Claudio Mezzadri: "Federer ha la voglia di un ragazzino. Wawrinka non guarirà mai"

Interviste

Claudio Mezzadri: “Federer ha la voglia di un ragazzino. Wawrinka non guarirà mai”

BASILEA – Esclusiva Ubitennis. “Roger ha la voglia di un teenager, dobbiamo solo vedere come risponderà il suo corpo. Tennis svizzero in difficoltà, Wawrinka soffre la pressione. Zverev il miglior prospetto”

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Prima di tutto una panoramica sul torneo, cosa ne pensi?
Io sono arrivato un po’ tardi, solo al sabato. Questo è il torneo più importante in Svizzera, sempre un grande successo, un grande evento sempre organizzato molto bene. Mancava Federer, gli organizzatori ovviamente speravano che Wawrinka arrivasse in finale, ma secondo me abbiamo visto bellissime partite. Zverev ha fatto vedere un tennis d’altri tempi, divertente, vario e intelligente, manca al circuito questo stile. Ripeto mancava Federer, ormai molti tornei si reggono sulle sue spalle, specialmente Basilea, lui abitava proprio dietro l’angolo a Munchenstein.

A proposito della presenza-assenza di Federer, Wawrinka ha dato l’impressione di sentire la pressione di essere il numero uno di Svizzera, magari senza esserlo per i tifosi. Ha giocato solo partite al terzo set, perdendo in quarti da favorito contro Zverev.
Questa è una cosa storica per Stan, quando gioca in casa fa fatica a trovare le sensazioni giuste, addirittura a divertirsi. Come se fosse un meccanismo suo che non riesce a combattere: non è tanto il fatto di essere favorito o meno, numero uno, è proprio una sua questione interiore che lo fa soffrire. Anche quest’anno a Basilea, tutte partite al terzo, qualitativamente mediocri o non al suo livello. A trent’anni è ancora così, non credo potrà cambiare.

 

Al primo turno Wawrinka ha vinto soffrendo il derby contro Chiudinelli. Abbiamo visto Bossel in doppio, Laaksonen in singolare, ma il futuro del tennis svizzero sembra davvero poco roseo.
Anche in passato si diceva così, poi in un modo o nell’altro viene fuori qualcuno. Negli ultimi quindici anni la Svizzera è stata abbastanza viziata, Federer e Wawrinka, la Hingis, Lasek, Rosset, mi ci metto pure io. Il movimento giovanile non sembra prospettare rimpiazzi, nemmeno al livello di top 20: si lavora comunque molto bene come Federazione, i programmi sono molto validi, i giovani giocano. Ma da lì a diventare dei campioni ne passa. Ripeto però, sembra non ci sia nessuno poi magari all’improvviso esplode qualcuno.

Argomento giovani: Sascha Zverev è in top 20, ma per arrivare davvero al top serve uno step importante specialmente a livello mentale. Si parla spesso di Kyrgios, che sembra essere ad un passo dall’esplosione definitiva e poi magare esplode nel senso negativo del termine. Tu cosa pensi? Se rifletti sul tuo approccio da junior, quali sono gli ostacoli maggiori, quali i nuovi per i giovani di adesso?
Ti dirò, gli ostacoli sono sempre gli stessi. Il tennis si è evoluto per tecnica, materiali, campi, ma i requisiti per il salto di qualità non sono variati: talento certo, ma è una questione di personalità. Gli scalini da superare si devono affrontare con consapevolezza, costanza, intelligenza. Zverev è il miglior prospetto, ma deve proseguire affrontando step dopo step, dimostrando di avere il carattere. Lui è un ragazzo molto positivo, un vincente, ma quando poi inizi ad andare in campo da favorito cambierà già il suo approccio.

Pensi che l’elemento familiare possa incidere sul successo di un giovane? Kyrgios non sembra avere la solidità della famiglia di Federer, la rigidità di Judy Murray o Toni Nadal.
Importantissima, assolutamente. Il talento deve essere supportato da una stabilità educativa che costruisca la personalità di un ragazzo. il DNA incide ovviamente, ma poi l’educazione tiene in riga, ti abitua. Io ho giocato contro il padre di Zverev, in Davis nel 1987: era ancora membro della URSS. Si vedeva che tipo di rigidità vivesse, ed è stato bravo a trasmetterla ai suoi figli. Certo è stato fortunato che si siano appassionati al tennis entrambi.

