volée di dritto di Raonic finiva ancora nell’incrocio delle righe, ma Andy alzava un classico campanile: smash di Raonic e pazzesco dritto in contrattacco dello scozzese. Il 30 pari era un altro splendido passante lungolinea dello scozzese, sempre di rovescio, pure aiutato dal nastro. Raonic ogni tanto sembrava perdere lucidità e dopo aver rigiocato un punto che sembrava finito, forse infastidito, si portava avanti dietro un dritto troppo corto. Sin troppo facile l’ennesimo passante, stavolta incrociato, di Murray e palla break. Un intimidito Raonic la giocava con una seconda molto lenta ma Murray forse sentiva anche lui la tensione e non riusciva ad approfittarne. Ma con un altro gran passante Murray si procurava una seconda palla break. Lo scozzese rispondeva ad una prima, stavolta a 141 ma poi steccava malamente il dritto successivo. Due servizi finalmente efficaci chiudevano il nono, emozionante, game. Si arrivava al tiebreak senza altri sussulti e Milos non metteva la prima. Faceva ancora peggio sulla seconda, spedendo in rete un back di rovescio abbastanza semplice. Forse un po’ basso, ma Murray adesso cominciava a raccogliere quanto seminato per un’ora e 40 minuti: le palle basse per Raonic erano diventate un inferno. Lo scozzese continuava a martellare sulla ferita e andava 3 a 0. Ma il povero Raonic era sempre costretto a giocare piegato.  Il punto del 4 a 1 somigliava allo scambio del nono game raccontato prima e anche ad un match point. Forse Raonic faceva l’errore di rigiocarlo sul dritto ma Murray trasformava lo smash del canadese in un punto per lui! Ormai rilassato Murray cambiava sul 5 a 1 dopo aver lasciato immobile Milos con un lungolinea di rovescio per poi chiudere senza nessun problema sul 7 a 3 al terzo set point.

L’intero clan Raonic a questo punto prova con la scaramanzia. Milos fa una lunga pausa pipì mentre i genitori si scambiano di posto nel box giocatori. Tornato in campo il terzo set si apre con un doppio fallo di Murray segno che forse qualcosa poteva cambiare. In effetti nel quinto game, complice un rilassamento di Andy, il canadese aveva finalmente le prime due palle break del match, grazie ad una timida seconda di Andy che veniva aggredita dal dritto del canadese. La prima Andy l’annullava con l’ace, la seconda gestiva bene lo scambio che si chiudeva con un rovescio in rete del canadese. Raonic dava davvero tutto quello che aveva nel punto successivo ma Andy ancora col lungolinea di rovescio poteva sfogare la sua gioia, nel modo non proprio da Wimbledon che gli è proprio, rivolto verso mamma e moglie. I due arrivavano al tiebreak che si rivelerà decisivo senza avere più problemi col servizio. In tutto Murray aveva ceduto 8 punti e Raonic 7. Stavolta era Murray a servire per primo e lo scozzese si portava avanti chiudendo una facile volée. Era un gran passante a dare ad Andy il minibreak, stavolta incrociato di rovescio, dopo una prima un po’ più debole del canadese.  Il canadese tornava a servire a 134 mph ma ancora Andy rispondeva perfettamente prendendo in mano lo scambio e portandosi sul 3 a 0. La partita finiva qui, perché Murray andava rapidamente 5-0  e cambiava di nuovo, come nel primo set, sul 5 a 1, sbagliando un attacco di rovescio. Murray si procurava 5 match point, Milos annullava il primo ma al secondo Murray chiudeva e chiudeva tra il pubblico in delirio.

