dal nostro inviato a San Benedetto
Continua la corsa inarrestabile nell’ultimo periodo di Stefano Napolitano, che proveniente dalla finale di Todi, persa sfortunatamente per mano di Milan Zekic, raggiunge qui all’ATP Challenger di San Benedetto del Tronto, 50mila dollari, terra rossa, ottimi quarti di finale, superando brillantemente lo sloveno Blaz Rola e oggi, pioggia permettendo, affronterà il belga De Greef per un posto in semifinale. Primo set molto nervoso, con parecchi errori da parte di entrambi ma anche con buone giocate del nostro azzurro, che riusciva a brekkare una volta di più il suo avversario e conquistava il parziale 6-4, piazzando la zampata vincente nel nono gioco, con un paio di winner di rovescio notevoli. Nel secondo set il gioco di Rola perdeva consistenza, grazie soprattutto alla presenza forte in campo di Napolitano, che come gli sta capitando spesso ultimamente riesce a dominare emotivamente l’avversario e sfrutta la sua innata tranquillità per demolire sul piano mentale il giocatore dall’altra parte della rete. Il progresso di Stefano è costante, e parte da lontano grazie al suo papà Cosimo, alla sua famiglia, al suo carattere timido ma determinato, alla sua voglia di allenarsi e migliorare costantemente e anche a coach Cristian Brandi che lo segue in tutti i tornei. Il secondo parziale si apriva con 2 break per Napolitano il quale c’è da dire che sta giocando benissimo in risposta, da entrambi i lati, con cui si apre il campo e porta dalla sua parte l’inerzia dello scambio. Se riuscisse a fare più punti direttamente col servizio, potrebbe faticare di meno durante i match e fare un ulteriore passo in avanti. Passo in avanti che comunque sia ha già fatto in termini di classifica, guadagnandosi la 260esima posizione del ranking con questi quarti (e se dovesse approdare in semifinale sarebbe 247 ATP).
L’incontro di oggi con De Greef sarà complicato ma non impossibile se le energie nervose di “Napo” saranno ancora alte, ieri il belga visto piuttosto involuto contro il russo Popko che con un po’ più di consistenza nei momenti chiave di secondo e terzo set avrebbe portato a casa il match. Ovvio che ogni partita faccia storia a sé, ma l’occasione è ghiotta per Stefano, apparso alla fine dell’incontro contento e soddisfatto, a ragion veduta, della sua prestazione. Il ragazzo è uno dei più maturi sia tecnicamente, sia emotivamente, della nidiata dei giovani azzurri, frutto anche del suo temperamento naturale piuttosto equilibrato: raro vederlo uscire di testa dentro al campo, ed è anche piuttosto sereno anche fuori. Ad esempio nei mesi scorsi quando i risultati sperati tardavano ad arrivare, Stefano e suo papà Cosimo erano tranquilli e per nulla preoccupati, lavorando sui miglioramenti delle performance senza eccessive pressioni.
Impresa sfiorata da Edo Eremin, che era opposto ad uno dei migliori talenti del ’95, quel Laslo Djere, serbo, che si avvale quando può anche della collaborazione di Alberto Castellani (visto allenarsi a Perugia, impressionante): Edoardo, anche lui in crescita costante ma con enormi margini di miglioramento soprattutto in chiave tattica, ha lottato come un leone per 3 ore, giocando alla pari con un signor giocatore, che come abbiamo scritto più volte arriverà entro la fine del prossimo anno tranquillamente nei top 100. Primo set molto equilibrato, con Eremin solido al servizio sparato a 230 all’ora spesso e volentieri, ma con poche prime palle di servizio messe in campo (alla fine sarà il 48%), e con 3 palle break sprecate (o meglio ben annullate) nel quarto gioco. Bravo poi Edo a contrastare con battute vincenti 2 break point a favore di Djere e approdare al tie break, dove però il serbo aveva la meglio. Secondo set sulla falsa riga del primo, con i 2 giocatori che alternavano vincenti ad errori gratuiti, per arrivare al tie break che stavolta Edo affrontava con maggiore grinta e portava a casa. Apriamo una parentesi sull’atteggiamento in campo di Eremin: il giovane ragazzo piemontese di papà russo non dà mai in escandescenze, in questo è positivo, è anche sempre tranquillo con giudici e molto carino con i raccattapalle, in particolar modo coi bambini, da persona sensibile ed educata quale è. Non è così scontato sapete? A volte i raccattapalle sono lenti, sbadati, non passano le palline al momento giusto, si muovono quando non dovrebbero, oppure dimenticano l’asciugamano, eppure in tanti mesi che settimanalmente seguiamo i tornei non abbiamo mai visto Edo prendersela con un “ball boy”, anzi è spesso lui a fargli sorrisi e tranquillizzarli (e in questo un plauso anche a Federico Gaio, che si comporta allo stesso modo). Ciò che deve migliorare ancora Eremin è il suo stato emotivo tra un punto e l’altro, a volte sembra meno energico, meno attivo, ha un body language che comunica ansia o frustrazione: tutto ciò rientra nelle dinamiche naturali del gioco del tennis, fatto anche di lunghi spazi temporali tra un punto e l’altro, ma riuscire a migliorare in questo senso, a nostro modesto parere, aprirebbe ad Edo le porte dell’olimpo del tennis, viste le potenzialità allucinanti di questo ragazzone.
