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Reading: US Open interviste, Murray: “Ho accelerato per evitare di farlo rientrare. Un match che mi da fiducia”
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Interviste

US Open interviste, Murray: “Ho accelerato per evitare di farlo rientrare. Un match che mi da fiducia”

US Open quarto turno, interviste: [2] A. Murray b. [22] G. Dimitrov 6-1 6-2 6-2. L’intervista del dopo partita ad Andy Murray

Last updated: 06/09/2016 12:04
By Redazione Published 06/09/2016
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7 Min Read
Andy Murray - US Open 2016 (foto di Roberto Dell'Olivo)

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Che punteggio dai alla tua vittoria?
Ho giocato molto bene. Tatticamente credo di non avere fatto alcun errore. Sono sempre rimasto concentrato. Davvero un bel match. Penso che Grigor abbia giocato al suo meglio ma non gli ho dato la possibilità di entrare in partita.

Grigor sembrava un po’ sopraffatto dal giocare in notturna sull’Ashe. Te ne sei accorto e lo hai sfruttato?
Sì, mi ha aiutato. Non penso abbia iniziato male la partita. Ha avuto subito due break point. Ma non appena sono salito nel punteggio non gli ho concesso un solo punto facile ed ho percepito che per lui si faceva dura. Ho tenuto sempre il piede sull’acceleratore, a differenza dell’altro giorno. Quello è ciò di cui non ero stato contento con Lorenzi. Quando ho vinto quel primo set così combattuto, non ho giocato al meglio. L’ho fatto rientrare nel match dopo che mi ero conquistato subito un break nel secondo. Oggi volevo essere sicuro che se fossi stato avanti, non avrei avuto cali di concentrazione o di gioco; mi sono attenuto alle strategie che andavano così bene. Comunque è più facile per lui dire come si sentiva. Io dal mio punto di vista so solo che non gli ho dato la possibilità di rientrare una volta avanti nel match.

Ora affronterai Nishikori contro il quale hai un bel record. Ti senti a tuo agio contro di lui in termini di esperienza e di stile?
Beh, Kei ha una bella esperienza ormai. Non penso che quella sarà la chiave del match. Ho giocato bene in passato contro di lui, ma gli piacciono queste condizioni di gioco. Gioca bene a New York. La sua unica finale Slam l’ha disputata qui e ha battuto Novak. Ha giocato bene in estate ed ha vinto il bronzo olimpico. Contro di lui ho giocato molto bene alcune settimane fa. So di dovermi ripetere tra due giorni perché è uno dei migliori giocatori al mondo, gioca benissimo su superfici dure. Sarà molto, molto difficile.

Hai servito molte prime oltre le 140 Mph, c’è qualcosa di diverso nella tua battuta?
Non è così. Non ho colpito molti servizi sui 139, 140, 141 miglia orarie. Mi pare solo uno. A volte la macchina può sbagliare credo. Ne ho serviti parecchi intorno alle 130 miglia (circa 210 km/h ndt) ed è positivo. Ho ottenuto tanti punti diretti con il mio servizio questa sera come nel match contro Rosol a differenza degli incontri contro Lorenzi e Granollers. Sapete, le condizioni di gioco fanno molto per far servire più veloce. Le palline sono veloci. Volevo usarlo a mio vantaggio man mano che il torneo proseguiva. Ho aumentato un po’ la tensione delle corde e questo forse mi ha fatto sentire in grado di colpire più forte. Non ho cambiato comunque nulla tecnicamente nel mio servizio nelle ultime 48 ore.

Sei favorevole ad accorciare la durata degli incontri durante gli Slam?
No. Non sono del tutto favorevole ad accorciare gli incontri degli Slam. Non sono del tutto contrario allo stesso tempo. Ma se quelle sono le esigenze televisive e ciò che chiedono i fan, facciamolo o almeno proviamoci. Questo è il punto. Non fossilizzarsi su una cosa. Puoi provare, vedere come va e poi al limite tornare indietro. Ma io non sono qui per rappresentare me stesso, bensì ciò che tutto il circuito desidera e se vuole accorciare le partite, va bene. Proviamo. Se è un successo, fantastico. Altrimenti si ritorni all’antico. Ma credo sia una cosa lontana dal succedere. A me piace sperimentare nuove cose. Se funziona bene, altrimenti si può sempre cambiare.

Ora che sei nel Consiglio dei giocatori ATP, quale è la tua posizione in merito al tiebreak al quinto set?
Credo che riguardi pochi match. Credo che giocare alla media dei tre o altro sia un modo migliore di accorciare gli incontri che non il tiebreak nel quinto. Non so quanti tiebreak ci siano stati al quinto. Uno, due? Voi lo sapete? No? Neppure io mentre credo ci siano stati 15-20 match finiti al quinto. Credo abbia senso prima di tutto dare la priorità a questo che non pensare al tiebreak al quinto. Io la vedo così.

Quando vedi altri giocatori esprimersi bene sul campo, ti senti in qualche modo condizionato? Ti pare sia una maniera di mandare un messaggio agli avversari nel torneo?
Non troppo perché so quanto le cose possano cambiare in un paio di giorni. Anche i confronti diretti. Il modo in cui giocherei contro Nishikori è molto diverso dal modo in cui lo farei contro Dimitrov. È positivo per me (giocare bene ndt). Mi preoccupa di più come mi sento io in questo momento. È stato un match molto rapido in cui ho giocato molto bene e mi ha ridato fiducia considerando il fatto che non ho giocato benissimo due giorni fa. Questo è positivo per me. Non so se questo faccia effetto o meno sugli altri giocatori. Chiedetelo a loro. Ma certamente mentre giocavo non pensavo a Kei o Stan o del Potro o chiunque sia dalla mia parte del tabellone. Cerco di vincere le mie partite al meglio e più in fretta possibile.

Traduzione di Roberto Ferri


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TAGGED:Andy MurrayUS Open 2016 interviste
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