L’ultima domanda, banale ma magari tu puoi darci un punto di vista nuovo: Federer ha chiuso in anticipo la sua stagione, parteciperà alla IPTL e ripartirà nel 2017. Tu come pensi tornerà?
Roger ha ancora la voglia di un ragazzino, è incredibile. Togliergli i tornei, le partite, lo devasta. Lui è nato per competere, per confrontarsi con gli altri. Ha una voglia matta di continuare, e sembra assurda come cosa considerando quante partite ha già giocato. L’unica incognita è il suo fisico, dobbiamo solo aspettare di vederlo in tornei veri per vedere come il suo corpo risponderà.

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La rinascita del tennis francese passa anche dal 18enne Luca Van Assche: “Sinner, Alcaraz e Rune sono un riferimento” [ESCLUSIVA]

Il classe 2004 transalpino arriva da 8 vittorie consecutive, in semifinale a Sanremo non ha intenzione di fermarsi: “Voglio arrivare il più in alto possibile”

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Luca Van Assche - ATP Challenger Sanremo 2023 (foto Tullio Bigordi)

Il Challenger 125 di Sanremo ha progressivamente visto diminuire, turno dopo turno, il numero di italiani in gara. Erano ben 15 gli azzurri ai nastri di partenza, con 7 derby che si sono disputati durante il torneo. Sabato però, a partire dalle 13.30, le semifinali vedranno impegnati un francese, un ceco, un peruviano e un belga, visto che nessun rappresentante del Bel Paese è riuscito a spingersi oltre i quarti.

Sia chiaro, non è l’inizio di una barzelletta, bensì la (quasi) fine del torneo sanremese, alla sua seconda edizione consecutiva in cui è passato dalla categoria ’80’ del 2022 – con il grande successo di Holger Rune – alla attuale categoria ‘125’. Ad aprire il programma (alle 11) sarà la finale di doppio, che vedrà opposti Cornea/Skugor e Cacic/Demoliner. A seguire, non prima delle 13, nella prima semifinale di singolare si affronteranno il ceco Vit Kopriva e il talentuoso francese Luca Van Assche, che si è raccontato ai nostri microfoni dopo la vittoria di ieri nei quarti di finale. A ruota anche la seconda semifinale, che vedrà opposti Juan Pablo Varillas, peruviano e prima testa di serie, e il belga Kimmer Coppejans.

“Ieri ho giocato un gran match, sono contento di aver raggiunto la semifinale qui dopo tre buone partite” – ha dichiarato il giovane classe 2004 transalpino, prossimo ormai all’ingresso in top100. Nella classifica live, infatti, Van Assche è n°101 ATP: con una vittoria oggi entrerebbe nell’élite del tennis maschile, salendo al n°97 (arriverebbe al n°89 o n°90 in caso di titolo). “Uno dei grandi obiettivi di questa stagione era vincere nuovamente un challenger ed entrare in top100, ci ha raccontato il francese. “Al momento ne ho vinto uno – la scorsa settimana a Pau, in Francia, battendo tutte le prime 3 teste di serie, ndr – e sono molto vicino ad entrare tra i primi 100. Spero di vincere oggi in modo da riuscirci subito, ma se così non sarà è solo questione di tempo, sono sulla buona strada.

 
Luca Van Assche – ATP Challenger Sanremo 2023 (foto Tullio Bigordi)

Forte anche di una striscia aperta di 8 successi di seguito, a questo punto è probabilmente il caso di ridefinire gli obiettivi stagionali, alzando l’asticella. “Spero di giocare al meglio sulla terra, devo dire che ho iniziato piuttosto bene (sorride, ndr). Per essere il primo torneo stagionale sul rosso non posso lamentarmi, oggi gioco una semifinale importante e sono molto contento del mio percorso. Per il resto della stagione non mi pongo limiti, spero di arrivare più in alto possibile.