È stata una buona finale di quello che è stato un buon torneo. Raonic ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità offrendo una partita godibile al pubblico di Church Road. Ma doveva sperare in un Murray poco centrato per avere qualche possibilità in più. A poco serve sottolineare che non ha avuto neanche una palla break nel match perché per tutto il torno il canadese aveva faticato molto anche con avversari meno in palla di Murray e come detto in sede di presentazione aveva poche armi per rovesciare il risultato del Queen’s. Lo scozzese ha chiuso il torneo esattamente come l’aveva cominciato, cioè dominando l’avversario; poche volte su questi prati abbiamo visto una così netta superiorità, forse l’ultimo era stato il Federer del 2006. 

Ci sarà tempo per aggiungere altri particolari. Ne abbiamo elencati anche troppi. Partite come queste in fondo, aldilà delle prodezze o di qualche effimero scambio, restano scolpite nella memoria non tanto o non soltanto per come hanno giocato i due, o per come il pubblico abbia accompagnato il boy di casa al successo, ma forse per il fatto che a giocare questo match siano stati questi due e non i soliti noti. Sarebbe bello che questo ci rendesse un po’, almeno un po’, più consapevoli che il tennis non è solo Federer, Djokovic e Nadal.

 

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ATP

Il Daily Mail: “Niente più restrizioni, nel 2023 russi e bielorussi a Wimbledon”

I media inglesi sono sicuri: Wimbledon fa retromarcia, cade il bando verso i giocatori provenienti da Russia e Bielorussia

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General View of Centre Court during the match between Tomas Berdych (CZE) and Alexander Zverev (GER). The Championships 2016 at The All England Lawn Tennis Club, Wimbledon. Middle Sunday 03/07/2016. AELTC/Florian Eisele

Aveva destato un vero terremoto, nella scorsa stagione, la decisione di proibire l’ingresso a Wimbledon a tutti gli atleti russi e bielorussi, in quanto si trattava dell’unico grande torneo ad aver messo in atto un provvedimento così severo. Le polemiche erano aumentate a dismisura quando ATP e WTA reagirono con la decisione di non attribuire punti validi per i rispettivi ranking al torneo.

Oggi desta scalpore l’inversione a U annunciata dal Daily Mail, il quale afferma che Wimbledon aprirà le porte a tutti in questa stagione, a patto che vengano rispettate delle condizioni ritenute vincolanti dalla Lawn Tennis Association.

I giocatori russi e bielorussi gareggeranno sotto bandiera neutra (come accade in tutti gli altri tornei) e saranno espulsi dal torneo in caso di dimostrazioni di sostegno verso l’invasione russa in Ucraina. Insomma, si pretende la totale neutralità, senza l’obbligo di effettuare dichiarazioni contro la guerra in corso.

 

Sempre secondo il Daily Mail, sarà punito qualsiasi visitatore verrà ritenuto responsabile di qualsiasi dimostrazione esplicita di sostegno alla Russia, come portare la bandiera o parlare in maniera positiva del Paese. Questo per evitare casi di giocatori o persone a loro collegate che si intrattengono con tifosi russi, così come successo al padre di Novak Djokovic durante l’ultimo Australian Open. Tutto deve ancora essere definito e annunciato da parte dell’AELTC, ma il Daily Mail prevede che a Wimbledon ci si possa attenere alle restrizioni in maniera più rigorosa di quanto si sia visto a Melbourne.

La decisone presa dalla LTA è dovuta alle pressioni effettuate da ATP e WTA, che hanno negato al torneo di Wimbledon la possibilità di assegnare punti per le classifiche mondiali, imposto all’organo di governo nazionale del tennis in Gran Bretagna una multa di un milione e mezzo di sterline e minacciato di togliere la licenza agli altri tornei gestiti dall’associazione britannica, come il Queen’s e Eastbourne.

Il governo di Londra sosterrebbe il compromesso proposto da Wimbledon, e avrebbe già chiarito di non voler bloccare le domande di visto arrivate dai giocatori di Russia e Bielorussia e di non voler replicare il divieto del 2022. In questo modo il torneo dovrebbe vedersi riassegnare i punti da attribuire ai partecipanti per le classifiche ATP e WTA, e dovrebbe riaccogliere tra i partecipanti anche stelle del calibro di Daniil Medvedev, Andrey Rublev, Aryna Sabalenka e Viktoria Azarenka.

