Le semifinali dell’ATP di Atlanta sono finalmente giovani. In un circuito in cui l’esperienza predomina quasi incontrastata sulla gioventù, tre dei quattro semifinalisti hanno 21 anni o meno. Di uno, Nick Kyrgios, si sa tutto: dal talento in campo a quello fuori dal campo nel far parlare sempre di sé. Degli altri due si sa un po’ meno: Yoshisito Nishioka, l’avversario di Kyrgios, è infatti da poco entrato nella top 100, al numero 97. È alla prima semifinale in carriera, dopo due quarti di finale raggiunti negli ultimi due anni, entrambi sul cemento americano. Dell’altro under 21, Reilly Opelka, si sa ancora meno, se non che è alto 210 (duecentodieci!) centimetri e che darà vita alla partita forse più “alta” della storia tennistica. La semifinale contro John Isner avrà infatti un’altezza media di 2 metri e 9 centimetri. Due atleti, insomma, alti anche per il basket.
La semifinale che apre la giornata è quella tra Kyrgios e Nishioka. Non dovrebbe esserci troppa partita, la differenza fra i due è tanta sotto diversi punti di vista; l’età sarà anche la stessa, ma la distanza nell’età tennistica è esponenziale. Kyrgios ha più esperienza, è passato già per diverse semifinali e da palcoscenici più importanti di Atlanta. Nishioka paga poi anche una grande differenza fisica; il nipponico è alto 1 metro e 70 per sessantaquattro chili. Un peso piuma rispetto a Kyrgios. Nishioka gioca secondo la tradizione tennista giapponese: attaccato alla riga di fondo, impostato quasi in modalità play-station e con una buona qualità nell’assorbire la potenza dei colpi altrui e trasformarla in velocità dei propri.
Il primo set inizia seguendo i servizi. Kyrgios scarica subito un paio di ace per far capire che non ha troppa voglia di farsi imbrigliare in scambi lunghi e potenzialmente complicati. Il servizio del giapponese, vista l’altezza, è quello che è: non male, ma neanche un’arma. Arriva quindi il primo break dell’incontro a favore dell’australiano nel sesto gioco. Kyrgios si distrae un attimo dopo il vantaggio, convinto di avere già il set in tasca, ma annulla due palle del controbreak e va poi a vincere il set in tranquillità per 6 giochi a 3, dopo aver mancato due set point nell’ottavo gioco. La seconda testa di serie ha vinto il 94% dei punti al servizio ed ha messo a segno 5 aces e 0 doppi falli.
Come spesso capita però, le partite di Kyrgios non sono chiuse fino alla stretta di mano finale. Distrazione, a volte poca voglia e subito gli avversari si rifanno sotto. È così che, dopo aver annullato una palla break con un ace, perde il servizio nel secondo gioco. Nishioka sa che è un’occasione da sfruttare per poter pensare di fare perlomeno partita pari. Di cali di concentrazione non se ne può permettere: annulla la palla break nel gioco successivo e poi diventa anche lui solido al servizio, dispensando quattro ace nel resto del set. 6-3 per il giapponese e partita che si decide al terzo, per quanto si abbia la netta impressione che Kyrgios possa decidere di portarla a casa quando voglia.
E così succede: basta una lieve accelerata ancora nel sesto gioco e ci sono tre palle break consecutive per l’australiano. Se ne vanno tutte e tre per errori prima di dritto e poi di rovescio e ce n’è bisogno di una quarta, quella buona. Kyrgios conquista quindi il break e procede poi spedito verso il turno di battuta decisivo, vinto a quindici. Tre set fotocopia dunque, 6-3 3-6 6-3, con solita pausa di metà partita per l’australiano, giunto alla terza finale in carriera.
La seconda semifinale, tutta americana, si preannuncia come una partita da pochi scambi e tanti tiebreak. Opelka, 18 anni e numero 837, è solamente al terzo torneo nel circuito ATP, altro punto in comune con Isner, finalista a Washington al secondo torneo disputato. Qui ad Atlanta John è stato finalista per cinque delle ultime sei edizioni. Nel 2012 si è fermato in semifinale contro Roddick, all’ultimo trionfo in un torneo ATP.
Opelka fa tanto affidamento sul servizio, ma si muove discretamente, vista l’altezza, e ha una spiccata propensione a prendere la rete, più di Isner. Sa insomma anche giocare a tennis.
Il primo set è scandito però principalmente dai proiettili sparati da tre metri d’altezza. Ci sono un paio di 0-30, dei colpi notevoli come un lob di rovescio di Isner e qualche volée davvero ben giocata di Opelka. L’unico gioco davvero lottato è il dodicesimo: Isner ha un set point sul servizio di Opelka, che si salva però con un dritto di una potenza devastante, marchio di fabbrica del diciottenne americano. L’esito è quindi quello previsto: dopo quarantacinque minuti si arriva al tiebreak. Il primo minibreak però è frutto proprio di un brutto errore di dritto del più giovane e alto dei due connazionali. Isner va quindi sul 4-2 ma spreca il vantaggio con un doppio fallo. Sul 6-5 a suo favore, Opelka si inventa una risposta strettissima di rovescio in diagonale, impossibile da recuperare per Isner. Che carattere! Primo set per il numero 837.
Nel secondo set arriva però il primo break della partita. Isner va avanti 15-40 dopo un doppio fallo di Opelka, e con un passante vincente di dritto lungolinea si conquista il vantaggio: 2-1. Il resto del set non vive di particolari sussulti: tengono entrambi il servizio con estrema facilità e Isner lo porta a casa 6 giochi a 4. Quattro sono anche i punti persi al servizio per tutti e due nel set. Per Opelka, però, sono arrivati nello stesso gioco.
È ancora un passante di dritto quello che dà ad Isner le prime palle break del terzo set, sul due pari. Opelka le salva entrambe col servizio ma un errore di dritto gli fa concedere la terza. E questa volta è proprio il servizio quello che lo condanna: doppio fallo e break per Isner. La partita finisce qui. La prima testa di serie tiene il servizio facilmente, non ha concesso palle break nella partita, e si concede anche il doppio break: 6-2. Per Isner è la sesta finale ad Atlanta e la ventunesima in carriera. Il diciottenne ha fatto comunque una buona impressione ed entro il prossimo anno lo vedremo probabilmente in tabellone ad Atlanta senza aver bisogno di una wild card.
Due i precedenti contro Kyrgios, uno sulla terra di Madrid e uno sul cemento di Montreal, entrambi vinti dall’americano nel 2015.
Risultati:
[1] J. Isner b. [W] R. Opelka 6-7(5) 6-4 6-2
[2] N. Kyrgios b. Y. Nishioka 6-3 3-6 6-3
Lorenzo Dicandia