L’età media assai inferiore agli standard nazionali (25 anni contro 35 circa, stando ai dati del 2010), un tasso di criminalità storicamente alto e il tennis. Questi sono i tre elementi distintivi di Compton, un sobborgo a sud di Los Angeles, California. E sono anche i cardini di una storia che attraversa quattro decenni, una storia dura che però gli stessi protagonisti sembrano decisi a condurre verso un finale pieno di speranza. Venus e Serena Williams a Compton hanno passato l’infanzia, imparando sui campi in cemento dell’East Rancho Dominguez Park i rudimenti dello sport che le avrebbe rese celebri e ricche, e che le avrebbe portate lontano in giro per il mondo. Quando le future campionesse avevano appena dieci e nove anni il padre Richard, loro primo tutore tennistico, decise di trasferire la famiglia in Florida; da quel giorno, tuttavia, il legame delle due sorelle con Compton è rimasto. Forte a tal punto da spingerle a tornarci, proprio pochi giorni fa, per la prima tappa del loro progetto umanitario, il Williams Sisters Fund.
Si tratta dello Yetunde Price Resource Center, un istituto per il supporto alle vittime di violenza che purtroppo, come detto, lì non mancano. La struttura aprirà i battenti nei prossimi mesi e porterà il nome della sfortunata sorellastra di Venus e Serena, brutalmente assassinata nel settembre 2003, a trentun anni, mentre si trovava bordo del SUV guidato dal fidanzato – secondo la polizia, il vero bersaglio delle pallottole. Infermiera e prima figlia di Oracene Price, Yetunde lasciò orfani tre tre bambini, a due dei quali è stata consegnata una placca in suo onore che verrà esposta nel centro alla sua apertura. “Se i ragazzi non avessero avuto il nostro supporto sarebbe stato devastante” ha spiegato Serena, che mancava da Compton dal giorno dell’omicidio. “Ma tutte le altre persone che non hanno nessuno a cui appoggiarsi? Cosa possono fare? È per loro che abbiamo pensato il Center” ha aggiunto.
La ragione della presenza delle Williams nei luoghi della loro infanzia era duplice, tuttavia: il giorno seguente le sorelle campionesse hanno presenziato all’inaugurazione dei ristrutturati campi da tennis pubblici di Lueders Park, riconsegnati alla comunità sotto il nome di Venus & Serena Williams Courts of Champions. Nonostante le due abbiano scelto di mantenere privato il loro passaggio da Compton – “Cerchiamo di venire qui con discrezione, senza annunci: sono le nostre radici e ne siamo orgogliose” – a salutarle si è presentata una folla di duecento residenti. Tra di loro madri con neonati, scout girl, anziani come la signora Thelma LeBeauf, che da anni conserva ogni foto e ritaglio di giornale che le riguardi. “All’epoca noi afroamericani non eravamo interessati al tennis. Abbiamo imparato ad amarlo grazie a loro” ha raccontato la vitale ottantaquattrenne alla cronista del Los Angeles Times.
E con le imprese tennistiche di Venus e Serena è cresciuta anche Aja Brown, attuale sindaco di Compton e più giovane di loro di qualche mese. La prima cittadina ha espresso tutta la propria gioia nell’averle al suo fianco: “Sono state una grande fonte di ispirazione per me e per l’intera comunità. La loro tenacia, la loro disciplina, la loro maturità le rendono esempi e portatrici di un messaggio per i giovani. Sono le campionesse del loro sport, ma anche le campionesse di tutta Compton”. Serena ha dichiarato di aspettarsi di vedere molti altri campioni emergere da quei campi, ora a lei intitolati; Venus ha invece descritto l’esperienza di un tale ritorno come “surreale”. Le due hanno applaudito divertite la sfilata delle majorettes e della banda, per poi spostarsi, al termine della cerimonia, verso la piazza che ospitava lo Healthy Compton Festival, dove si sono improvvisate giudici delle gare di cucina e di ballo.