US Open interviste, Kerber: "È un sogno che si realizza"

Interviste

US Open interviste, Kerber: “È un sogno che si realizza”

US Open semifinali, interviste: [1] A. Kerber b. C. Wozniacki 6-4 6-3. L’intervista del dopo partita ad Angelique Kerber

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Cosa si prova ad essere la più brava giocatrice del mondo?
E’ fantastico. Grande. E’ giunto il giorno per me di essere la numero 1, che è sempre stato il mio sogno. Ho cercato di non pensarci troppo le scorse settimane ed ora eccoci qui. Davvero speciale per me, poiché era il mio sogno.

Cosa vuoi dire a Steffi Graf?
Essere la prima numero 1 tedesca dopo di lei è fantastico. E’ un onore. Davvero incredibile.

Hai vinto il premio per la sportività. Cosa significa per te?
Molto, perché cerco sempre di giocare con correttezza. Vincerlo significa molto per me perché vuole dire che sono sulla strada giusta sia in campo sia fuori dal campo.

Guardare il match prima del tuo ti ha un po’ destabilizzata? Cosa pensavi durante il suo svolgimento?
Ho guardato gli ultimi punti. Sapevo che sarebbe stata dura perché la Pliskova aveva giocato bene nelle ultime settimane. L’ho incontrata a Cincinnati. Non era facile andare in campo dopo, poiché sapevo che se Serena avesse perso sarei stata la numero 1. Mentalmente quindi non era facile ma ho cercato di non mettermi troppa pressione addosso. Il fatto che ci sia riuscita dimostra che sto crescendo. Posso giocare concentrandomi solo sul mio gioco. Il modo in cui mi sono gestita oggi mi dà molta sicurezza.

Cosa ti ricordi del tuo stato di forma fisico e psichico prima della finale di Cincinnati. Quale è la differenza rispetto a tre settimane fa?
Ero molto stanca perché venivo da Rio ed avevo giocato molte partite dure. Qui ho un giorno di riposo domani e posso preparare bene la finale contro di lei. So come gioca e che ha un gran servizio. Cercherò di prendermi la rivincita sul campo.

Tu e Caroline siete molto amiche ed avete anche fatto le vacanze insieme. Com’è giocare contro un’amica? Lo sarete ancora?
Non è facile perché ci conosciamo molto bene. So come sta giocando e lei sa come sto giocando io. Abbiamo fatto così tanti incontri insieme e sempre combattuti, incluso oggi. Nonostante il punteggio è stato un match duro. Non è facile ma facciamo del nostro meglio in campo e dopo di questa sera siamo ancora amiche (ride).

Una parte di te avrebbe voluto giocare contro Serena o sei sollevata di non doverla affrontare?
Sapevo che il match contro la Pliskova sarebbe stato difficile. Ma non me ne sono curata molto. Pensavo al mio incontro. Io ora penso a chi dovrò affrontare mentre prima non badavo molto a quella semifinale.

Da un punto di vista tattico cosa devi fare per vincere la partita di sabato?
Servire bene, muovermi, mandare di là più palle possibili ed essere più aggressiva di quanto non fossi a Cincinnati. Lì mi limitavo a spingere la palla e devo fare diversamente. Colpirla, essere aggressiva. Spero che la battuta sia buona sabato.

Sei la più giocatrice che ha raggiunto più tardi la prima posizione. Vorrei sapere cosa ne pensi e che cosa significa questo per lo sport. Secondo, se eri preparata ad una stagione così, con tre finali Slam?
Non ero del tutto pronta. Lo scorso anno ho giocato bene ed ho vinto 4 titoli. Ero tra le prime 10 alla fine della stagione. Poi mi sono seduta con il mio allenatore e ci siamo detti: cosa dobbiamo migliorare? Ho cercato di essere più aggressiva ed non giocare solo in difesa. Dopo la vittoria in Australia ero molto più sicura di me. Più fiducia nei miei miglioramenti e nel mio gioco. Poi ho dovuto abituarmi a questa pressione ed a ciò che è seguito alla vittoria in Australia. Non so se ero preparata a tutto ciò ma ho fatto un annata sbalorditiva. E’ la mia terza finale in uno Slam in un anno e cerco di godermela. Cercherò di stare rilassata e di giocare come ho fatto in questi ultimi mesi.

Sino a qualche anno fa avevi spesso un atteggiamento negativo in campo, roteavi gli occhi ti applaudivi sarcasticamente, linguaggio del corpo negativo, e cose così. Ora non più. Che cosa è cambiato?
Ho lavorato per cambiare questo atteggiamento e l’ho fatto bene. Ho cercato di essere più positiva rispetto agli anni scorsi perché so che il linguaggio del corpo è importante. Ho perso molti incontri per questa ragione perché ero frustrata. Quando sbagliavo un colpo ci pensavo a lungo dopo. Ecco su cosa mi sono concentrata negli allenamenti. Guardare avanti punto dopo punto. A volte succede di essere molto negativi se si sbaglia un punto facile o si commette un errore. Ma in questo momento sto cercando di essere mentalmente forte e di non mostrare alla mai avversaria se dentro di me sono negativa o nervosa.  Questo ha aiutato anche il mio gioco nell’essere più aggressiva e non attendere solamente l’errore dell’avversaria.

Un ex grande campione, Pete Sampras, una volta disse che lui voleva che fosse la sua racchetta a parlare. La racchetta non diceva cose divertenti. Noi giornalisti non lo apprezzavamo molto. Puoi dirci qualche cosa che diresti ai tuoi amici, tua madre e che possa essere divertente da ascoltare? A volte sei un po’ prevedibile. Mi piacerebbe avere qualche cosa da scrivere.
Non so esattamente che cosa vuoi che dica (sorride).

Stai parlando con tua madre adesso. Che cosa le diresti?
Non so. Credo che in questo momento siano tutti orgogliosi del mio numero 1 e di come sto giocando. Penso anche ai progressi che ho fatto negli ultimi mesi e credo sia una cosa molto speciale. Sì, direi che sto crescendo in ogni aspetto. Non è facile ed è la cosa che mi rende più orgogliosa.

Sei emozionata?
Sì, molto.

Fai un confronto tra il suo servizio e quelli che hai dovuto fronteggiare in questi anni? Cosa lo rende così efficace?
Poiché è così alta la palla rimbalza molto. Io sono più bassa ed il servizio è più radente il campo. Il suo sale di più. Ecco la differenza.
Traduzione di Roberto Ferri

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