“Testa su” gli gridavano ad un certo punto Mauro Balestra e Umberto Rianna che lo hanno incitato e guidato per tutto il match, proprio perché l’atteggiamento anche corporeo finisce col condizionare stato d’animo e influisce sulle capacità coordinative dell’atleta. Come abbiamo poi avuto spesso motivo di commentare, l’atteggiamento in campo condiziona noi stessi, ma condiziona anche chi sta dall’altra parte della rete, della serie alcuni nostri gesti possono influenzare il gioco dell’avversario, metterlo in difficoltà o al contrario potenziarne la fiducia. Il tipico esempio in questo senso è la dimostrazione della stanchezza: farsi vedere “cotti” fa sì che il nostro avversario metta ancora più impegno nel farci giocare una palla in più, e infonda maggiore energia perché vede vicino il traguardo, in sostanza lasciandolo nella sua zona di confort; al contrario farsi vedere baldanzosi, saltellare, sorridere, fare segno di sì con la testa, avere un tono di voce non affannato nel dirsi il “vamos” o il “forza” d’ordinanza, va a comunicare all’avversario che per vincere dovrà star lì ancora un tempo piuttosto lungo, e qualcuno dei nostri avversari potrebbe cadere nella trappola. Succede anche ai Pro, non solo ai quarta categoria. Ovviamente con dinamiche più “complesse” di quella evidenziata sopra per obbligo di sintesi e di semplificazione. Detto ciò veniamo al terzo set di Edo contro Djere, con break iniziale a favore del serbo che però continuava ad alternare giocate spettacolari col rovescio a due mani ad errori gratuiti e bravissimo Eremin a mantenere la tranquillità e a ribrekkare nel quarto gioco. Nel quinto gioco purtroppo da 30-15 in proprio favore il piemontese di Cassine commetteva 3 errori gratuiti di fila consegnando il proprio servizio all’avversario compromettendo il match, anche a causa di un irrigidimento muscolare che lo ha costretto anche a chiamare il medical time out. Alla ripresa del gioco Djere ha mantenuto la concentrazione a ha finito chiudendo 6-3 a proprio favore e affronterà nei quarti il sorprendente tedesco Krawietz, proveniente dalle qualificazioni, che ha sconfitto in due set tirati l’argentino riccioluto Heras, anche lui qualificato.
Nel tabellone di doppio si fanno strada anche Gaio/Napolitano, che hanno battuto al champions tie break Marcan/Krawietz e accedono alle semifinali.
Oggi i quarti di finale con incontri tutti equilibrati ed interessanti, Gaio affronterà Mager in un derby tutto da vedere, Napolitano proverà a continuare la sua striscia vincente contro De Greef, Quinzi padrone di casa avrà un match piuttosto complicato con il francese Lestienne e Djere dovrebbe farcela contro il tedesco Krawietz.
Risultati:
[SE] S. Napolitano b. [4] B. Rola 6-4 6-3
[5] A. De Greef b. D. Popko 4-6 6-2 6-4
[Q] L. Djere b. [WC] E. Eremin 7-6(5) 6-7(4) 6-3
[Q] K. Krawietz b. [Q] P. Heras 7-6(4) 6-4