A 19 anni da compiere (il prossimo 11 maggio) Luca ha già vinto due challenger, diventando il primo tennista nato nel 2004 a trionfare in questo genere di tornei. Non deve certo essere semplice raccogliere l’eredità di una generazione che ha sfornato diversi top10, tra cui Simon, Tsonga, Gasquet e Monfils. Il transalpino, però, non si pone limiti: “È chiaro che non facile, in Francia sono stati molto criticati nel corso della loro carriera nonostante tutti siano stati top10. Sono delle leggende per il nostro sport, spero vivamente di poter seguire le loro orme”.

La miglior gioventù sta accumulando grandi risultati anche nel gotha del tennis mondiale, come testimoniano i continui record infranti da Carlos Alcaraz o il match straordinario vinto nella notte da Jannik Sinner contro lo spagnolo. Di recente Holger Rune ha dichiarato che gli piacerebbe poter essere un membro dei nuovi big3, insieme proprio a Carlos e Jannik. E chissà che anche Luca non possa inserirsi in questa cerchia ristretta: “Mi piacerebbe molto, anche se al momento Sinner, Alcaraz e Rune sono i migliori giovani in assoluto e il riferimento per tutti noi. Mi auguro che tra qualche tempo potrò giocare e vincere anche contro di loro”.

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Flash

ATP Miami, Alcaraz: “Ho perso il numero 1? Ora riesco solo a pensare a come battere Sinner”

“Ho pensato fosse imbattibile” così lo spagnolo ricorda alcuni punti del match, prima di fare mea culpa. “Ho avuto i crampi dall’inizio del terzo set ma non ho perso per questo. La pausa mi ha tolto il ritmo”

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Carlos Alcaraz - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Il tennis cercava una rivalità spettacolare? Sinner e Alcaraz hanno risposo ‘presente’ alla chiamata dando vita ad una semifinale spettacolare nel Mastrs 1000 di Miami, vinta dall’italiano in rimonta dopo tre ore. A questo link vi avevamo proposto le risposte (sia alla stampa straniera che a Ubitennis) di Jannik, mentre di seguito vi proponiamo quelle dello spagnolo Carlos Alcaraz, un giovane gentleman sia nella vittoria che nella sconfitta.

D: Un’altra epica battaglia con Jannik. Cosa pensi abbia fatto la differenza alla fine?
CARLOS ALCARAZ: Beh, è ​​stata una partita molto combattuta, credo. Ho avuto le mie occasioni per fare break nel secondo set e servire per il match, ma in realtà contro Sinner è sempre una dura battaglia; è difficile esprimerlo a parole, ma penso che sia stato un grande incontro per entrambi.

Q. Nel terzo set sembrava che avessi dei crampi. Cosa ti passava per la mente? Com’era la tua salute?
CARLOS ALCARAZ: Beh, sono andato in bagno tipo per cinque minuti e sì, tutto è andato un po’ giù per me. Mi sono fermato e comincio ad avere un po’ di crampi. Dopo una partita davvero dura è ​​dura fermarti per cinque minuti. So che sono stato io, ma non è stato un bene per me, ma sì, è stata una partita davvero dura fisicamente. Ho lottato con alcuni problemi nel terzo set. Solo crampi, ma è stata dura (sorride). Ho iniziato ad avere i crampi all’inizio del terzo set, ma non è stato questo il motivo per cui ho perso il match. Ovviamente Jannik è stato migliore di me nel terzo set. Questa è la verità.

 

D: Puoi parlare un po’ di quel punto sul 4-2, 0-15? Punto incredibile, te lo ricordi? Puoi descrivere cosa ti è passato per la mente quando hai visto il suo passante?
CARLOS ALCARAZ: Sì, ricordo quel punto. Era un punto incredibile. Quando ho perso quel punto, la prima cosa che mi è venuta in mente è che fosse imbattibile, questo ragazzo. Sì, ma sai, abbiamo giocato una grande partita, penso che entrambi siamo di grande livello. Gli ho strappato il servizio in quel game, se ricordo bene. Ma ovviamente contro Jannik ci sono sempre grandi punti come questo.