Il condizionale in questo caso è d’obbligo in quanto non sono emersi comunicati ufficiali, ma tutto lascia presagire la riapertura a tutti i tennisti delle porte dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club.

Matteo Zamponi

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evidenza

Tennisti russi a Wimbledon, Murray: “Decisione difficile, la capirei in ogni caso”

Andy Murray è combattuto sulla questione del ritorno in Church Road dei giocatori con passaporto russo e bielorusso: “Mi è dispiaciuto per loro l’anno scorso, ma…”

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Andy Murray - ATP Doha 2023 - Twitter @ATPTour

Continua a tenere banco la questione della partecipazione dei tennisti russi e bielorussi a Wimbledon. Com’è noto, nel 2022 sono stati esclusi questi giocatori per i motivi politici relativi alla guerra russo-ucraina in corso.

Mentre la decisione non è stata ancora presa per il 2023, sulla questione è intervenuto un Andy Murray piuttosto combattuto. “La situazione è davvero difficile e mi dispiace per i giocatori che non hanno giocato lo scorso anno, ma capisco sia difficile anche per Wimbledon prendere una decisione” ha detto alla BBC. ”La mia impressione è che sarà loro permesso di partecipare e non impazzirò se sarà così” ha aggiunto Andy. “Ma se Wimbledon dovesse scegliere un’altra strada, lo capirei”.

Ricordiamo che Murray è molto attivo su questo fronte, avendo vinto l’Arthur Ashe Humanitarian Award dell’ATP lo scorso anno per aver donato più di 500.000 sterline di premi in denaro per aiutare i bambini ucraini vittime dell’invasione russa: la posizione dell’ex n.1 del mondo sull’argomento è stata rivista, dopo che lui si era detto “non un sostenitore” del divieto di partecipazione ai Championships di russi e bielorussi. Vedremo quale sarà la scelta fatta quest’anno, sicuramente la situazione è delicata.

 

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Flash

Wimbledon si adegua agli altri Major: da quest’anno il doppio maschile al meglio dei tre set

La decisione presa dagli organizzatori dopo la finale di oltre quattro ore dello scorso anno. “Speriamo anche che più giocatori sianno incoraggiati a iscriversi al doppio”

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Centre Court - Wimbledon 2022 (foto Twitter @Wimbledon)

I tempi cambiano, e con loro usi e costumi. Il torneo di Wimbledon, il tempio del tennis, si è sempre contraddistinto per la dogmatica rigidità delle sue tradizioni. Fu uno shock culturale l’introduzione del tetto sul campo centrale, inaugurato il 17 maggio 2009; lo fu ancora di più l’edizione mancata del 2020 a causa del Covid-19.

Adesso un’altra novità si abbatte sul torneo più antico della storia: da quest’anno infatti i match di doppio si giocheranno al meglio dei tre set. In quest’ottica i Championships si accodano agli altri tre grandi Major che adottano questa politica ormai da tempo. “Abbiamo preso questa decisione dopo una vasta serie di consultazioni, il cambiamento porterà il torneo di Wimbledon in linea con gli altri Slamsi legge in un comunicato dell’All England Club. In questo modo ci saranno anche maggiori certezze nella programmazione degli incontri. Speriamo anche che in questo modo più giocatori possano essere incoraggiati a iscriversi al doppio”.

Tra i fautori di questa svolta l’australiano Nick Kyrgios, che lo scorso anno dovette abbandonare le velleità di doppio per concentrarsi esclusivamente sul singolare dove arrivò fino alla finale poi persa contro Djokovic. Giova ricordare che la finale dello scorso anno di doppio tra gli australiani Matthew Ebden e Max Purcell e i croati Nikola Mektic e Mate Pavic durò oltre quattro ore; anche da lì la decisione degli organizzatori di cambiare.

 

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