Australian Open Story: l'impresa di Edmondson e le sfide degli anni 70-80

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Australian Open Story: l’impresa di Edmondson e le sfide degli anni 70-80

Gli anni di John Newcombe, Guillermo Vilas, Mats Wilander, Stefan Edberg. In campo femminile, con il declino di Margaret Court, emerse una nuova generazione di campionesse: da Evonne Goolagong ad Hana Mandlikova, da Martina Navratilova a Chris Evert

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Australian Open Story: i primi anni e il dominio australiano 

Nel 1969 per la prima volta nella storia presero parte all’evento sia i dilettanti che i professionisti. Una novità significativa che segnò la nascita di nuova era. Il torneo, che tra l’altro cambiò denominazione passando da Australian Championships ad Australian Open, si svolse a Brisbane sui campi in erba del Milton Courts. Il singolare maschile fu vinto da Rod Laver che quell’anno, per la seconda volta in carriera, centrò il Grande Slam, trionfando anche al Roland Garros, a Wimbledon e agli US Open. Tra le donne invece si impose, ancora una volta, Margaret Court che in due set riuscì ad avere la meglio sulla testa di serie numero 1 e campionessa in carica, Billie Jean King.

Particolarmente curioso l’episodio che si verificò l’anno seguente, nel 1970, quando la National Tennis League, che contava tra i sui iscritti Rod Laver, Ken Rosewall, Roy Emerson, Fred Stolle e Andrés Gimeno, impedì ai suoi giocatori di partecipare al torneo per assenza di adeguate garanzie. Il singolare maschile fu vinto da Arthur Ashe che, dopo due sconfitte consecutive contro Roy Emerson nel 1966 e nel 1967, riuscì per la prima ed unica volta in carriera ad alzare il trofeo battendo l’australiano Dick Crealy, testa di serie numero 12. Quell’anno la testa di serie numero 1 era il venticinquenne Tony Roche, che fu sconfitto nei quarti di finale dal britannico Roger Taylor.

Gli anni 70 registrarono anche una delle più belle e sorprendenti imprese della storia del tennis: stiamo parlando dell’incredibile trionfo di Mark Edmondson nel 1976. Da numero 212 del mondo Edmondson sconfisse prima nei quarti di finale il finalista dell’edizione 1970, Dick Crealy, poi in semifinale superò la testa di serie numero 1, Ken Rosewall e in finale ebbe la meglio sul due volte campione e testa di serie numero 2, John Newcombe. Un’impresa memorabile ed inaspettata. Il ventunenne di Gosford, dal fisico massiccio e dai capelli lunghi e ribelli, divenne in un colpo solo l’unico tennista capace di vincere l’Australian Open senza essere testa di serie, unico vincitore Slam mai arrivato tra i primi dieci del mondo e il giocatore con la classifica più bassa a trionfare in un Major. Ad oggi è anche l’ultimo australiano vincitore del singolare maschile. Edmondson, dopo quella leggendaria vittoria, raggiunse la venticinquesima posizione della classifica mondiale nel 1982 e riuscì a disputare altre due semifinali in tornei dello Slam: all’Australian Open nel 1981 e a Wimbledon nel 1982. Come doppista vinse complessivamente 34 titoli, tra cui quattro Australian Open e un Roland Garros. Dal 2007 è stato inserito nella “Hall of Fame”.

Altri eventi significativi furono la “doppia edizione del 1977 (nel mese di gennaio trionfò lo statunitense Roscoe Tanner contro Guillermo Vilas, mentre a dicembre si impose Vitas Gerulaitis su John Lloyd) e la sorprendente doppietta di Vilas tra il 1978 e il 1979, che nonostante la fama di “terraiolo” riuscì ad imporsi per ben due volte sull’erba australiana.

In campo femminile gli anni 70 segnarono il passaggio di consegne tra la super campionessa Margaret Court e la giovane Evonne Goolagong. Quest’ultima, dopo aver perso tre finali consecutive tra il 1971 e il 1973 (la prima e la terza contro la stessa Court, la seconda per mano di Virginia Wade), trionfò dal 1974 al 1976 battendo Chris Evert, Martina Navratilova e la ceca Renata Tomanova e vinse anche la seconda edizione del 1977 (quella di dicembre) superando la connazionale Helen Gourlay Cawley.

Gli anni 80 furono dominati dalla rivalità tra Martina Navratilova e Chris Evert, a cui si aggiunsero i trionfi di Hana Mandlikova del 1980 e del 1987 (probabilmente la più forte tennista a non aver raggiuto la prima posizione in classifica) e di Steffi Graf dal 1988 al 1990. La tedesca, che nel 1988 fece il Grande Slam, avrebbe poi trionfato anche nel 1994. La Navratilova vinse nel 1981, nel 1983 e nel 1985, la Evert si impose nel 1982 e nel 1984. Le due grandi rivali si affrontarono 3 volte in finale all’Australian Open. Il bilancio è di 2-1 in favore di Martina.

La rivalità tra Evert e Navratilova fu una delle più intense della storia del tennis. Complessivamente i confronti diretti nella loro lunghissima carriera furono 80, con un bilancio leggermente favorevole alla Navratilova (43 vittorie a 37). La Navratilova di solito prevaleva sulle superfici rapide, in particolar modo sull’erba, la Evert su quelle più lente. La Evert ha avuto la meglio soprattutto tra il 1973 e il 1982, la Navratilova negli anni successivi. Chris, che era avanti negli scontri diretti sino al 1984, subì però, tra il 1982 e il 1983, una pesante serie di 13 sconfitte consecutive per mano della rivale. Proprio la Navratilova è stata l’avversaria che più volte è riuscita a sconfiggere la Evert, così come, d’altra parte, la Evert è stata la tennista che ha inflitto il maggior numero di sconfitte alla Navratilova.

Tra gli uomini gli anni 80 videro l’affermazione del sudafricano Johan Kriek, che nel 1981 e nel 1982 si impose sull’americano Steve Denton e soprattutto degli svedesi Mats Wilander e Stefan Edberg, che dominarono tra il 1983 e il 1988, diventando i primi svedesi a vincere gli Open. Nel 1988 Mats Wilander e Pat Cash diedero vita ad una battaglia memorabile durata 4 ore e 28 minuti. Wilander si aggiudicò il primo set, ma Cash vinse il secondo al tiebreak e il terzo con il punteggio di 6-3. Lo svedese, però, reagì aggiudicandosi in maniera netta il quarto parziale. Nel quinto set ci fu grande equilibrio sino al 6 pari. Decisivo fu il tredicesimo gioco, quando il due volte campione conquistò il break decisivo e poté chiudere con il punteggio di 8-6. Per Wilander fu il quinto trionfo in un torneo dello Slam, terzo in Australia, per Cash la seconda sconfitta consecutiva, dopo quella dell’anno precedente contro Edberg.

Il biennio 1989-1990 fu segnato dagli ultimi due acuti a livello Major di Ivan Lendl, che nel 1989 superò il connazionale Miroslav Mecir e l’anno seguente approfittò del ritiro di Stefan Edberg sul 5-2 del terzo set. Il fuoriclasse ceco riuscì così a porre fine alla maledizione australiana che durava dal 1983, quando perse nettamente la finale contro Mats Wilander. A partire dal 1988 il torneo cambiò superficie. Si passò dall’erba, dell’ormai vecchio e obsoleto Kooyong Stadium, al cemento. Il torneo si trasferì quindi nei moderni e avveniristici impianti di Flinders Park, più tardi rinominato Melbourne Park.

Nella terza ed ultima parte: da Sampras e Agassi ai Fab Four

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