D: Carlos, hai perso il numero 1. Hai perso il titolo. Hai perso il Sunshine Double. Quale di questi significa di più per te che hai perso, o il fatto che tu abbia perso una semifinale è tutto ciò che conta davvero?
CARLOS ALCARAZ: Per me è come se avessi perso la semifinale. Non penso di aver perso il numero 1, ho perso il Sunshine Double. Non ci penso. Certo che è un peccato ma ho avuto l’opportunità di conquistare il Sunshine Double; quello che voglio dire è che pensodi avere altri anni per provare ad ottenerlo. Ma tutto quello a cui riesco a pensare è migliorare il mio livello per battere Jannik. Sì, per me è appena finita una semifinale di un torneo con una sconfitta.

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ATP

ATP Miami, Fritz: “I Big 3 non erano completi come Alcaraz quando avevano la sua età”

Lo statunitense ha parlato di cosa vuol dire affrontare il murciano: “Penso che non ti conceda nulla, quindi devi lavorare molto per vincere, per vincere praticamente ogni punto”

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Le parole a caldo di Taylor Fritz dopo la netta sconfitta per mano di Carlos Alcaraz nei quarti di finale del Miami Open

IL MODERATORE: Che sfortuna, Taylor. Era la prima volta che affrontavi Carlos. Cosa lo ha reso così difficile da battere stasera?

TAYLOR FRITZ: Penso che non ti conceda nulla, quindi devi lavorare molto per vincere, per vincere praticamente ogni punto. Voglio dire, penso che stasera abbia giocato incredibilmente bene i punti importanti. Sai, penso che abbia vinto tutti i punti importanti della partita, quindi ha fatto una grande differenza.

 

D. Cosa hai sentito che non funzionava per te stasera? Ovviamente indipendentemente da quanto bene ha giocato, cosa ti è sembrato mancasse nel tuo gioco?

TAYLOR FRITZ: Sì, se stiamo solo parlando di quello che stava succedendo nel mio gioco, non puoi semplicemente dare via il tuo servizio per iniziare entrambi i set. Ero davvero entusiasta di iniziare il secondo set, perché mi sentivo, a volte esci, e non ero, immagino, pronto alla velocità a cui avremmo suonato. Nel primo gioco, mi sono fatto breakkare durante la partita, ma dopo mi sentivo come se avessi giocato molto bene per il resto del set. Non aveva più possibilità di breakkarmi. Ho avuto la possibilità di strappare il servizio a lui. Avevo voglia di entrare nel secondo set, avevo davvero buone possibilità. Poi ho buttato via di nuovo il mio servizio per iniziare il secondo set. Quindi è stato estremamente, immagino, demoralizzante, perché ora devo giocare un altro set di rincorsa. È solo più fuori dai miei errori. Ovviamente giocando con il miglior giocatore del mondo, non puoi semplicemente abbassare il rendimento al servizio per iniziare entrambi i set. Inoltre, mi sentivo come se avessi commesso troppi errori. Gli ho dato troppi punti gratis.

Q. Immagino che tu probabilmente volessi affrontarlo da un po’ ormai, e Tommy l’aveva affrontato, Frances ovviamente ci ha giocato. Riguardo a quello che ti aspettavi cosa puoi dirci? Hai detto che avevi qualche problema ad adattarti, non eri pronto per il ritmo, ma…

TAYLOR FRITZ: Ero pronto per il ritmo. Era più come la prima volta che giochi contro qualcuno, come la tattica prima della partita, in un certo senso capire con quali colpi posso farla franca e con cosa non posso farla franca, con quali colpi mi punirà e su quali colpi non mi punirà. Ovviamente quando giochi con giocatori diversi, alcune persone ti faranno male, immagino, solo a diversi livelli di colpi. Quindi nel primo set penso di aver giocato un po’ troppo sul sicuro, non volendo sbagliare, e lui mi ha punito. Quindi ho capito, ok, dovrò aumentare la velocità media solo un po’ di più. Si trattava di trovarlo, che sentivo di aver trovato dopo il primo o il secondo gioco. È uscito davvero pronto. Mi sentivo come se il terzo gioco della partita, il secondo gioco che ho servito, fosse probabilmente il gioco di livello più alto della partita. Come se stesse colpendo vincenti su tutto, vincenti sui colpi aggressivi che ho colpito, e poi ho pensato di avergli preso le misure, ma ero tipo, wow, se questo è il livello, allora sarà davvero dura. Ma sentivo che quello non era effettivamente il livello. È uscito estremamente eccitato e ha giocato davvero bene in quel gioco, ma dopo mi sono sentito come se mi fossi sistemato. Per il resto del set, sai, sono stato in alcuni giochi di servizio e mi sono tenuto abbastanza bene. Ma, sì, ci sono stati molti scambi su cui mi aspettavo di essere al sicuro e su cui sono stato punito.

