Nonostante siano divise da ben 36 anni di differenza, Angelique e Angela sono due donne con moltissime cose in comune oltre all’etimologia del nome di battesimo. Bionde, tedesche (ma con radici che affondando ad est: Angelique è figlia di genitori polacchi mentre Angela ha vissuto nella vecchia DDR), di grande successo in patria e all’estero, rigorose nel lavoro, sobrie nella vita privata, capaci comunque di suscitare empatia in chi gli sta attorno.
Angelique fa Kerber di cognome, di mestiere è una tennista e in questo 2016 ha vinto due tornei dello Slam, i primi della carriera, a Melbourne e a New York, spodestando niente di meno che Serena Williams dalla prima posizione mondiale. Angela di cognome fa Merkel, di mestiere fa il cancelliere (o, per meglio dire, “la cancelliera”) tedesco da quasi 11 anni, nel corso dei quali ha riportato il suo paese ad essere la vera “locomotiva d’Europa”, imponendosi così come uno dei leader più influenti e stimati a livello internazionale.
Sul campo da tennis Angelique sembra la esatta trasposizione di Angela nell’arena politica. Merkel durante questo periodo al potere si è distinta per la rigidità in materia di politiche economiche, la razionalità nel prendere decisioni complicate e il pragmatismo nello scendere a compromessi. Kerber da parte sua ha scalato il ranking grazie ad un gioco ragionato e orientato al risultato, privo di inutili fronzoli e colpi ad effetto, incentrato sulla massimizzazione delle proprie qualità fisiche e tecniche e su un atteggiamento grintoso ma senza nessun eccesso.
Considerata una struttura piuttosto compatta, la giocatrice di Brema punta infatti principalmente sulle qualità di corsa e recupero. Inoltre, pur non possedendo grande potenza, riesce a sfruttare al meglio il fatto di essere mancina con una prima di servizio slice precisa e complessa, al quale segue spesso e volentieri un rovescio lungolinea profondissimo. Ma l’esistenza di un piano tattico generale non significa che esso non si possa pragmaticamente adattarlo alle circostanze. Così a seconda delle situazioni si applicano delle piccole variazioni per sorprendere le avversarie, come cambi di velocità, rotazioni ed angoli. Kerber è inoltre assolutamente consapevole dell’importanza di mantenere la giusta stabilità mentale in campo per poter vincere. Perciò, al fine di non disperdere inutilmente energie e concentrazione, non emette gemiti troppo rumorosi, non esibisce pugnetti troppo irriverenti, non si impelaga in proteste senza senso con i giudici di linea. Insomma difesa implacabile, precisione chirurgica nei fondamentali, flessibilità strategica, granitica solidità mentale: sono questi i quattro cardini del manifesto del tennis austerità di Angelique.
Proprio come (almeno in apparenza) la Germania “merkeliana” in Europa, Angelique sul tour non cerca di esportare o imporre il proprio modello di gioco ma si limita a sottolineare come alla prova dei fatti sia vincente. Non c’è nessuna volontà egemonica ma pura dimostrazione di correttezza concettuale e pratica. Di conseguenza se le altre giocatrici vogliono continuare a perseguire un altro paradigma facciano pure. Continuino a cedere negli scambi da fondocampo, a commettere errori gratuiti, a non avere le idee chiare in testa, a non mantenere la concentrazione fino all’ultimo quindici. Insomma continuino a perdere più partite. Ne pagheranno le conseguenze in termini di ranking e di palmares. E Angelique non potrà di certo aiutarle, cedendo loro punti in classifica e trofei.
Tuttavia come nel caso della Merkel, anche in quello della Kerber ad un profilo professionale tremendamente serio se ne contrappone uno pubblico in grado di suscitare una certa empatia. Può forse sembrarci strano in Italia ma la cancelliera, grazie al suo carattere mite e rassicurante, si è guadagnata in patria il soprannome di “Mutte”, ovvero la mamma. Con l’aumentare delle vittorie anche la riservata e timida Kerber è stata costretta a mettere un po’ a nudo la propria personalità. L’Angelique che è emersa piano piano dalle interviste e dai post su Twitter è una ragazza semplice e spontanea.
È evidente inoltre come lei ami davvero la propria attività di tennista, in ogni sua parte: dagli allenamenti alla mattina presto alle partite più intense, dai viaggi continui nei posti più disparati alle apparizioni pubblicitarie che le tolgono tempo utile in palestra. Questo entusiasmo si riflette positivamente sui rapporti con chi la circonda. Kerber, nonostante ora occupi la prima posizione in classifica, ha infatti molte amiche sul tour, come le connazionali Andrea Petkovic e Sabine Lisicki, ma anche come le sorelle Agnieszka e Ursula Radwanska e Caroline Wozniacki con le quali è andata in vacanza assieme molti anni fa e può parlare la sua lingua madre, il polacco. Ma anche gli appassionati sembrano apprezzarla sempre di più, a dispetto appunto di un gioco ben poco appariscente. Ne ammirano non solo la dedizione ma anche quel sorriso perennemente stampato su una bocca un po’ sproporzionata rispetto alle dimensioni del viso. E chissà che Novak Djokovic debba imparare qualcosa da lei in questo senso.
Il ciclo di Angela Merkel potrebbe giungere presto al termine, a causa di un calo di popolarità interna sulla questione dei migranti ma anche in fondo della voglia dell’elettorato tedesco di un cambio della guardia. Il ciclo di Angelique Kerber invece potrebbe essere solo all’inizio anche se la sua anagrafe e la presenza di una concorrenza agguerrita non fanno pensare che possa essere altrettanto lungo. In ogni caso oggi la cancelliera del tennis è lei, grazie alla sua gioiosa austerità.