Q. Penso che siano state quattro buone settimane per te. Ti avevo detto al Delray Open che avresti vinto quel torneo e che avresti avuto delle belle partite. La mia domanda è con tutti i cambiamenti di ieri, pensi che ti riguardino oggi? Hai parlato con Tommy Paul del match di oggi con Carlitos? Perché ha giocato ieri.

TAYLOR FRITZ: No, non credo che il fatto di non aver giocato ieri abbia davvero influenzato qualcosa, ad essere onesto. Penso che probabilmente sarei stato più impreparato a giocare ieri, perché mi hanno detto tutto il giorno che sarebbe stato — ho solo sentito parlare del tempo tutto il giorno che avrebbe piovuto. Quasi mi aspettavo di non giocare. Quindi non penso che ciò abbia influenzato i cambiamenti. Non ho parlato con Tommy, perché, primo, posso guardare la partita ed essere conscio di come mi sento, e poi anche io e Tommy giochiamo in modo incredibilmente diverso. Non posso giocare come gioca lui. Gli piace molto andare a rete ed è uno dei ragazzi più veloci del tour. Quindi direi che non avrebbe molto senso per qualunque strategia

Q. Hai giocato contro Roger, hai giocato contro Rafa, contro Novak, e Carlitos ha appena detto due giorni fa che vuole partecipare a quella conversazione. Vuole essere una leggenda di questo sport. Cosa c’era di simile? Cosa hai trovato oggi? Ovviamente è stato il tuo primo incontro, ne avrai molti altri, ma cosa hai visto oggi che lo confermerà?

TAYLOR FRITZ: Non è qualcosa che ho visto oggi. È quello che vedo da un po’ di tempo. L’ho detto un anno fa quando l’ho visto giocare, per quanto è giovane, ha tutti gli strumenti, sai. Può andare a rete, può tirarti un dropshot, può lanciarti, è incredibilmente veloce, ha tutta la potenza, il suo diritto è buono, il suo rovescio è buono. E’ molto raro vedere qualcuno così giovane così, immagino, appena sviluppato nel loro gioco e non avere davvero nulla su cui lavorare così tanto. Ha tantissimi modi diversi di giocare e può incorporare tantissimi piani di gioco diversi per giocare con giocatori diversi perché ha così tanti strumenti per vincere una partita. Penso che sia qualcosa che non direi che nessuna di quelle persone avesse in così giovane età. Ci sono sempre cose su cui le persone devono migliorare. Inoltre, solo parlando della partita di oggi, ho sentito che il livello delle prime tre partite era assolutamente insopportabile. Stava colpendo vincenti netti a 110 miglia all’ora di seconda di servizio che stavo indirizzando al suo corpo. Sto intensificando e schiacciando i cross di rovescio, e lui tira vincenti sulla linea di rovescio in posizione aperta. Quello non era il livello per il resto della partita. Sono stato in grado di ambientarmi molto di più, e lui non lo ha fatto per tutta la partita. Ma ovviamente possiede quel livello, e per quei primi due giochi è stato piuttosto travolgente.

Q. Come lo paragoni alla prima volta che hai affrontato Roger, Rafa e Novak?

TAYLOR FRITZ: Oh, mi sentivo decisamente come se avessi più respiro contro quei ragazzi che in questa partita. Penso che, sai, siano diversi stili di gioco. Novak fa questi scambi lunghi, ma lentamente ti fa uscire dalla posizione e ti travolge. Sento ancora di poter restare a lungo in questi scambi e avere più possibilità di attaccare. Penso che tornerei ai primi due game della partita. Ha appena vinto molti colpi, vincenti e colpi che mi hanno ferito quando altri giocatori normalmente non mi fanno male. Decisamente meno. Ho solo sentito che era più offensivo e mi ha pressato molto di più.

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